“Pulci di notte” di Stefano Lorenzetto da “Anteprima. La spremuta dei giornali di Giorgio Dell’Arti” e pubblicato da “Italia Oggi” (http://www.stefanolorenzetto.it/pulci.htm)
la verita??, piu?? papa
Gianluigi Nuzzi, sulla Stampa, nell’articolo intitolato «I revisionisti della giustizia», prende duramente posizione contro chi contesta le sentenze di colpevolezza pronunciate nei confronti di Olindo Romano e Rosa Bazzi nonché di altri assassini condannati in via definitiva.
La morale finale è fulminante: «Finché la magistratura non rimetterà tutto in ordine alla delegittimazione sarà derogato l’enorme potere di dettare legge». Se abbiamo capito bene dove vuol andare a parare Nuzzi, per lui la locuzione «derogare a...» significa «consegnare a...», esattamente il contrario di quello che finora stabilivano le sentenze dei dizionari (definizioni di derogare nello Zingarelli 2024: venir meno, rinunciare; contravvenire; non attenersi; discostarsi; porre con un provvedimento legislativo un’eccezione rispetto alla regola contenuta in altra norma giuridica; nuocere a qualcuno o a qualcosa, pregiudicare qualcuno; eludere, trasgredire). Insomma, ci sono «i revisionisti della giustizia» e poi c’è Nuzzi, «il revisionista dell’italiano».
la repubblica, paracaduti
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La prima cosa bella è il titolo della rubrica che, sulla terz’ultima pagina della Repubblica, lo scrittore Gabriele Romagnoli dedica al giorno appena spuntato: «La prima cosa bella di lunedì 11 febbraio 2024 è negoziare. È un’arte, una tecnica, non è mai una resa, ma l’alternativa (migliore) all’idea di combattere finché ne resti uno solo». Peccato che sia uscita l’11 marzo (e che l’11 febbraio fosse domenica, non lunedì). La prima cosa brutta, con un mese di ritardo.
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Titolo dal sito della Repubblica: «Lancio di aiuti su Gaza, alcuni paracaduti non si aprono: i pacchi precipitano sulla folla». I famosi paracaduti di guerra. (Il sostantivo paracadute resta invariato al plurale).
gianluigi nuzzi alessandra viero quarto grado
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Titolo dalla Verità per marcare la differenza fra Jorge Mario Bergoglio e Joseph Ratzinger: «Francesco rivede il rapporto col predecessore: “Usato contro di me. Ma se fossi costretto a lasciare, non mi farei chiamare più Papa». Esiste anche il meno Papa? No? Allora bisognava scrivere: «Non mi farei più chiamare Papa».
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bergoglio funerali di ratzinger
Per descrivere la situazione «delle decine e decine di cantieri aperti nella Capitale all’alba del Giubileo», con il sindaco Roberto Gualtieri che li magnifica in una serie di video social, Tommaso Labate sul Corriere della Sera ricorre a queste tre immagini: «Il cittadino sbruffa, il negoziante si inalbera, l’automobilista impazzisce nel traffico». È vero che il Grande dizionario della lingua italiana dà la seguente definizione del verbo sbruffare: «Emettere dalla bocca o dal naso, sbuffando rumorosamente, spruzzi di saliva o di un liquido immesso o penetrato nella bocca stessa (con particolare riferimento ad animali)». Ma qui, trattandosi di uomini, forse bastava il meno repellente sbuffa.
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usa paracadutano pasti su gaza 4
Avvenire dà conto, in un titolo, del verbo bergogliano: «“No a sacerdoti imprenditori o padroni”». Bel problema. Quindi, tanto per cominciare, dovrà dimettersi l’intero management del gruppo editoriale San Paolo, media company che pubblica Famiglia Cristiana, Credere, Il Giornalino, Jesus, Benessere e Gazzetta d’Alba; ha una casa editrice con 3.400 titoli in catalogo; conta 33 librerie in Italia; svolge attività commerciali multimediali, audiovisive, musicali; esercita la vendita diretta di grandi opere con pagamento rateale; controlla l’emittente televisiva Telenova; possiede la San Paolo Digital srl, che coordina e supporta lo sviluppo delle attività Internet e new media del gruppo. Il presidente Gerardo Curto, l’amministratore delegato Antonio Rizzolo, il direttore generale Giuseppe Musardo, il consigliere d’amministrazione Roberto Ponti e il direttore amministrativo e finanziario Franco Soliman sono infatti tutt’e cinque sacerdoti.
usa paracadutano pasti su gaza 1
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Titolo dal sito del Corriere della Sera: «Stupro di gruppo a Chianciano, la denuncia di una campionessa di scherma minorenne». Non sapevamo che esistesse anche la scherma maggiorenne.
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Editoriale di Andrea Zoppini sul Sole 24 Ore: «Come scrive già negli anni 50 Tullio Ascarelli c’è un legame sottile e profondo tra ordinamento degli studi e orientamento della dottrina, atteso che egli ci dice – parafrasando Hegel e Goethe – nulla più delle istituzioni rappresentano la forma della sostanza». Ovvero quando la sostanza manca di forma.
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L INVENTARIO DELL EREDITA DI MARELLA CARACCIOLO AGNELLI
Monica Colombo sul Corriere della Sera parla di Carlo Ancelotti, allenatore del Real Madrid, accusato di evasione fiscale, per il quale la Procura provinciale della capitale spagnola ha chiesto 4 anni e 9 mesi di carcere: «Una notizia che nel giro di un amen ha occupato i siti web di mezzo mondo». La locuzione in un amen significa già «in un attimo», periodo di tempo talmente breve che non abbisogna di ulteriori specificazioni.
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Google News riporta un titolo del Post: «Lannosa questione delleredità degli Agnelli, spiegata». Spiegata proprio bene. (Sul sito del Post il titolo è corretto, con gli apostrofi).
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Titolo dalla pagina Facebook del Corriere della Sera: «Sbranato da tre rottweiler». Titolo sottostante: «L’assalto, le ferite: “Quei due cani erno impazziti”». Quasi come il redattore di turno.