Filippo Ceccarelli per “la Repubblica”
SILVIO BERLUSCONI IGNAZIO LA RUSSA SENATO 2
«Fra tutti li più mejo palazzoni,/ Montescitorio è un pezzo signorile». Il Palazzo per antonomasia, bellissimo già ai tempi del Belli e sempre uguale a se stesso in questa XIX legislatura repubblicana. E però: che cosa è più ormai il Parlamento?
Assemblee in formato ridotto, franchi tiratori alla rovescia, novizi al selfie, stivali inzaccherati, improperi para-istituzionali, questi ultimi per la verità tutt' altro che inediti se si considera che proprio il neo eletto presidente del Senato La Russa nel marzo del 2011 mandò a quel paese il presidente dell'assemblea Gianfranco Fini, costringendo i questori a fare un'indagine sullo sguaiato labiale con tanto di moviola. Ma a maggior ragione: che ne sarà di queste assemblee che nessuno osa più chiamare rappresentative?
silvio berlusconi ignazio la russa
Un indispensabile scetticismo consiglia di ignorare il fervorino di circostanza recitato ieri alla Camera dal presidente di turno, Rosato, neppure a farlo apposta l'uomo che ha prestato il cognome alla sciagurata legge elettorale; così come si può sorvolare sull'accalorata retorica larussiana.
soumahoro
Nei corridoi di Montecitorio, ingombri di un allestimento modesto ma civico, pendono le foto delle vittime della mafia. Chi si è sciroppato la bellezza di 13 legislature ha visto da vicino mafiosi, santi, lestofanti, delatori, e poi eroi, pazienti psichiatrici, terroristi redenti, venditori di pubblicità e poveracci. Eppure mai come stavolta la sensazione netta, seppur venata di malinconia, è che politica, per non dire la democrazia, non abita più qui. Forse solo il discorso di una senatrice a vita, e perciò non eletta, ha trasmesso qualche emozione. Per il resto vuoto e magheggi.
E dire che dinanzi alla prospettiva di una preannunciata svolta presidenzialista ci sarebbe ancor più bisogno di Camere degne e forti a far da contrappeso. Ma così non è. Osservata dalla tribuna, Meloni appare piccolina come un elfo, ma sicura e tosta con la sua coda di cavallo ondeggiante. E sarà il massimo dell'ingenuità, ma viene da pensare che proprio lei avrebbe potuto abbandonare per qualche ora i segreti conciliaboli sulle poltrone per mettere insieme maggioranza e opposizione e rileggere, tutti insieme, gli articoli della Costituzione sul Parlamento, riflettere sul suo destino, come del resto fece Mattarella dopo la rielezione. Pura utopia.
gli stivali di aboubakar soumahoro
Questo antico e glorioso istituto della democrazia è da troppo tempo l'ombra di se stesso. C'entrerà pure l'evoluzione tecnologica, ma intanto se il governo gli ha scippato il core- business (legislazione e controllo), le leggi elettorali hanno trasformato deputati e senatori in figurine alla mercé degli oligarchi cui debbono tutto, salvo spesso e massicciamente ribellarsi e allora cambiare bandiera, casacca, gruppo. Anche i presidenti non sono più figure arbitrali, indipendenti, con voto di castità politica. Da trent' anni sembra che li scelgano per essere imbelli, o inutili - anche se con La Russa, che ha negoziato per se stesso, si rischia l'eccesso opposto.
giorgia meloni
Al dunque la catastrofe parlamentare italiana sta nello scambio scellerato tra la perdita d i peso politico e l'acquisto di vantaggi che hanno trasformato Montecitorio e Palazzo Madama in parchi tematici; per cui vivono di mostre, presentazioni di libri, concerti, pellegrinaggi, eventi gastronomici, club di tifosi, coretti natalizi, meeting di bambini. Alla Camera, un deputato ha fatto la proposta di nozze alla fidanzata mentre si discuteva di ricostruzione post-sismica; al Senato, nella Sala "Caduti di Nassiriya", tre mesi fa Valeriona Marini ha presentato il suo ultimo brano "Baci stellari".
Nell'aula di Montecitorio sono arrivati ora due maxischermi che mostrano, per magia d'ingrandimento e smaterializzazione, gli onorevoli che intervengono: specchi delle loro brame. Ieri, ma solo per un attimo, si sono incantati e hanno trasmesso una policromia esagerata, un po' alla Andy Warhol.
renzi calenda paita SOUMAHORO