Marco Cremonesi per il “Corriere della Sera” - Estratti
matteo salvini giuseppe conte
Non sarà certo una mozione di sfiducia a rallentare il ritmo di Matteo Salvini, vicepremier nonché ministro dei Trasporti. Ieri ha messo il turbo per dimostrare al mondo che il voto chiesto dalle opposizioni riguardo al patto del 2017 tra Lega e il partito di Putin Russia unita fosse l’ultimo dei suoi pensieri. Del resto, manco ha partecipato alla seduta della Camera, né si è giovato della possibilità di intervenire: non ne aveva bisogno.
Il copione era scritto e da giorni i leghisti garantivano sulla «maggioranza compatta e nessuna strumentalizzazione».
giuseppe conte matteo salvini
Dai banchi del governo, per la Lega, assistono Roberto Calderoli e più avanti anche Giancarlo Giorgetti. Sui banchi si discetta più del possibile ballottaggio per l’elezione diretta del premier. Al capogruppo leghista Massimiliano Romeo, la cosa «non piace». E nemmeno all’azzurro Alessandro Cattaneo: «Ai ballottaggi vanno numeri molto bassi. Io non sono d’accordo».
Salvini, appunto. Non c’è. E «non si capisce perché avrebbe dovuto dare un contributo all’opposizione show» dice un sostenitore, per cui il leader leghista si sarebbe «anche goduto lo spettacolo»: opposizioni che «non hanno perso l’occasione di sottolineare con il pennarello rosso tutte le loro divisioni». Peraltro, l’intervento del capogruppo leghista Riccardo Molinari sottolinea le fratture in maniera puntuale.
Un solo intervento pare abbia irritato il segretario leghista.
salvini putin conte
Quello della dem Lia Quartapelle, che ritiene che Giorgia Meloni abbia «consapevolmente» escluso i leghisti dai dicasteri sensibili, dalla Difesa agli Esteri ai Rapporti con l’Unione.
Salvini, peraltro, alla Camera ci va. Ma soltanto per rispondere al question time riguardo al Ponte sullo Stretto.
Annuncia «l’avvio del procedimento degli espropri», 450 nuclei familiari di cui 300 in Sicilia e 150 in Calabria. Tra meno di tre settimane si vota in Basilicata e il ministro non fa mancare il pensiero: annuncia che «complessivamente sono 2,8 miliardi di euro i fondi destinati alle strade della Basilicata». Il deputato leghista di zona, Domenico Furgiele, si lancia in un bel «grazie». Salvini parla anche della diga del porto di Genova: «Si farà — garantisce il ministro — ed entro maggio avverrà la posa del primo cassone in mare». E sui ritardi delle barriere anti rumore sull’autostrada ligure, non si può chiedere di più: «Abbiamo dato un significativo impulso per sbloccare la situazione».
matteo salvini giuseppe conte
Poi, prende la porta e via che va. Ai cronisti dice di avere «una riunione sulle concessioni autostradali». Già nel garage della Camera, incontra Giuseppe Conte, che con il Movimento 5 Stelle ha avviato la mozione di sfiducia. Non sembrano poi cane e gatto, il breve incontro finisce con una stretta di mano e una risata: «Gli ho detto di averlo visto in televisione», rivela Conte.
LEGA - STRISCIONE DI CONTESTAZIONE A MATTEO SALVINI
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