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    CHE ANSIA TREMENDA! - QUANDO METTERSI IN VIAGGIO DIVENTA UN PROBLEMA: DAL 14 AL 33 PER CENTO DEGLI ITALIANI SOFFRE DI UN DISTURBO LEGATO A PRENDERE L'AEREO O A GUIDARE L'AUTO - LA PAURA PUÒ SFOCIARE IN MALESSERE DIFFUSO, CHE SI ESPRIME IN VARI MODI: DALLA TACHICARDIA AI…


     
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    Alice Dutto per il “Corriere della sera”

     

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    Qual è il tuo mantra del decollo? «Stiamo precipitando, stiamo precipitando, stiamo precipitando!». Così Kate (alias Meg Ryan) risponde alla voce proveniente dall' altoparlante mentre è sul simulatore di volo per vincere la sua paura dell' aereo. La protagonista di French Kiss fallirà miseramente la prova e non solo lei.

     

    «I dati epidemiologici dicono che i disturbi d' ansia, come quello di prendere l' aereo o di guidare l' auto, sono disturbi mentali che hanno la più alta prevalenza tra i disturbi psichiatrici. Dal 14 al 33 per cento della popolazione generale ha sofferto di un disturbo d' ansia.

     

    In Italia, circa cinque milioni di persone hanno sperimentato almeno un attacco di panico nella vita e un milione ha sviluppato un vero e proprio disturbo di panico» afferma Giampaolo Perna, docente di psichiatria presso Humanitas University e responsabile del Centro per i disturbi di ansia e panico in Humanitas San Pio X. Chi è affetto da una specifica fobia è generalmente del tutto consapevole dell' irrazionalità della propria paura, ciononostante è incapace di superarla.

     

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    «La frequenza di queste particolari forme d' ansia è molto alta nella popolazione generale, con una distribuzione maggiore nell' infanzia e nell' età giovane-adulta, anche se tutte le fasce d' età risultano colpite» sottolinea Cinzia Niolu, professore associato di Psichiatria presso il Dipartimento di Medicina dei Sistemi dell' Università di Roma Tor Vergata e co-autrice del libro La paura di volare. Perché viene e come si supera l' ansia di prendere l' aereo (Il Pensiero Scientifico Editore).

     

    L' ansia patologica si divide prevalentemente in due tipologie: da una parte, le persone colpite sviluppano una preoccupazione eccessiva relativa ai rischi e ai pericoli di viaggiare per l' impossibilità di avere il controllo della situazione. Dall' altra parte, l' ansia è legata alla paura di stare male. Questo accade quando si sono già avuti episodi di malessere, ad esempio attacchi di panico, che non si vogliono rivivere.

     

    In tutti i casi, «le persone che soffrono di queste fobie sperimentano un disagio molto profondo, sia per l' intensità dell' ansia, che può arrivare sino al panico acuto; sia per il completo stravolgimento che questa condizione provoca nella loro vita».

     

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    Per fuggire al luogo, la situazione o l' oggetto che scatena la paura, infatti, le persone arrivano a fare percorsi anche molto contorti, complicando la loro vita e quella di chi li circonda, compromettendo rapporti e relazioni.

     

    «C' è chi si trova nella condizione di cambiare spesso lavoro per non essere costretto a prendere un ascensore, la metropolitana o l' aereo. O chi rinuncia per sempre ad andare in vacanza. Non è ancora chiaro da dove nascano questi disturbi: stando alla teoria psicodinamica, la fobia deriverebbe da uno spostamento di un conflitto interno a un oggetto esterno, ad esempio un mezzo di trasporto, che può essere più facilmente evitato» spiega Emanuele Preti, ricercatore di psicologia clinica dell' Università Milano-Bicocca.

     

    I mezzi di trasporto si prestano bene a questo processo psicologico. Le paure che suscitano sono prevalentemente legate all' assenza di controllo, alla sensazione di essere intrappolati, ma anche al rischio di stare male e di essere coinvolti in un incidente.

    Un aspetto comune a tutti «è la loro caratteristica di movimento, di trasportare altrove, più o meno lontano e più o meno rapidamente - riprende Cinzia Niolu -. Questo aspetto, che se vogliamo ha come finalità precisa una sempre maggiore facilità di comunicazione e quindi di avvicinamento, spesso assume per alcune persone il significato opposto, di allontanamento e separazione, con tutto ciò che ne consegue per chi vive la separazione come evento pericoloso in se stesso e, di conseguenza, con estrema angoscia».

     

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    La paura può poi sfociare in malessere diffuso, che si esprime in vari modi: dalla tachicardia ai brividi, dalla mancanza d' aria al senso di nausea fino a veri e propri attacchi di panico. Tra l' altro, la crisi può avvenire non solo quando il soggetto entra in contatto con l' oggetto specifico della sua paura: a volte basta soltanto che ci pensi o ne senta parlare. Quando questi problemi esordiscono, è importante che vengano curati bene per evitare che si ripetano aggravando la situazione.

     

    Ma secondo un recente studio che ha coinvolto 21 nazioni e che è stato pubblicato sulla rivista scientifica Depression and Anxiety , meno di un paziente su dieci riceve cure potenzialmente efficaci sui disturbi d' ansia. «Il primo passo per un buon trattamento - informa Giampaolo Perna - è quello di fare una diagnosi corretta». All' inizio, quindi, bisogna escludere una patologia medica: «Ad esempio, il senso di vertigine o di sbandamento che un paziente lamenta quando è su un mezzo di trasporto potrebbe essere collegato a un malfunzionamento del sistema dell' equilibrio». Dopo, è necessario identificare lo specifico disturbo d' ansia: «La giusta diagnosi è fondamentale per poter procedere a una cura personalizzata del paziente sulla base delle sue caratteristiche personali e della tipologia del disagio».

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    Un approccio «su misura» che, come emerge da un recente articolo pubblicato su Neuropsychiatric Disease & Treatment e scritto dallo stesso professor Perna e da Daniela Caldirola, psichiatra di Humanitas San Pio X, è fondamentale per minimizzare gli effetti collaterali della terapia e massimizzare la possibilità di ritrovare il benessere perduto: «In generale, si può procedere con una terapia farmacologica da abbinare a una psicoterapia cognitivo-comportamentale che utilizzi le tecniche di esposizione graduale alle situazioni temute, in modo da superare gradualmente la propria paura». In ogni caso, il consiglio è quello di evitare terapie fai da te e di rivolgersi sempre allo specialista. Per eliminare il problema è poi fondamentale mantenere uno stile di vita sano, evitando il fumo e sostanze stimolanti che, invece di aiutare, peggiorano la situazione.

     

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    «Praticare attività fisica regolarmente, almeno 20 minuti tre volte alla settimana, protegge da situazioni indesiderate, perché ripristina l' efficienza del corpo».

    Per prevenire disagi, prima di partire può essere utile programmare il viaggio valutando le opzioni a disposizione: «ad esempio, scegliendo un treno con i finestrini apribili o chiedendo a una persona di fiducia di accompagnarci. In fase acuta, è invece molto efficace attivare delle tecniche di rilassamento muscolare e di controllo della respirazione». Nei casi meno gravi, quindi, è possibile affrontare le proprie paure mettendo in atto qualche piccolo accorgimento senza dover rinunciare alle meritate vacanze.

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