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    IL CINEMA DEI GIUSTI - CHE DIRE? CON GLI OCCHIALETTI 3D E SENZA GRANDI ASPETTATIVE TI DIVERTI PARECCHIO CON “THE GREAT WALL”, FILMONE DI FANTASY MEDIEVALE UN BEL PO’ CAZZARO SULLA GUERRA, IN UNA CINA DELLA DINASTIA SONG, TRA UN ESERCITO DI MOSTRI VERDI CANNIBALI E I VALOROSI GUERRIERI ASSERRAGLIATI SULLA GRANDE MURAGLIA


     
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    Marco Giusti per Dagospia

     

    THE GREAT WALL THE GREAT WALL

    Che dire? Con gli occhialetti 3D e senza grandi aspettative ti diverti parecchio con questa guerra colossale in una Cina della dinastia Song tra un esercito di mostri verdi cannibali, i taotie, e i valorosi guerrieri cinesi asserragliati sulla Grande Muraglia che cercano che i mostri non la superino e quindi non arrivino alla capitale.

     

    Filmone di fantasy medievale un bel po’ cazzaro, questo The Great Wall, costoso giocattolone di coproduzione cino-americana da 135 milioni di dollari, ma ne ha già incassati 300, è il più ricco film mai girato in Cina e porta la firma di un autore rispettato in ogni festival  come Zang Yimou e vede la presenza di una star del calibro di Matt Damon, accompagnato da Willem Dafoe, Pedro Pascal, Tian Jin, Andy Lau e un esercito di star asiatiche.

    THE GREAT WALL THE GREAT WALL

     

    Il progetto è idea del produttore Thomas Tull e dello sceneggiatore Max Brooks, figlio di Mel, già responsabili di World War Z, polpettone fracassone con gli zombie centometristi. Qui al posto degli zombi ci sono i taotie, questi mostroni verdi che si muovono nello stesso identico modo.

     

    THE GREAT WALL THE GREAT WALL

    Assieme a Brooks, troviamo come coautori del soggetto anche Marshall Herskovitz e Edward Zwick, già responsabili di The Last Samurai, altro polpettone storico mezzo americano e mezzo asiatico. Zwick doveva essere il primo regista del film, e quando il suo nome è saltato, la sceneggiatura è stato affidata da Tull a ben altri tre sceneggiatori, Carlo Bermard e Doug Miro, già autori di Prince of Persia, e al notevole Tony Gilroy, sceneggiatore di fiducia di Matt Damon nella serie di Bourne.

     

    Il tutto è stato poi affidato alle cure di Zang Yimou che non aveva mai girato prima nella vita un film in inglese. Il risultato non è esaltante, forse anche per la Babele di lingue che si deve essere creata sul set, sembra ci fossero cento traduttori, ma il film, che soffre soprattutto di una compressione eccessiva temporale, si vedicchia, ha grandi costumi, un bello schermo da fantasy con la fotografia di Zhao Xiaoding.

    THE GREAT WALL THE GREAT WALL

     

    Anche se è stato massacrato dalla critica. “Se questo è il futuro del cinema, che Dio ci salvi”, “Film di livello B con mostri con delusioni e grandezze”. Se hai più di otto anni, va detto, qualche domanda te la fai e ti fai anche qualche paragone con i grandiosi episodi dell’assedio alla Barriera di Games of Thrones.

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    La storia  vede due baldi soldati di ventura, William e Tovar, cioè Matt Damon e il Pedro Pascal di Narcos e Games of Thrones, che arrivano nel nord della Cina alla ricerca della polvere da sparo da riportare in Europa. I cinesi se ne servono proprio per difendersi dai mostri verdi, ma non sarà facile portarsela via.

     

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    Anche perché presto William sente di potersi ricostruire una integrità morale comportandosi da persona civile sulla Grande Muraglia. E così cercherà di fare, anche se i suoi amici, Tovar e Ballard, Pedro Pascal e Willen Dafoe, non vedono l’ora di svignarsela con la polvere da sparo da riportare in Occidente. Ma William-Matt capisce che la grande muraglia serve per proteggere tutto il mondo dal pericolo dei Taotie, che si svegliano ogni 60 anni e sono sempre più furbi. Il film, che solo in Cina ha incassato 170 milioni, in America, dove è uscito la scorsa settimana, è stato un mezzo flop. Magari col progetto di Trump del grande muro col Messico non ha un tema così popolare. In sala.

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