Gianluca Paolucci e Giuseppe Bottero per “la Stampa”
Una cancellata in ferro battuto sotto i portici, il logo arancione stilizzato sul muro. L'ultimo fortino di chi prova ad opporsi alla più grande fusione bancaria d'Europa è qui, nel cuore di Cuneo.
sindaco di Cuneo Federico Borgna
Dal primo giorno, la Fondazione Crc ha detto no all'offerta di Intesa SanPaolo per l'acquisto di Ubi. E ha tirato dritto fino a oggi, finché il fronte del territorio non ha iniziato a mostrare segni di cedimento.
«E' un'operazione che va guardata con interesse» dice il sindaco di Cuneo Federico Borgna adesso che la battaglia, dopo quattro mesi, si avvicina alla fine. Non è un'apertura, ma la consapevolezza che bisogna puntare «al miglior risultato possibile, attraverso il dialogo».
Anche a lui le modalità del blitz di Intesa non sono piaciute. Ma ora che la Bce si è espressa e anche i paletti dell'Antitrust possono essere superati, è il momento di valutare il tutto «in modo molto approfondito».
Fondazione Cr Cuneo
Dalla Fondazione guidata da Giandomenico Genta, primo socio Ubi con il 5.9%, dicono di averlo già fatto. Verdetto: l'Ops, spiegano, è svantaggiosa, e da tanti punti di vista. «Se uno ti offre 40mila euro per una casa che ne vale 100mila, ti dice che i mobili, la parte assicurativa, andranno al primo che passa, le macchine e gli strumenti che hai in garage saranno venduti al rigattiere, poi che spianerà la casa per farne il suo prato, non può sostenere che è una operazione amichevole» è il pensiero di Genta.
giandomenico genta victor massiah
Eppure anche tra chi si occupa di investimenti per il sistema delle fondazioni intravvede un «bel risultato. E' una operazione ricca» spiega una fonte che, negli ultimi mesi, ha seguito il dossier. Il territorio è di fronte a un bivio. Per convincere i sindaci della bontà dell'offerta si sono mossi i vertici della finanza.
giandomenico genta
E Gaetano Micciché, presidente di Banca Imi, s' è fatto accompagnare dall'ex vicepresidente di Unicredit Fabrizio Palenzona nel tour dai primi cittadini di Cuneo, Alba e Mondovì. Proprio a questi tre comuni spetta un peso rilevante nella governance della ricca fondazione cuneese. Nominano quattro membri del consiglio generale, più altri tre che sono nominati dai piccoli comuni delle rispettive aree.
palenzona micciche
Altro peso rilevante - e altri quattro membri in consiglio - lo hanno le categorie produttive. E proprio nell'area a cavallo tra finanza e industria il peso della prima banca italiana nella Granda si è fatto sentire concretamente in questi mesi di crisi: un accordo per sostenere le Pmi della filiera Merlo, storico gruppo cuneese.
carlo messina gaetano micciche
La linea di credito darà ossigeno a cinquecento fornitori e 130 rivenditori. Attorno al 20 maggio è arrivato il finanziamento di 6 milioni alla Eurostampa di Bene Vagienna, per sostenerne lo sviluppo negli Stati Uniti. Altro operazioni sono allo studio in questi giorni.
Massiah e Bazoli
L'attivismo è giustificato dal complesso meccanismo delle nomine. Che fa sì però che da enti locali e categorie produttive vengano nominati 11 rappresentati su 20 del consiglio generale. La Fondazione Crc da sola, col suo 5,9%, vale un terzo del «Car», il patto tra i soci di Ubi che raccoglie poco meno del 18%. Rompere quel fronte può significare per Intesa spostare a suo favore l'ago della bilancia delle adesioni all'opa.
victor massiah letizia moratti
C'è da dire che in caso di successo dell'ops il peso di Cuneo nella nuova banca ne uscirebbe fortemente ridimensionato. Ma nessuna delle fondazioni azioniste di Intesa (Compagnia di San Paolo, Cariplo, CariFirenze le principali) si è finora lamentata di «scarsa attenzione al territorio» da parte dell'istituto guidato da Carlo Messina. Oggi, Cuneo deve decidere se restare prima tra i piccoli o una tra le tante dentro un colosso.