Michele Bocci per www.repubblica.it
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Aumentano e continueranno a farlo. Le infezioni da coronavirus nell’ultima settimana sono cresciute del 58%, arrivando a 32 mila al giorno di media. "Per fine mese, a questo ritmo i casi quotidiani saranno 80 mila", spiega l’epidemiologo dell’Università di Milano Carlo La Vecchia. La responsabile è sempre Omicron 5, la sottovariante che ha già provocato l’ondata estiva.
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Il fisico Roberto Battiston sottolinea che la diffusione della malattia è ampia, con mezzo milione di infetti attivi, più coloro che non si dichiarano. "Ora è difficile dire dove va la pandemia, di certo sta accelerando. È come un fiume che si riempie ma non riusciamo a capire se traboccherà o no". A fronte dell’aumento dei contagi, c’è anche una crescita dei ricoveri, per fortuna ordinari. Ieri i pazienti erano 4.520, lunedì 26 settembre 3.461, cioè ben il 30% in meno. Le terapie intensive invece sono quasi ferme, visto che sono passate da 130 a 140 ricoveri.
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Con l’epidemia che riprende e una nuova ondata che sembra già iniziata, in Italia non ci sono praticamente più misure restrittive o preventive. Le mascherine Ffp2 sono obbligatorie solo nelle strutture sanitarie, cioè per entrare in ospedali, ambulatori o Rsa (dove teoricamente sarebbe necessario pure il Green Pass).
"Questo è giusto", dice l’igienista di Milano, Fabrizio Pregliasco. Da sabato scorso le mascherine non sono più richieste per salire sui mezzi di trasporto. "Ci siamo guadagnati la possibilità di togliere le protezioni sui trasporti ma bisogna essere pronti a rimetterle se le cose dovessero tornare a peggiorare. E purtroppo ci sono segnali preoccupanti dal punto di vista epidemiologico". Resta infine valido fino al 31 ottobre il protocollo tra le parti sociali nel quale si prevede l’utilizzo della mascherina nel lavoro privato, quando due colleghi non possono rispettare la distanza di sicurezza.
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L’unica vera strategia in campo per fronteggiare il nuovo incremento dei casi è la vaccinazione. Però sono pochissimi coloro che richiedono la quarta dose con i nuovi bivalenti, prevista in via prioritaria per gli over 60, i fragili e i dipendenti del sistema sanitario. "I dati appena pubblicati dal British medical journal - dice l’epidemiologo di Milano Carlo La Vecchia - dimostrano che un booster di vaccino protegge all’89% dal ricovero nei due mesi successivi dalla somministrazione, e al 66% tra il quarto e il quinto mese. Probabilmente quindi la vaccinazione al momento è la misura più importante".
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La richiesta di quarte dosi dopo l’estate, malgrado i nuovi vaccini, è stata molto bassa. Se ne fanno tra le 15 e le 20 mila a seconda del giorno della settimana. E infatti le percentuali di copertura non sono molto cresciute rispetto a giugno-luglio. Il 33% degli over 80, il 16% dei settantenni e il 9% dei sessantenni hanno il secondo booster.
L’ondata ha preso a risalire mentre si attende il nuovo governo. Sul Covid i tre partiti di maggioranza hanno scritto che il contrasto alla pandemia si farà "attraverso la promozione di comportamenti virtuosi e adeguamenti strutturali senza compressione delle libertà individuali". Intanto però "la fase è di improvvisazione totale. Nel giro di due o tre settimane rischiamo di finire nei guai", dice Walter Riccardi, ordinario di Igiene della Cattolica.
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Al ministero però è pronta una circolare, che deve essere vagliata dalle Regioni, dove si mette in guardia sui rischi di un ritorno dell’epidemia ipotizzando una serie di misure da prendere se i casi cresceranno ancora. Pochi giorni fa il responsabile sanità di Fdi, Marcello Gemmato, ha detto che sarà consigliato ad anziani e fragili e che sparirà l’obbligo per i medici. Inoltre sarà cancellato il Green Pass e si valuterà a seconda della situazione se e dove rendere obbligatorie le mascherine.
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