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    “CHARLIE HEBDO”, DUE ANNI DOPO - IL 7 GENNAIO 2015 LA STRAGE AL GIORNALE SATIRICO - OGGI LA REDAZIONE LAVORA IN UN LUOGO TENUTO NASCOSTO DALLE FORZE DELL’ORDINE, PROTETTA DA MISURE DI SICUREZZA PER 1 MILIONI DI EURO L’ANNO - UNA FORTEZZA CON PANIC ROOM, TORNELLI, TELECAMERE E ASCENSORI BLINDATI - IL LIBRO SULLE FAIDE ALL’INTERNO DEL GIORNALE


     
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    1 - CHARLIE HEBDO, PORTE BLINDATE E CODICI SEGRETI

    Stefano Montefiori per il “Corriere della Sera”

     

    Nelle stanze al numero 10 di rue Nicolas Appert, dove due anni fa la redazione di Charlie Hebdo venne decimata dai fratelli Kouachi, oggi si sono sistemati i dipendenti del Groupe Sos, un' azienda che si occupa di progetti sociali e solidali. Per otto mesi dopo la strage del 7 gennaio 2015 i locali vennero tenuti sotto sequestro giudiziario, poi è cominciata la ristrutturazione: muri e pavimenti sono stati lavati e rilavati, e stuccati i fori delle pallottole sulle pareti ridipinte di bianco. Certo che c'è un carico di emozione quando si entra qui - ha detto il vicepresidente Nicolas Froissard a France Info -, ma almeno questi luoghi rivivono, no?.

    copertina di charlie hebdo con maometto copertina di charlie hebdo con maometto

     

    Ospitati per qualche mese nella sede di Libération , i superstiti di Charlie Hebdo e i nuovi collaboratori oggi lavorano altrove, in un indirizzo segreto, sempre a Parigi, protetti da misure di sicurezza che costano circa un milione di euro l' anno.

     

    Per entrare nel palazzo devono fornire una parola segreta, poi superare diverse porte blindate prima di essere perquisiti da agenti con armi da guerra, da cui saranno accompagnati infine in redazione dove è stata costruita una panic room, la stanza protetta nella quale rifugiarsi in caso di un nuovo attacco (le minacce degli islamisti continuano ad arrivare, ogni giorno).

     

    L'attentato, il primo della serie a Parigi, fece 12 morti e 11 feriti. Due anni dopo Charlie Hebdo gode di una salute finanziaria che non aveva mai conosciuto prima, ma il morale non è alto. Proprio nelle ore dell'anniversario una delle sue giornaliste, da tempo in rotta con la direzione, ha ufficializzato l'addio al giornale delle vignette su Maometto.

    terroristi charlie hebdo terroristi charlie hebdo

     

    Charlie Hebdo è morto il 7 gennaio 2015, ha detto all' Afp Zineb El Rhazoui, 34enne franco-marocchina che quel giorno si è salvata perché era in vacanza a Casablanca. Zineb accusa Charlie Hebdo di seguire ormai la linea editoriale dettata dai fondamentalisti islamici già prima dell' attentato, ovvero non disegnare Maometto.

     

    La mattina della strage Charlie Hebdo aveva in copertina una caricatura dello scrittore Michel Houellebecq, che nelle stesse ore stava facendo uscire in libreria un romanzo atteso e discusso già da mesi - Sottomissione - nel quale si immagina una Francia governata da un presidente della Repubblica islamico.

    CHARLIE HEBDO CHARLIE HEBDO

     

    Pochi giorni dopo, in un'intervista al Corriere della Sera, Houellebecq espresse il dolore per la perdita dell'amico Bernard Maris ed esercitò ancora le sue capacità profetiche: La libertà di espressione sarà più difficile da esercitare. Tra qualche tempo non credo che i vignettisti avranno ancora il coraggio di scherzare su Maometto (...). La marcia di solidarietà di questa domenica, pur immensa, non avrà enormi conseguenze. Torneremo con i piedi per terra.

    christopher furlong manifestazione a parigi dopo charlie hebdo christopher furlong manifestazione a parigi dopo charlie hebdo

     

    Due anni dopo, Zineb dà ragione a Houellebecq. La libertà a tutti i costi era quel che mi piaceva di Charlie Hebdo , ma il giornale non ha più la forza di tenere viva la fiamma dell'irriverenza. Il reporter Laurent Léger, ancora convalescente, dice che avremmo dovuto smettere subito dopo il numero dei superstiti, quello uscito una settimana dopo l'attacco e venduto in 8 milioni di copie. Anche il direttore Riss, che ha preso il posto di Charb ucciso dai terroristi di Al Qaeda, oggi sembra ammettere la sconfitta ideale: Se domani mettiamo in copertina una caricatura di Maometto, chi ci difenderà? Nessuno. Anzi, ci diranno: "Siete pazzi, ve la siete cercata".

    IL LIBRO SU CHARLIE HEBDO IL LIBRO SU CHARLIE HEBDO

     

    2 - "COSÌ SI SONO DIVISI I REDUCI DI CHARLIE HEBDO"

    Anais Ginori per “la Repubblica”

     

    Un portellone con tornelli automatici, poi un secondo varco fino all' ascensore blindato, telecamere a infrarossi, porte e vetri antiproiettile, poliziotti con armi automatiche. È il check point della redazione di Charlie Hebdo. Due anni dopo, il settimanale satirico ha organizzato sobrie commemorazioni per ricordare le 12 vittime degli attentati. Charlie ha traslocato in una sorta di fortezza dall' indirizzo segreto, ma continua a provocare con le sue caricature, pubblica una nuova edizione in tedesco.

     

    funarali dei fumettisti dello charlie hebdo funarali dei fumettisti dello charlie hebdo

    "2017, la fine del tunnel" è il disegno di copertina di questa settimana, con un uomo che guarda in fondo alla canna di un fucile. La ricostruzione dopo il massacro è stata lunga e tormentata. Gran parte dei lettori di due anni fa, i milioni di "Je suis Charlie", sono scomparsi. Il numero dei "superstiti" con il Profeta Maometto in lacrime aveva venduto oltre 3 milioni di copie.

     

    Oggi il giornale si accontentata di 50mila in edicola e 60mila con gli abbonamenti. Nel frattempo ci sono stati altri attentati in Francia e in Europa. Abbiamo inaugurato una lunga lista ricorda il direttore Riss, ferito al braccio dai terroristi. Eppure siamo diversi - precisa - perché il 7 gennaio non è stato un attentato come gli altri: è un crimine politico. Riss guida una redazione decimata, in cui sono stati uccisi alcuni dei disegnatori più noti come Wolinski e Cabu, e dove ci sono state molte defezioni.

     

    FUNERALI PER LE VITTIME DELLA STRAGE A CHARLIE HEBDO FUNERALI PER LE VITTIME DELLA STRAGE A CHARLIE HEBDO

    Se ne sono andati Luz a Patrick Pelloux, amici fraterni dell' ex direttore Charb assassinato. Ha sbattuto la porta la sociologa Zineb El Rhazoui. Qualche mese fa è partita la disegnatrice Catherine Meurisse. Il giornalista investigativo Laurent Léger, dopo aver guidato un collettivo che ha chiesto inutilmente di far entrare i giornalisti nell' azionariato, è in congedo malattia da oltre un anno.

     

    Quelli di Charlie si sono lacerati su tutto: la linea editoriale, la suddivisione del capitale, l'organizzazione del giornale racconta Laurent Telo, giornalista di Le Monde e autore insieme a Marie Bordet del libro "Charlie Hebdo, il giorno dopo" che ricostruisce le faide dentro il settimanale.

     

    LA REDAZIONE DI CHARLIE HEBDO LA REDAZIONE DI CHARLIE HEBDO

    Al centro di questa crudele parabola ci sono i soldi. Oltre 4 milioni versati in donazioni da oltre 84 paesi, devoluti solo qualche mese fa ai famigliari delle vittime. E circa 30 milioni di euro, cifra non ufficiale, ricavata dalle vendite straordinarie che, secondo la direzione, rappresentano il "tesoretto" per garantire il futuro della testata. Riss e il direttore finanziario Eric Portheault avevano promesso di creare una fondazione, poi non l' hanno fatto.

     

    Sono azionisti unici e rifiutano di trasformare il giornale in una cooperativa. Gli autori dell' inchiesta sono stati accusati dall' avvocato del giornale di aggiungere "calunnia alla sofferenza". Charlie Hebdo è diventato un simbolo della libertà di espressione ma poi trova strano che venga usata sulle sue vicende risponde Telo. Il medico Pelloux, tra i primi ad arrivare sull' attentato e che ora non collabora più, sorride amaro: È come se dei militanti vegetariani fossero diventati carnivori.

    LA REDAZIONE DI CHARLIE HEBDO LA REDAZIONE DI CHARLIE HEBDO

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