Filippo Ceccarelli per “la Repubblica” - Estratti
GIORGIA MELONI CON LA SORELLA ARIANNA
Niente paura, quello che Giorgia e Arianna Meloni hanno forse pianificato e comunque avvalorato rimane al momento un complotto di sicurezza, quindi precauzionale, approssimativo, di famiglia e di masseria, un tipico complotto all’italiana.
Figlio da un lato di quel risentimento che le sorellone d’Italia hanno ereditato dall’ambiente in cui sono cresciute e di recente convertito in vittimismo; dall’altro funziona come utile distrazione mediatica riguardo agli affari di un governo che va maluccio, e insieme messa di mani avanti rispetto a qualche imprecisato impiccio che nella vita pubblica non manca mai e che nei partiti-famiglia tutti si aspettano più prima che poi.
Ora, nella storia l’essenziale non è mai invisibile e cercare ipotetici complotti e ancora di più accennarvi con sdegno è un modo per non guardare alle proprie responsabilità.
giorgia arianna meloni
Ma l’indeterminatezza della denuncia — «vogliono indagare Arianna», vogliono far cadere il governo — riflette in genere la fragile incertezza di un potere, il suo costante agitarsi in una presunta trama di manovre che sconfina in una forma di paura e in una deriva cospirativa che da più parti può anche farsi coincidere con la paranoia. L’odierna società, secondo gli ultimi due rapporti del Censis, ne è certamente malata, per quanto con effetti sconcertanti.
giorgia arianna meloni
Nel caso specifico, per esempio, è curioso che nel lanciare l’allarme la presidente del Consiglio abbia richiamato la vicenda di Berlusconi, a sua volta preteso bersaglio di svariatissimi complotti (istituzionali, giudiziari, cortigiani, internazionali): ma che lei stessa due anni orsono accusò di tramare nell’ombra contro il suo nascente governo: «Non sono ricattabile» fu la cruda formula.
Altrettanto sorprendente è poi l’individuazione, quale ispiratore della supposta congiura, di quel medesimo Renzi che per proprio conto, da tempo e con insistenza, va evocando congiure di magistrati ai suoi danni — e che già nel 2018, allegramente ma significativamente volle augurare «buon complotto a tutti».
giorgia meloni e arianna entrano in palestra foto di chi
Quanto alle condizioni meteo-stagionali, varrà la pena di segnalare che in estate Meloni ha un debole per la denuncia cospirativa, vedi analoghe sortite nel luglio e nel settembre dello scorso anno, quando alle prese con i casi Delmastro, Santanché e Apache (La Russa), accusò «un certo potere costituito» e poi «i soliti noti» di lavorare per la caduta del suo governo.
In realtà, e senza soverchie pedanterie sul ruolo effettivamente esercitato da sorelle, cognati, famigli ed ex compagni recuperati per le vacanze, è pur vero che il complotto nasce con la storia e quella d’Italia può leggersi come una sequela ininterrotta di fantasmi che reggono e determinano gli eventi in un profluvio di forze oscure e temuti golpe, grandi vecchi, santuari, menti raffinatissime, poteri forti e occulti, manine e manone, macchine del fango
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FILIPPO CECCARELLI IN UN RITRATTO DI RICCARDO MANNELLI
Dagli e dagli, in attesa della trama definitiva da individuare e da smascherare, nel linguaggio e nella cultura giovanile il periodico allarme viene parodiato secondo l’irresistibile formula usata da Aldo Biscardi al Processo del lunedì: «Gomblotto». In questo senso è possibile che, insieme alla solita commedia, la faccenda abbia a che fare con la malattia nazionale del melodramma, là dove i cattivi dell’opera lirica sono cattivissimi e le loro vittime sempre innocenti.
In questo senso dice molto una preziosa dichiarazione di solidarietà dell’onorevole fratello d’Italia Salvatore Caiata per cui «l’effluvio di parole come coltelli di una penna» ( sic) fanno male ad Arianna, «che prima di essere una politica è una donna e una mamma».
giorgia arianna meloni Giorgia e Arianna Meloni GIORGIA E ARIANNA MELONI COME LE GEMELLE DI SHINING - FOTOMONTAGGIO DEL FATTO QUOTIDIANO