Fabrizio Goria per "la Stampa"
EDITORIALE DEL FINANCIAL TIMES SU DRAGHI AL QUIRINALE
Dalle certezze all'instabilità. Dopo il giuramento di Draghi, il 13 febbraio scorso, lo spread fra Btp decennali e Bund di pari entità, è sceso sotto quota 90 punti base. Prima volta da cinque anni. Ma ora, complici le mosse della Banca centrale europea (Bce) e le voci sull'ex presidente dell'Eurotower in direzione Quirinale, sta tornando l'allarmismo. Dal 22 novembre lo spread è salito quota 120 punti base.
E lo spettro che si aggira fra le sale trading è quello di una nuova normalità senza un punto fermo stabile come Draghi. Gli operatori ne parlano apertamente, rafforzando l'allarme lanciato due giorni fa dal Financial Times, il quotidiano di riferimento per la finanza.
mario draghi ursula von der leyen
«Le risorse del Pnrr e le riforme strutturali dipendono da lui e dalla sua reputazione», avverte Massimo Trabattoni, alla guida degli investimenti azionari di Kairos, riassumendo il pensiero della maggior parte degli investitori. I timori valgono anche per l'Europa, visto che Draghi è considerato uno dei garanti dell'unità dell'eurozona.
Secondo una nota di Goldman Sachs, firmata da Filippo Taddei, è leggermente più probabile che Draghi rimanga a Palazzo Chigi, rispetto una salita al Colle. Questo risultato, viene sottolineato, «ha la più alta probabilità di continuità della politica, un'attuazione più rapida del Recovery Fund» e, soprattutto, «la minima probabilità» di un ritorno alle urne a breve.
FILIPPO TADDEI
Se Draghi venisse eletto presidente della Repubblica, spiega Goldman Sachs, la formazione di un nuovo esecutivo «produrrebbe probabilmente un ritardo non trascurabile nel Recovery Fund, anche se non ci aspetteremmo elezioni anticipate». Le quali, sebbene sia uno scenario improbabile, potrebbero comportare ritardi considerevoli nella messa in campo del Recovery Fund e una maggior pressione sul mercato dei titoli di Stato italiani. In altre parole, il ritorno del «rischio-Paese», finora annullato dagli interventi della Bce.
L'apporto del banchiere centrale è stato senza dubbio determinante per una nuova percezione dell'Italia. Elliot Hentov, capo della ricerca di policy di State Street, il ruolo di Draghi sulla revisione al rialzo delle stime macroeconomiche italiane non è in discussione. Se ora l'Italia cresce più degli altri Paesi è anche merito di Super Mario.
RENATO BRUNETTA MARIO DRAGHI DANIELE FRANCO - PRIMA PAGINA IL FATTO QUOTIDIANO 8 DICEMBRE 2021
«Draghi ha contribuito a sostenere la credibilità del Recovery Fund dell'Ue», spiega Hentov. La sua familiarità con la politica europea, dice Hentov, «ha rassicurato investitori e imprese sul fatto che la spinta temporanea agli investimenti probabilmente è destinata a essere più duratura». Inoltre, rimarca l'economista americano, «finché è alla guida del governo, c'è maggiore prevedibilità politica e più serietà nelle riforme strutturali. Nel complesso, questo ha contribuito a sostenere le previsioni sugli utili delle aziende italiane e di conseguenza anche le valutazioni delle azioni».
emmanuel macron mario draghi trattato del quirinale
Qualcosa potrebbe mutare una volta che la Bce inizierà a ritirare la liquidità straordinaria. Uno scenario in cui, fa notare Hentov, i mercati avranno bisogno di vedere più riforme per credere in un aumento della crescita potenziale del Pil nei prossimi anni. Concorda Marie-Anne Allier, economista di Carmignac Securité, che tuttavia evidenzia un ulteriore elemento, causato in larga parte delle incognite legate alla pandemia.
daniele franco mario draghi conferenza stampa sulla manovra
«Draghi non si è rivelato taumaturgo per gli spread dei titoli di Stato italiani; dal suo arrivo alla Presidenza del Consiglio, lo spread tra i titoli a 10 anni italiani e tedeschi si è allargato di circa 45 punti base, meno della Grecia ma più della Spagna (+15 punti)», spiega Allier. La quale ritiene che, anche se salisse al Quirinale, l'influenza e la forte credibilità esterna di Draghi resteranno importanti.
Tanto più, dice la francese Allier, «che manterrà il potere di garantire l'adesione ai Trattati internazionali e i suoi poteri di veto eviteranno il rischio di coda di qualsiasi azione di un futuro governo anti-euro durante il suo mandato». Resta però un rischio al ribasso in caso di nuove elezioni. In tal caso, sarebbe inevitabile un allargamento degli spread italiani, per compensare le incertezze sulla formazione del nuovo governo. Il problema dell'autorevolezza di Draghi non si potrà risolvere facilmente.
MARIO DRAGHI
Se è vero che si vocifera di Daniele Franco, titolare del Tesoro e uomo fidato di Draghi, a Palazzo Chigi, è altrettanto vero che per gestori e investitori non sarebbe la stessa cosa. Così pensa anche Eurasia Group, una delle maggiori società globali di ricerca geopolitica, che non vede un'alternativa valida all'attuale premier per l'attuazione di Pnrr e riforme cruciali. L'impatto di Draghi al Quirinale sui mercati, sia nel breve sia nel lungo periodo, potrebbe dunque essere ben più pesante di quanto raccontato dal chiacchiericcio politico.