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    “È TROPPO RENZI PER ESSERE ANCHE QUALCOS’ALTRO” - TOMMASO CERNO DIFENDE MATTEUCCIO: “HO AVUTO MOLTI SCONTRI CON LUI, MA NON POSSO IMMAGINARE CHE SIA DIVENTATO COSÌ POCO NARCISISTA DA FARSI DETTARE IL COPIONE - È SICURAMENTE UN FENOMENO, MA NON QUELLO A CUI IO ADERISCO. NON SO SE STIA COMPIENDO DEI REATI O MENO, NON MI INTERESSA, PENSO SOLO CHE…" - SULL’OBBLIGO VACCINALE: SE NON HAI IL CORAGGIO DI IMPORLO O RIESCI A FARE UNA POLITICA CULTURALE OPPURE SEI UN IPOCRITA" – VIDEO


     
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    Gianmarco Aimi per mowmag.com

     

    TOMMASO CERNO E MATTEO RENZI TOMMASO CERNO E MATTEO RENZI

    I rapporti discutibili con l’Arabia Saudita e gli speech a pagamento per aziende e privati. L’inchiesta sulla Fondazione Open e le centinaia di migliaia di euro spesi per un solo volo negli Stati Uniti. L’incontro con il dirigente dei servizi segreti in autogrill e la sfiducia al governo Conte che favorì l’arrivo di Mario Draghi. Il mancato sostegno al Ddl Zan e i guadagni lievitati da quando è senatore.

     

    E potremmo andare avanti a lungo, visto che quella di Matteo Renzi sembra ormai una telenovela giornaliera condita da accuse e smentite, veleni e intrighi, inchieste giudiziarie clamorose – con annesse intercettazioni diffuse dalla stampa - e manovre politiche senza scrupoli. Non c’è giorno nel quale non si parli dell’ex premier, nonostante il suo partito ormai da tempo navighi intorno a un consenso del due per cento.

    RENZI PRIMO GIORNO DA SENATORE CON CERNO E BOSSI RENZI PRIMO GIORNO DA SENATORE CON CERNO E BOSSI

     

    Anche per questo viene naturale chiedersi che cosa sia diventato davvero l’ex enfant prodige della politica italiana, che a soli 39 anni riuscì a compiere il grande salto dallo scranno di primo cittadino di Firenze a quello di presidente del consiglio con l’intento di rottamare la vecchia classe dirigente.

     

    Abbiamo girato la questione a Tommaso Cerno, giornalista, senatore del Pd (per alcune ore virtualmente aderente a Italia Viva), che non solo lo conosce bene, ma che verso di lui è sempre stato molto critico. Eppure, nonostante tutto quel che si dice e scrive sul suo conto, non crede “che si sia trasformato in uno che legge le veline a pagamento”.

     

    Tommaso Cerno, come interpreta le continue notizie che escono ogni giorno sul conto di Matteo Renzi?

    Penso che ci sia, come in tantissime vicende odierne, una incapacità pratica di guardare il mondo com’è veramente. Fa parte del nostro tempo, con una politica ormai dilatata e diluita nella quotidianità.

    renzi a cernobbio renzi a cernobbio

     

    A cosa si riferisce?

    Al fatto che lo “scandalo Renzi” è abbastanza surreale in tempi moderni. Che abbia ancora un ruolo politico è evidente, direi connaturato. Gli posso contestare l'ammicco a paesi dove la libertà di cui lui stesso gode non è quella che noi abbiamo, ma non credo onestamente al teorema che Renzi si faccia pagare per dire cose che gli sono utili.

     

    Altro conto è se, in punta di legge, la magistratura riterrà che certe cose non si possano più dire. Ma non mi stupirei che poi ci sia qualcuno che possa sollevare la questione del reato di opinione. E quindi che Renzi, proprio perché politico, può dire quello che vuole.

     

    LAWRENZI D'ARABIA LAWRENZI D'ARABIA

    Non c’è anche una questione di opportunità politica su certi atteggiamenti?

    Non vedo una consequenzialità in ciò che lui ha detto e in ciò che lui ha fatto. Semmai vedo l’accanimento di Renzi nel voler essere sempre al centro dell’attenzione come se fosse ancora premier e l’accanimento di una parte della stampa nel verificare che questo suo essere al centro dell’attenzione sia legittimo. Ma non credo a un disegno utilitaristico in tutto questo.

     

    C’è chi dice che un senatore o parlamentare non dovrebbe prendere soldi da soggetti privati che potrebbero influenzare le sue decisioni all’interno delle istituzioni.

    Se parliamo di un peóne del Parlamento che prendendo soldi da qualcuno dice quello che gli è utile dire, allora gli darei ragione. Ma Renzi è talmente narcisista che pensare a uno che lo paga per modificare quel che vuole dire è oltre l’immaginabile.

     

    cerno zan cerno zan

    Se Renzi ha un difetto è che può prendere i soldi per dire quello che vuole, non quello che dicono gli altri. Insomma, su Renzi bisogna mettersi d’accordo: è un personaggio che ha totalizzato il dibattito della sinistra per anni dicendo qualunque cosa, oppure improvvisamente è diventato uno che dice cose per cui lo pagano? Quest’ultima teoria mi sembra poco renziana. Che poi abbia guadagnato soldi dicendo quello che avrebbe detto comunque ci può anche stare.

     

    Provi lei a spiegarci chi è davvero oggi Matteo Renzi.

    La questione è la seguente. È un politico che ha cercato di cambiare l’Italia a suo uso e consumo o è uno che si fa pagare come l’ultimo arrivato? Ho avuto molti scontri con lui, ma non posso immaginare che sia diventato così poco narcisista da farsi dettare il copione. Non credo proprio. Se lo ha fatto è perché nella sua visione lo ritiene legittimo. Se non lo sarà, come ha già fatto, pagherà per le sue colpe.

    tommaso cerno franca leosini foto di bacco tommaso cerno franca leosini foto di bacco

     

    Anche perché non posso immaginare che dal suo auto-centralismo italiano, per cui l’Italia è quello che dice Renzi, si sia trasformato in uno che legge le veline a pagamento. Anche se non siamo vicini come visione politica non glielo posso attribuire. È troppo Renzi per essere anche qualcos’altro.

     

    Quando lei fu accostato a Italia Viva, dichiarò: “Stimo Renzi ma non ho bisogno di capi”.

    Renzi in quel caso fece una dichiarazione via cellulare a Enrico Mentana comprendendomi in Italia Viva. Ma gli avevo solo detto “lascio il Pd". Ma bisogna tenere conto che io mi candidai in Parlamento anche contro l’idea che Renzi aveva dell’Italia, lo dimostrano le copertine dell’Espresso quando ero direttore. Nonostante ciò, sono stato l’unico candidato del Pd che Renzi voleva con sé anche se non la pensavo come lui. Lo stimo dal punto di vista politico nel senso che ritengo sia anche troppo politico.

     

    Ha fatto più adesso che ha il due per cento di quando aveva il quaranta. È sicuramente un fenomeno, ma non quello a cui io aderisco. Non so se stia compiendo dei reati o meno, non mi interessa, penso solo che Renzi dica quello che direbbe in qualunque circostanza. Quindi, più che di Renzi, bisognerebbe discutere del tema della libertà di pensiero di un politico.

     

    maria elena boschi tommaso cerno alessandro zan foto di bacco maria elena boschi tommaso cerno alessandro zan foto di bacco

    Lei scrisse il libro “Inferno. La Commedia del potere” (Rizzoli) ispirato alla Divina Commedia dantesca, nel quale tra gli altri mise anche Matteo Renzi in uno dei gironi dei dannati.

    Li ho messi tutti i politici, io per primo. Credo che Renzi sia l’uomo più vicino a Massimo D’Alema. Entrambi sono degli illusi della sinistra, ma per ragioni opposte. D’Alema ha cercato di far passare l’idea che il partito di maggioranza, anche se di sinistra, poteva esprimere il premier. E sappiamo come andò a finire. Mentre Renzi ha pensato di poter prendere in mano la sinistra trasformandola in qualcosa che la sinistra non è.

     

    Quindi sono molto più simili di quanto raccontino le cronache: due idealisti diventati due iper-realisti. Il loro girone è quello degli illusi, cioè di coloro che pensavano di prendere in mano la sinistra dandogli una loro idea e che poi sono finiti per essere cacciati, in un modo o nell’altro, da quella stessa sinistra che quando pensavano di avere dominato si è ribellata a loro come a qualunque leader.

     

    TOMMASO CERNO TOMMASO CERNO

    Quindi, più che a Renzi, lei il processo politico lo farebbe alla sinistra?

    Non è un caso che dal 1992 a oggi la sinistra abbia cambiato una immensità di leader , mentre la destra, a parte Salvini che ha sostituito Bossi anche per motivi fisiologici, sia sempre ferma sullo stesso schema e le stesse persone.

     

    Al punto che Berlusconi è ancora protagonista. La vera questione per me è la seguente: la sinistra la vuole cambiare questa Italia, oppure preferisce conviverci in uno stato di eterno potere dove senza mai vincere governa e gli va bene così e dove può cambiare un segretario al mese e non se ne accorge più nessuno?

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