Alessandro Barbera per “La Stampa”
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«Non so che decisione prenderà il governo, ma modificare il decreto in Parlamento non sarebbe sufficiente». Maurizio Landini, e con lui gli altri sindacati e la gran parte dei partiti, non mollano la presa su Mario Draghi perché cambi la norma che il primo luglio fa venir meno il blocco dei licenziamenti nelle imprese più grandi e nell' edilizia. Il premier ha aperto alla possibilità di cambiare nuovamente decisione con un emendamento parlamentare, purché ci sia l' accordo di tutti.
CORONAVIRUS LICENZIAMENTI
Ma l' accordo ancora non c' è, la maggioranza resta divisa e i giorni passano. Il leader Cgil sottolinea che la conversione del decreto «Sostegni-bis» non avverrebbe in ogni caso prima della scadenza del blocco, e in quel caso si aprirebbe una finestra temporale che permetterebbe alle imprese di licenziare. Ecco perché la Cgil auspica un «decreto ponte», l' unico modo per fermare in tempo l' entrata in vigore della norma.
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Nelle ultime 48 ore Draghi ne ha discusso riservatamente con i leader dei tre sindacati. Ha chiesto la disponibilità ad una mediazione, purché permetta di chiudere una volta per tutte il dossier. Il problema di Draghi è che la mediazione al momento non c' è.
Landini resta fermo sulla richiesta di allungamento per tutti, condivisa da un pezzo di Pd, Cinque Stelle, dalla sinistra di Leu. Nella maggioranza c' è consenso per l' ipotesi di allungare il blocco nei settori più in crisi come il tessile, il calzaturiero, gli eventi.
MARIO DRAGHI GIANCARLO GIORGETTI
L' ipotesi andrebbe bene alla sinistra e ai Cinque Stelle, la Lega è divisa: d' accordo il ministro dello Sviluppo Giancarlo Giorgetti e il sottosegretario al Tesoro Claudio Durigon, Matteo Salvini è dubbioso. Forza Italia e Italia Viva al momento sono per il no. La proroga selettiva non convince nemmeno il leader di Confindustria Carlo Bonomi e i tecnici di Palazzo Chigi, che temono la creazione di disoccupati di serie A e serie B.
protesta dei sindacati per la fine del blocco ai licenziamenti
Il leader Pd Enrico Letta chiede di allargare la moratoria al settore dell' auto, la sottosegretaria al Lavoro Cinque Stelle Rossella Accoto si chiede: «Come selezioniamo i settori? Torniamo ai codici Ateco usati durante la pandemia? Questa scelta ha già mostrato i limiti con i ristori».
ENRICO LETTA MATTEO SALVINI
Una soluzione tecnica suggerita da alcuni esperti potrebbe essere quella di tenere conto dell' andamento dei fatturati nell' ultimo anno, ma il timore è di generare confusione fra le imprese. Il primo test sulla capacità dei partiti di convergere attorno a una soluzione si vedrà dagli emendamenti al decreto, che vanno presentati entro le 16 di giovedi. Cinque Stelle e Leu ad esempio presenteranno una proroga per tutti. È la soluzione tecnicamente meno complicata, ma non avrebbe il voto di Lega, Forza Italia e Italia Viva.
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Bonomi ha proposto ai sindacati di aprire un tavolo di confronto che permetta di spostare l' attenzione dal «falso problema del blocco» alla riforma delle politiche attive del lavoro, l' unico modo per garantire nuove opportunità in settori come il tessile «dove non c' è moratoria» che possa salvare le aziende in crisi.
LICENZIAMENTI CORONAVIRUS
«Non vediamo molta disponibilità al confronto», spiega una fonte di Confindustria che chiede di non essere citata. Lo scontro di qualche settimana fa fra gli industriali e il ministro del Lavoro Andrea Orlando ha lasciato il segno.
La prima versione del decreto Sostegni-bis portata in Consiglio da Orlando prevedeva la conferma del blocco nella grande industria fino al 28 agosto. La norma passò il vaglio ma non è mai stato chiarito con quanta consapevolezza da parte degli altri ministri e del premier. Confindustria gridò al «tradimento degli accordi», e convinse il governo a cambiare strada.
mario draghi maurizio landini
Da domani a martedì Draghi sarà impegnato in Gran Bretagna e a Bruxelles per i vertici del G7 e della Nato. È probabile che una soluzione, se possibile, arriverà la prossima settimana.
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