Mario Sconcerti per il “Corriere della Sera”
pep guardiola manchester city lione 2
C’è una cosa strana: sono andate in semifinale due squadre francesi, cioè del campionato che si è fermato a marzo, e due tedesche, cioè del campionato che ha ricominciato per primo dopo il lockdown. Sono state eliminate tutte le squadre dei campionati che hanno chiuso per ultimi, come il nostro, quello inglese e spagnolo.
rudi garcia lione
Sono dati che o li prendiamo come casuali e li cancelliamo nel grande falò del virus, o faranno molto discutere e ripensare il modo di prepararsi al calcio. Serve più un riposo controllato, mosso, o una continua aggressione atletica? Fino a oggi nessun preparatore avrebbe pensato fosse un vantaggio arrivare a un grande torneo senza aver giocato per sei mesi. Cosa è successo davvero ai nostri muscoli, alle nostre menti?
RALF RANGNICK
C’è un altro dato importante, tre tecnici su quattro sono tedeschi. Uno, Garcia, è un vecchio opportunista del calcio, passato con intelligenza anche dall’Italia. Cioè stiamo dando ragione a tutte le scuole, al nuovo e al vecchio. Perfino al classico: Flik è infatti un allenatore che viene dall’interno della federazione, cresciuto con Low in Nazionale.
bayern barcellona
C’è infine un’ultima novità, Psg e Lione sono alla seconda semifinale, il Lipsia alla prima. È una novità reale o va messo anche questo sul conto della malattia? È chiaro che la formula ha aiutato l’impresa. Ma è anche vero che il calcio è adesso diviso in due parti, una illustre e appesantita dal tempo, l’altra che porta idee più giovani e svelte.
bayern barcellona messi
Maestri come Guardiola e Zidane si sono scoloriti con l’uso. Guardiola soprattutto sembra aver perso la sua diversità ossessionato dal doverne sempre trovare una nuova. Il calcio delle grandi squadre si è esaurito nell’inseguirsi, ha speso troppo, spesso male e ha aperto le strade agli altri. Il Lipsia ha in rosa 16 giocatori sotto i 23 anni e 2 sotto i 24. Un valore di mercato medio che è arrivato adesso ai 20 milioni per giocatore. Intorno ai 40 ci sono solo i tre centrali, Upamecano, Konaté e Klostermann.
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È un calcio nuovo dove il pallone perso deve essere recuperato nella metà campo degli altri in sei secondi. È il regno di Rangnick, il fantasma sapiente che appare e scompare terrorizzando le migliori panchine d’Europa. Un calcio difficile ed entusiasta, certamente non definitivo. Infatti ha portato per ora dove è anche il Lione, squadra più semplicemente italiana. Per me la finale sarà Psg-Bayern, le due squadre più classiche e di più qualità. Ma è un tempo diverso, mancano i riferimenti abituali. Sono rimasti fuori gli inglesi, non vincono da dieci anni gli italiani. Il Barcellona si sta esaurendo nella prima senilità di Messi. Non ci sono più maestri, lo stesso Sarri è in castigo. È una fase spezzata, il tempo giusto per un cambiamento.
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