mario sconcerti
Mario Sconcerti per il “Corriere della Sera”
È probabile che Pioli a Verona abbia avuto anche fortuna, di sicuro ha indovinato tutto.
Quando schierare il centrocampo di riserva, come aspettare che il Verona si sfinisse con le sue marcature a tutto campo, in quale fase di partita gestire la non troppa brillantezza che gli porta il momento. In questo effetto quasi da telecomando, il Milan è molto simile al Napoli, così Pioli a Spalletti. I giocatori vanno in campo come fossero una malattia felice, si contagiano uno con l'altro.
stefano pioli
Il Napoli adesso è più completo, ha una facilità straordinaria di diventare pericoloso appena accelera. Il Milan è meno spontaneo, sta mancando l'arroganza di Leao, mentre quella di Kvaratskhelia continua ad allargarsi su tutta la squadra. Prende tanti gol in più il Napoli, 9 contro 3 di un anno fa, che sarebbe un 200% in più, aumento statisticamente colossale.
Non sembra però pericoloso nel suo organismo profondamente offensivo dove uno come Simeone, 17 gol la scorsa stagione, a Napoli fa il terzo centravanti. Il Napoli vince da sei partite, quindi sono 50 giorni che non cambia il suo vantaggio minimo sugli avversari. Sono ormai 10 punti sulla Juve, 8 sull'Inter, 5 sulla Lazio, 3 sul Milan, con percorsi peraltro quasi opposti in Champions.
luciano spalletti
Non credo comunque siano indicazioni che portino a un pronostico. Il Napoli ora è la più forte, ma è un campionato che sta cambiando, la prima energia è stata scossa dai cambi di allenatori, gli infortuni continuano e il Mondiale deve ancora cominciare. Il Milan ha sofferto molto a Verona perché non ha avuto i diversivi di Leao. Diaz non ragiona da esterno, tutto questo non ha portato palloni a Giroud. C'è anche un ritorno generale alla marcatura a uomo, per questo si segna con più difficoltà. Se la permettono squadre che non hanno interesse a costruire troppo perché troppo inferiori nella costruzione.
barcellona inter lautaro
Marcare a uomo inoltre responsabilizza i calciatori. È un cambio plausibile. L'Inter ha vinto e giocato meglio di molte altre volte. La Salernitana è una pallina di Natale, si accende e si spenge, ma l'Inter ha ritrovato il suo mestiere grazie a Mkhitaryan e Calhanoglu, più parte della sua magia grazie a Barella.
I problemi nell'Inter non sono mai Lautaro o Dzeko, nascono tutti in mezzo al campo, che a sua volta squilibra la difesa. Oggi qualcosa è tornato in asse. Ma dovranno passare molte giornate prima che la differenza tecnica delle squadre migliori si affermi su Udinese e Atalanta. O scappa il Napoli, o sarà una stagione lenta.
KVARA leao milan inter