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    CHE BEGLI AMICI CHE HA GIORGIA MELONI IN EUROPA – IL PREMIER UNGHERESE, VIKTOR ORBAN, SI SCAGLIA CONTRO L’ACCORDO SUI MIGRANTI: “POLONIA E UNGHERIA SONO STATE STUPRATE LEGALMENTE DALL’UNIONE. SE SEI LEGALMENTE COSTRETTO AD ACCETTARE QUALCOSA CHE NON TI PIACE, UN COMPROMESSO È IMPOSSIBILE” – ANCHE IL POLACCO MORAWIECKI (ALLEATO DELLA DUCETTA NEL GRUPPO ECR) SI OPPONE, E CON IL SUO VETO IMPEDISCE UN ACCORDO…


     
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    Estratto dell’articolo di Emanuele Lauria per www.repubblica.it

     

    giorgia meloni viktor orban meme by edoardo baraldi giorgia meloni viktor orban meme by edoardo baraldi

    Salda un nuovo asse con Sunak, si trova spiazzata dai vecchi alleati polacchi e ungheresi. Giorgia Meloni si muove sul filo, nel palazzo dei congressi di Granada che, dopo avere ospitato il format dell’Ue allargata ad alcuni Paesi esterni (come la Gran Bretagna), accoglie oggi il consiglio europeo.

     

    L’emergenza immigrazione al centro del dibattito, con la “bomba” scagliata dal presidente ungherese Viktor Orbán. Che afferma che Polonia e Ungheria sono state "stuprate legalmente" dall'Unione: una provocazione, certo, ma che scuote il confronto.

     

    mateusz morawiecki giorgia meloni viktor orban mateusz morawiecki giorgia meloni viktor orban

    Le parole di Orbán riguardano il Patto sulla migrazione che Budapest e Varsavia, secondo il primo ministro magiaro, sarebbero state costrette a digerire. "Se sei legalmente stuprato, costretto ad accettare qualcosa che non ti piace, come pensi di raggiungere un compromesso? È impossibile", dice Orbán escludendo ogni possibilità di accordo "non solo ora ma anche negli anni a venire".

     

    […] La riunione dei big d’Europa con un convitato di pietra: il presidente tunisino Kais Saied. Pochi lo nominano, tutti lo evocano a Granada, nella mattinata che apre il consiglio Ue. Giorgia Meloni non ha dubbi: bisogna lavorare ancora per attuare il Memorandum firmato con il leader dello Stato africano, malgrado i dissensi espressi ad alta voce da Olaf Scholz e Charles Michel.

     

    L’asse saldato della premier italiana e dell’omologo britannico Rishi Sunak ha riaperto i giochi: “[…] siamo aperti a discutere nuove intese volte a bloccare le partenze”, scrivono i due capi di governo conservatori in una lettera a doppia firma che ne conferma il feeling.

     

    […] Saied rifiuta i fondi Ue, e Meloni ha interpretato questo gesto dicendo di capirlo: “Dice una cosa che e a volte ho detto anche io. Non possiamo credere che il nostro rapporto con il Nord Africa si limiti a pagare i Paesi per trattenere la migrazione illegale".

     

    E Saied stamattina ha fatto arrivare un messaggio chiaro ai leader riuniti al consiglio europeo di Granada: “Il nostro Paese tratterà con i suoi partner su un piano di parità in un quadro di rispetto reciproco”. In realtà, Saied sarebbe irritato proprio per il fatto che i fondi, circa 200 milioni considerati irrisori, non sono arrivati: le uniche risorse stanziate da Bruxelles, ma relative a un vecchio accordo, sono limitate a 60 milioni.

    giorgia meloni viktor orban giorgia meloni viktor orban

     

    Resta il fatto che il “patto dei sei” (Italia, Gb, Albania, Olanda, Francia, Commissione Ue) siglato ieri, che ha partorito un piano in otto punti, serve a Meloni a dire che in Europa non è isolata (“anzi, lo è la sinistra”) ma si pone su una strada vista con perplessità di chi ritiene sbagliato trattare con un autocrate poco rispettoso dei diritti civili.

     

    […] In ogni caso, il memorandum è uno degli scogli del bilaterale con Olf Scholz – non presente (come l’altro leader socialista, lo spagnolo Sanchez) all’incontro dei sei di ieri. E Meloni è chiamata nella difficile missione di convincere la Germania della bontà della sua linea, dopo aver strappato la modifica dell’emendamento tedesco che aveva spinto l’Italia a opposti al patto asilo e migrazioni.

    GIORGIA MELONI - MATEUSZ MORAWIECKI VIKTOR ORBAN GIORGIA MELONI - MATEUSZ MORAWIECKI VIKTOR ORBAN

     

    In un quadro di generale difficoltà a chiudere con una dichiarazione comune il consiglio europeo, proprio per l’opposizione dei due alleati di Meloni – Morawiecki e Orban – alle norme sull’immigrazione sulle quali vorrebbero potere di veto. La premier stamattina ha visto il premier polacco, Ma, nella frenetica ricerca di una via d’uscita alla crisi migratoria, adesso è stretta fra due fuochi. Fra nuove intese con Londra e vecchi amici dell’Est sempre meno contenti. L’atmosfera del galà di ieri sera all’Alhambra, dove con gli altri capi di Stato e di governo Meloni è stata accolta dal re Felipe e dalla consorte Letizia, è già svanita.

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