Gianni Di Capua per il Tempo
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«Vorrei mettere tutti in guardia dal sottovalutare la difficoltà dei negoziati che stanno per iniziare». Il presidente del consiglio europeo Charles Michel, intervenuto in video collegamento agli Stati Generali a villa Pamphili, mette in guardia il premier Conte sulla trattativa per il Recovery Fund. «Si tratta di una proposta sotto molti aspetti inedita per natura e portata - ha avvertito - Ma c'è ancora strada da fare.
Come sapete, su vari punti chiave del progetto esistono divergenze significative: sulla dotazione globale, sulla ripartizione tra prestiti e sovvenzioni, sui criteri di distribuzione delle risorse finanziarie, sulle condizioni di assegnazione dei fondi... Ora più che mai, questi negoziati sono irti di difficoltà, poiché costringono tutti gli Stati membri a riconsiderare determinati principi cui sono fedeli da così lungo tempo.
charles michel
Per il buon esito di simili negoziati, tutti i partecipanti dovranno sforzarsi di guardare e comprendere le cose dal punto di vista degli altri, e quindi accettare di mettere in discussione i propri preconcetti». «Non tutti condividono la stessa interpretazione di cosa sia nel concreto la solidarietà - ha proseguito Charles Michel - Così come non tutti sono istintivamente d'accordo sulle implicazioni pratiche che derivano necessariamente dal principio di responsabilità. Potremo riuscire solo se sia gli uni che gli altri faranno lo sforzo di mettersi nei panni dei rispettivi interlocutori.
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Il processo di allineamento verso un accordo è cominciato, ma la strada è ancora lunga e piena di ostacoli: questo deve essere chiaro a tutti». Ma da Michel arriva anche qualche parola di speranza per il nostro Paese: «Questo piano europeo di ampio respiro che - ne sono convinto - dobbiamo mettere in atto pub anche rappresentare un'occasione unica per l'Italia: l'occasione di realizzare le trasformazioni indispensabili per un avvenire più stabile, in Italia e in Europa.
Diamo tutti prova di coraggio e responsabilità. In quest'impresa di solidarietà a 27, più saremo ambiziosi e coraggiosi a livello nazionale, maggiore sarà la forza che imprimeremo al progetto europeo. La solidarietà non è una strada a senso unico: da una parte, presuppone la mobilitazione di risorse per sostenere le regioni e i settori maggiormente colpiti; dall'altra, significa anche realizzare le trasformazioni indispensabili per rafforzare ciascuno Stato membro, e quindi l'Unione europea nel suo complesso. Rafforzare l'Italia significa rafforzare anche l'Europa».
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