Andrea Tarquini per https://rep.repubblica.it/
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La Svezia cambia radicalmente strategia nella lotta al coronavirus. Il Paese finora ha lasciato tutto aperto (scuole, palestre, spettacoli) puntando sulla disciplina dei cittadini, sul rispetto dei severi limiti costituzionali alle restrizioni alla libertà e sulla scelta dell'autorità nazionale per la salute di puntare a un contagio rallentato per non rischiare il collasso delle strutture sanitarie.
Ma un'ondata di critiche di medici, scienziati dell'Accademia del Nobel, responsabili di ospizi, media e l'aumento veloce dei contagi hanno spinto il governo a guida socialdemocratica a invertire la rotta. Inizialmente l'esecutivo voleva una legge che gli conferisse poteri speciali per l'emergenza anche aggirando il Riksdag (il Parlamento unicamerale). Poi, davanti ai no delle opposizioni di sinistra radicale e di centrodestra a un'esautorazione dei legislatori, ha annunciato che il Riksdag stesso dovrà approvare ogni misura anti-coronavirus.
L'annuncio finale è venuto dalla ministra della Salute, Lena Hallenberg, citata dalla radio pubblica Sveriges Radio. "Ho affidato a un gruppo di esperti la scrittura della legge che vogliamo presentare al Parlamento per averla operativa entro il 10 aprile", ha affermato.
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Il Riksdag non subirà dunque la sorte del Parlamento ungherese: potrà correggere anche radicalmente il progetto di legge entro il 10, poi il suo sì sarà necessario per ogni singola misura. L'emergenza, sempre secondo Sveriges Radio, potrà restare in vigore tre mesi. Il governo sarà autorizzato, ogni volta con la luce verde del Parlamento, a chiudere bar, ristoranti, scuole, palestre, piscine, limitare l'accesso a metropolitane, bus, tram, treni, aeroporti, porti e ogni altro mezzo di trasporto pubblico.
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Il no a superpoteri che aggirassero il Parlamento "all'ungherese" è venuto dai leader dei due partiti di opposizione democratici, Ulf Kristofferson per i Moderaterna e Jonas Sjöstedt per la sinistra radicale, sempre citati da radio e tv pubbliche. Entrambi sono contrari a un'esautorazione del Riksdag, ma ricettivi delle durissime critiche al "lassismo" seguito finora da Stoccolma.
Ha spaventato soprattutto la lettera-appello all'opinione pubblica, firmata da ben 2 mila medici, tra cui il presidente della Fondazione Nobel, Carl-Henrik Heldin. Secondo il testo, misure rigide come quelle adottate dai paesi vicini - Norvegia, Danimarca e Finlandia - e da altri governi europei sono urgenti e indispensabili.
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"Il laissez-faire scelto finora dal governo, se non si cambia strada, ci porterà alla catastrofe", ha sottolineato la professoressa Cecilia Söderberg-Nauclér, epidemiologa del Karolinska Institutet, massimo centro di ricerca svedese paragonabile al Robert-Koch-Institut tedesco o all'Institut Pasteur francese. E ha aggiunto: "Non effettuiamo abbastanza test né tracking di pazienti positivi o malati, non stiamo rallentando il contagio, gli stiamo lasciando campo aperto, se si continua così il governo di fatto sceglierà di lasciar morire la gente, pur senza parlare di selezione naturale. I dati già segnalano un aumento dei contagi che può divenire piú veloce che in Italia".
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Poi sono arrivate le notizie, diffuse dalla tv privata Svt Tv, sulla grave situazione negli ospizi attorno a Stoccolma. I cui responsabili hanno dovuto ammettere che almeno 250 pazienti anziani sono stati contagiati e 50 di loro sono morti. Al momento la Svezia, con circa 10 milioni di abitanti, conta 6.443 contagiati e 358 decessi. E venerdì scorso il premier socialdemocratico in persona, Stefan Löfven, è passato dall'attendismo tranquillo a toni allarmati in un'intervista pubblicata dal quotidiano Dagens Nyheter, uno dei più autorevoli media. "La situazione è tale che il Paese deve prepararsi ad avere migliaia di morti", aveva detto.
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