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    CENTO RENZIANI IN CERCA DI POLTRONA - I PEONES TREMANO ALL'IDEA CHE MATTEUCCIO MOLLI IL PARTITO PER FARSI LA SUA 'MACRONATA' (NON È ARIA), E LO SPINGONO A RICANDIDARSI SEGRETARIO DEL PD ORA CHE MINNITI HA LASCIATO IL CAMPO. HANNO PURE FATTO UN SONDAGGIO A TRE CON MARTINA E ZINGARETTI, CHE INVECE PENSA DI OFFRIRE A CALENDA IL RUOLO DI CAPOLISTA ALLE EUROPEE PER ALLARGARE IL CAMPO...


     
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    1. ORA RENZI COLTIVA LA "PAZZA IDEA" DI RICANDIDARSI ALLE PRIMARIE PD

    Estratto dall'articolo di Carlo Bertini per ''La Stampa''

     

    E se mi candidassi?» La domanda buttata lì a un dirigente Pd svela la nuova tentazione di Matteo Renzi. Nuova ma anche antica. Una tentazione non da scartare, anche se appare remota la praticabilità di una terza candidatura in zona Cesarini. Dopo aver negato per mesi che avrebbe ritentato la conquista del Pd. Dopo aver detto che non si occupa del congresso. Ma Renzi non è nuovo a sorprese eclatanti e nessuno dei suoi esclude questo scenario. Fatto sta che pare sia stato perfino commissionato un sondaggio «a tre» per capire l' elettore Pd chi voterebbe tra Martina, Zingaretti e Renzi (...)

     

    minniti renzi minniti renzi

    I colonnelli gli fanno baluginare l' idea di essere in tempo (il 12 si chiudono le candidature) per scendere in campo. E mettersi di nuovo a combattere per tenersi stretto il Pd da segretario. Una «pazza idea» come la definiscono perfino gli aficionados, ma che non è affatto da escludere. Visto lo stato di imbarazzo in cui versano tutti i suoi dirigenti, che non sanno che dire e preferiscono non commentare un suo addio al Pd per fare una cosa nuova. Uno tra tutti, Dario Nardella, si augura che non vi sia una scissione (...)

     

    Zingaretti non commenta, ma anche (...) l' operazione di coinvolgere Calenda con la promessa di una candidatura a capolista alle Europee, fatta con l' intercessione di Gentiloni, svela l' intenzione di mettere in campo un Pd largo e aperto per sopire gli animi. E il fatto che non vi sia un no secco dell' ex ministro dello Sviluppo è indicativo.

     

    RENZI MARTINA RENZI MARTINA

    Come è indicativo di uno spirito analogo la proposta di Delrio di una cabina di regia, con il presidente del partito Orfini, i capigruppo e tutti i candidati: non dare lo spettacolo di un partito lacerato, perché «qui il vero rischio è la tenuta del Pd» (...) Renzi deve dunque prendere una decisione complicata poiché sa perfettamente che a quel punto il congresso si trasformerebbe in un altro referendum su di lui. E per ora non si scopre. «Faccio il segretario, mi colpisce il fuoco amico. Mi dimetto e mi chiedono di stare in silenzio. Sto zitto e mi chiedono di parlare. Un giorno devo andarmene, un giorno fare il segretario...»

     

     

    2. NEL PD O FUORI I CENTO RENZIANI AL BIVIO GIALLO SULLA RICANDIDATURA DELL' EX LEADER

    Claudio Bozza per il ''Corriere della Sera''

     

    RENZI MARTINA RENZI MARTINA

    Un centinaio di parlamentari in cerca d' autore. È la maxi pattuglia di renziani, più o meno ortodossi, in attesa che l' ex premier dia un segnale, anche da dietro le quinte, che faccia da bussola politica ai circa 70 deputati (su 111 del Pd) e 31 senatori (su 52) rimasti in balia delle onde. Nel Pd, specie dopo il ritiro di Marco Minniti dalla corsa per le primarie, il quadro è sempre più indecifrabile. La ricerca di un candidato alternativo, per tenere insieme le truppe renziane, è spasmodica.

     

    Ma ieri è naufragato anche il tentativo di trovare la quadra su Lorenzo Guerini per sfidare il super favorito Nicola Zingaretti. A rendere ancor più incandescente la situazione, a tarda sera, da Huffingtonpost.it è piombata una notizia che sarebbe clamorosa: «Matteo Renzi è pronto a ricandidarsi per la segreteria del Pd. C' è un sondaggio in corso». Tutto mentre sui cellulari dei parlamentari circolavano le schermate con i quesiti per misurare l' appeal di Renzi. «Fantascienza», tagliano corto i collaboratori più stretti. «Un giorno devo andarmene, un giorno fare il segretario. Ma possiamo parlare di politica anziché parlare tutti i giorni di me?», aggiunge poi Renzi su Twitter.

    NICOLA ZINGARETTI RENZI NICOLA ZINGARETTI RENZI

     

    «Cosa facciamo? Chi dobbiamo sostenere?», si chiedono sempre più smarriti gli eletti che difficilmente verrebbero accolti da Zingaretti o Martina.

    Ma a condizionare il campo nel centrosinistra resta il possibile addio di Renzi al Pd, con la fondazione di un nuovo contenitore politico per misurarsi alle elezioni europee di maggio. È più di una ipotesi, ieri (tiepidamente) smentita dall' ex premier dopo settimane di tam tam.

     

    renzi lotti renzi lotti

    «Per ora il tema non si pone. A gennaio vedremo», si è fatto sfuggire a chi lo ha incalzato in questi giorni, che lo vedono impegnato nella promozione del suo docufilm su Firenze, in onda il 15 dicembre. Il sentiero dell' addio non verrebbe però imboccato da molti dei renziani più fedeli. L' idea di un nuovo partito viene bocciata con forza, ad esempio, dal sindaco di Firenze Dario Nardella, che con un partito in agonia deve puntare sul civismo tutte le chances per la riconferma a Palazzo Vecchio: «Se Matteo va via io resto nel Pd», dice. Ed il tema sembra proprio non porsi anche per l' ex ministro Luca Lotti, braccio destro di Renzi da sempre.

     

    Nel Pd resterebbero senza dubbi anche Lorenzo Guerini, Ettore Rosato, l' eurodeputata Simona Bonafè e di certo anche l' economista Pier Carlo Padoan. Il progetto politico alternativo e di stampo macroniano - in un' intervista a Le Point Renzi ha detto che «Emmanuel, popolare o meno in Francia, sarà il perno delle decisioni importanti in Europa nei prossimi 5 anni» - vedrebbe protagonisti uomini e donne fuori dai giri politici. Con Renzi rimarrebbero però nomi come Maria Elena Boschi, Francesco Bonifazi, Ivan Scalfarotto, Anna Ascani, Sandro Gozi e pochissimi altri.

     

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    Tutto mentre il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, non usa giri di parole: «Prima o poi Renzi lascerà il partito, perché questa situazione tirata così a lungo non fa bene a nessuno - riflette - Per il Pd non è una buona cosa che Renzi lasci, ma continuare in questo rapporto logorato è difficile. Posso capire Matteo dal punto di vista umano perché quando ti guardi intorno e non vedi tanti amici ti viene voglia di cambiamento».

     

    Sulla possibilità di una nuova formazione moderata, con lo sguardo rivolto anche ai delusi di Forza Italia, interviene anche Silvio Berlusconi: «Riguarda una parte politica diversa dalla nostra e quindi mi lascia indifferente». Intanto mancano appena cinque giorni alla scadenza del 12 dicembre, per formalizzare le candidature alle primarie: Nicola Zingaretti, al momento, non ha avversari in grado di impensierirlo. Mentre Lotti e Guerini stanno cercando un nome alternativo, per tenere insieme la corrente renziana.

     

     

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