AFGHANISTAN - LA RESISTENZA AI TALEBANI
1 - DIPLOMAZIE AL LAVORO: SI STUDIA UNA MISSIONE PER FERMARE IL DISASTRO
Pasquale Napolitano per “il Giornale”
Il G7 lavora su due fronti per neutralizzare gli effetti della crisi innescata dal ritiro degli ultimi contingenti Nato dall'Afghanistan e la fulminea presa di Kabul da parte dei Talebani.
talebani nel palazzo presidenziale di kabul
Primo: mettere Russia, Cina e Turchia al tavolo della transizione. Secondo: obbligare, con una missione internazionale, il regime dei talebani a un'uscita in sicurezza di chi intende fuggire dall'Afghanistan.
luigi di maio e la crisi in afghanistan meme 1
È in sintesi la linea che emerge dalla riunione di ieri in videoconferenza fra i capi delle diplomazie dei Paesi del G7 (Regno Unito, Usa, Germania, Giappone, Francia, Canada e Italia, rappresentata dal ministro Luigi Di Maio) presieduta dal ministro degli Esteri britannico Dominic Raab. La sede, per mettere attorno al tavolo anche Cina, Turchia e Russia, è il G20.
Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio chiarisce che «l'Italia in qualità di presidente del G20 e Paese in stretto coordinamento con il G7, ha in programma di convocare una riunione ad hoc a livello di leader per promuovere una discussione approfondita sull'Afghanistan». Secondo Di Maio, «il format del G20 consentirà di coordinare la nostra posizione con altri importanti partner: Russia, Cina e Turchia».
Biden Putin
Nel medio periodo l'obiettivo è stabilizzare Afghanistan, evitando che ritorni a essere una base operativa e politica del terrorismo islamico. «I Talebani - si legge nel comunicato diffuso al termine del vertice - devono garantire che l'Afghanistan non diventi rifugio per minacce terroristiche alla sicurezza internazionale».
protesta contro i talebani a jalalabad 6
La strada individuata è una missione internazionale. Per i ministri degli Esteri del G7 - «la crisi in Afghanistan richiede una risposta internazionale che porti a una soluzione politica inclusiva». Da qui l'opzione di una missione internazionale per impedire un'escalation della crisi in Afghanistan. Nel breve tempo, la priorità è completare l'evacuazione di civili, predisponendo un piano di accoglienza e asilo per i profughi.
talebani in afghanistan
Una strada che appare in salita. Rischi confermati nelle parole di Angela Merkel: «L'operazione per evacuare le persone dall'Afghanistan è una missione altamente complicata. Spero che avremo successo nel portare a casa il maggior numero di persone possibile o assicurare loro protezione e salvezza», chiarisce la cancelliera tedesca. Piano al quale sta lavorando la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen: «Ho discusso la difficile situazione in Afghanistan con Jens Stoltenberg (segretario generale della Nato).
luigi di maio e la crisi in afghanistan meme 2
Ci stiamo coordinando da vicino per l'evacuazione del personale e dei familiari. Unione europea e Nato devono rimanere uniti nell'affrontare le sfide alla sicurezza create dalla nuova situazione e mostrare solidarietà ai gruppi vulnerabili», spiega via Twitter. Sul tema dell'evacuazione, dal G7 di ieri giunge la richiesta al regime di Kabul di «lasciare aperto un corridoio umanitario per tutti coloro che vorranno lasciare l'Afghanistan».
Nella dichiarazione da Dominic Raab si sottolinea l'importanza che i Talebani «mantengano i loro impegni per garantire la protezione dei civili» e si esprime «profonda preoccupazione per le notizie di violente rappresaglie in alcune parti dell'Afghanistan». Per l'Italia, il piano elaborato dal governo Draghi ha un obiettivo: trasferire circa 2500 afghani che hanno collaborato negli anni con le Istituzioni.
DOMINIC RAAB
Ad oggi sono 500, tra ex collaboratori e famiglie, gli afghani sbarcati in Italia. Infine l'Italia mantiene la presenza diplomatica in aeroporto per facilitare le operazioni di evacuazione, insieme a una squadra militare italiana e in stretto coordinamento con i partner internazionali a terra.
2 - VERTICE SULL'AFGHANISTAN ASSE TRA DRAGHI E PUTIN: AL G20 L'ALLARME PROFUGHI
Marco Conti per “il Messaggero”
AFGHANISTAN - TALEBANI
La preoccupazione della catastrofe umanitaria e la necessità di assicurare un minimo di stabilità all'Afghanistan, è l'esile filo che lega Cina e Russia al resto dell'Occidente, Europa in testa. Con gli americani che hanno come unico obiettivo quello di completare al più presto l'uscita dal Paese, tocca all'Europa assumere l'iniziativa per evitare di subire le conseguenze di un massiccio esodo, complicatissimo da gestire anche sotto il profilo della sicurezza visto il rischio di infiltrazioni terroristiche.
LE ETNIE
mario draghi intervista tg1 2
Il problema umanitario è l'argomento che il presidente del Consiglio Mario Draghi affronta per primo con il presidente russo Vladimir Putin nel corso di un colloquio telefonico che rimanda ad un più che probabile vertice straordinario del G20. Putin e Draghi - raccontano i russi al termine del colloquio - si sono espressi in favore del «consolidamento degli sforzi internazionali, in particolare nel quadro del G20 che l'Italia presiede, per contribuire a stabilire la pace e la stabilità in Afghanistan».
VLADIMIR PUTIN E XI JINPING
Il tentativo è quello di spingere i talebani ad una soluzione politica quanto più possibile inclusiva, vista anche l'impossibilità di gestire il Paese da Kabul perché le trentaquattro province in cui è diviso, sono controllate da differenti etnie e tribù. Draghi ha avuto ieri anche un colloquio con il presidente francese Manuel Macron che a sua volta ha parlato anche con Putin che oggi a Mosca riceverà la Cancelliera tedesca Angela Merkel, mentre giovedì prossimo sarà a Roma il ministro degli esteri russo Serghei Lavrov per incontrare Mario Draghi e Luigi Di Maio.
L'intreccio di telefonate tra le capitali europee inizia ad allargarsi agli altri attori della vicenda afghana. Mosca e Pechino sono gli unici due Paesi che hanno lasciato aperte le ambasciate a Kabul.
luigi di maio e la crisi in afghanistan meme 3
La Cina ha già riconosciuto il governo talebano e la Russia potrebbe fare presto altrettanto. In Europa il primo a fare sfoggio di realismo, sostenendo l'esigenza di un dialogo con i talebani, è stato l'alto rappresentante della politica estera Ue. Josep Borrell è stato però subito subissato di critiche anche se ha precisato che «parlare con i talebani non significa riconoscerli».
In Italia stessa sorte è accaduta a Giuseppe Conte quando ha sostenuto che «serve un dialogo serrato con i talebani, che hanno un atteggiamento distensivo: incalzarli sul rispetto dei diritti umani». Draghi, nella sua unica uscita pubblica di qualche giorno fa, non è entrato nel merito dei rapporti con il nuovo governo afghano anche perché a Kabul continuano a parlare le armi.
AFGHANISTAN NEL 1979
E' però realistico pensare che sarà difficile non interloquire con le autorità del Paese - ammesso che i talebani riescano ad averne il controllo - se si vuole esercitare una pressione politica ed economica per ottenere il rispetto dei diritti fondamentali soprattutto delle donne.
AFGHANISTAN NEL 1979
E' più o meno ciò che sostiene il ministro degli Esteri Luigi Di Maio quando dice che «vanno giudicati dai fatti» e non dalle parole pronunciate anche nella recente conferenza stampa. Analogo concetto arriva anche da Washington quando l'amministrazione Biden dice: «I talebani decidano se vogliono il riconoscimento».
afghanistan profughi in fuga dai talebani
Mostrarsi con minori preconcetti si fronte alla comunità internazionale serve a sfidare gli stessi talebani alla prova del governo perché conquistare Kabul è facile, molto meno governare il Paese. Per la prossima settimana il primo ministro inglese Boris Johnson, presidente di turno del G7, ha promesso una convocazione straordinaria - da remoto - del consesso.
i talebani mostrano le armi
Il tentativo di allargare il format, includendo Paesi importanti come Cina, Russia e Turchia, non sembra però decollare e nel comunicato diffuso dai russi dopo il colloquio con Draghi si parla solo del G20. Anche se il G7 sarà importante per capire che impegni hanno preso gli Usa a Doha con i talebani, è probabile che occorra attendere la riunione straordinaria del G20 di settembre per comprendere come intendono affrontare l'emergenza profughi e contrastare il terrorismo, i Paesi del G7 (Usa, Giappone, Canada, Francia, Germania, Regno Unito e Italia), insieme a Cina, Russia, Arabia Saudita, Turchia e India.
afghanistan scontri tra talebani e civili afghanistan profughi in fuga dai talebani 4 VLADIMIR PUTIN afghanistan, 1972 lisetta carmi AFGHANISTAN NEL 1979 afghanistan profughi in fuga dai talebani