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    CHE FA LORENZETTO DI NOTTE? LE PULCI AI GIORNALI! – CONCLUSIONE DI UN EDITORIALE DI FRANCESCO MARIA DEL VIGO, VICEDIRETTORE DEL “GIORNALE”, INTITOLATO “SE BLANCO PALPEGGIATO NON INDIGNA LE FEMMINISTE”: “POSTO CHE QUESTA È UNA POLEMICA FACILMENTE ARCHIVIABILE ALLA ZONA ANATOMICA ESPLORATA DALLA SCALMANATA FAN E CHE LE MOLESTIE VERE SONO BEN ALTRA COSA...”. FACEVA PRIMA A SCRIVERE CHE È UNA POLEMICA DEL CAZZO.


     
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    STEFANO LORENZETTO STEFANO LORENZETTO

    “Pulci di notte” di Stefano Lorenzetto da “Anteprima. La spremuta dei giornali di Giorgio Dell’Arti” e pubblicato da “Italia Oggi”

    (http://www.stefanolorenzetto.it/telex.htm)

     

    Veronica Gentili sul Fatto Quotidiano: «I due soggetti formalmente più distanti sul pentagramma politico che va da destra a sinistra si sono trovati a condividere l’approccio interventista». Non sapevamo che il pentagramma si leggesse da destra a sinistra. Avviseremo Bach.

    veronica gentili veronica gentili

     

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    Sommario dalla prima pagina della Verità: «Ma a pesare è il fast west degli affitti». Un’evoluzione del fast food. (E comunque si scrive Far West, con le iniziali maiuscole).

     

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    Dal sito del Corriere della Sera: «La Russia occupa circa il 20% del territorio dell’Ucraina a tre mesi dall’inizio della guerra.

     

    putin crisi del grano in ucraina 2 putin crisi del grano in ucraina 2

    Lo scrive Forbes, spiegando che al 23 febbraio, giorno prima dell’invasione, il territorio occupato ammontava a 43.300 metri quadrati, il 7% del totale, ora quest’area è 2,9 volte più grande, pari a 125mila metri quadrati».

     

    Non ci sembra un successo militare di cui Vladimir Putin possa vantarsi: 125.000 metri quadrati rappresentano meno di un terzo del territorio della Città del Vaticano, che ne misura 440.000. A meno che a Forbes e al Corriere non abbiano scambiato i chilometri per metri.

     

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    paolo mereghetti paolo mereghetti

    Stefano Salis decanta sul Sole 24 Ore «quella icona del mare che risponde al nome di Riva Aquarama (e se non ne sapete il nome vi basta solo vederla per riconoscerla: è l’imbarcazione più bella e nota al mondo)».

     

    Salis si sofferma sui dettagli: «La linea inconfondibile, il caldo sensuale del suo legno di mogano (24 passaggi di vernice a mano), quel lunotto di vetro panoramico, le linee perfette della scocca, i morbidi divani».

     

    veronica gentili veronica gentili

    Dicesi scocca l’«insieme dell’ossatura e dei rivestimenti esterni di una carrozzeria d’automobile» (Lo Zingarelli 2022). L’articolo inizia così: «Non ho avuto il piacere di salirci mai». Si vede.

     

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    Se cade anche il mitico Paolo Mereghetti, è la fine. Nella sua rubrica su Io Donna il critico cinematografico recensisce Nostalgia di Mario Martone, che, precisa, è stato costruito «prendendo spunto dal romanzo omonimo di Domenico Rea (però abbondantemente rielaborato)».

     

    alessandro sallusti foto di bacco alessandro sallusti foto di bacco

    Molto abbondantemente, visto che il libro in questione, edito da Feltrinelli nel 2016, è di Ermanno Rea.

     

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    Conclusione di un editoriale del direttore di Libero, Alessandro Sallusti: «Provassero a vincere una elezione invece che tramare per governare da perdenti che la Meloni, immagino, saprà lei cosa fare al momento giusto».

     

    Benché l’uso del congiuntivo imperfetto sia molto diffuso nella lingua parlata da Roma in giù (ma Libero si pubblica a Milano), nelle frasi con valore esortativo s’impone – volendo scrivere in buon italiano – l’uso del congiuntivo presente: «Che provino a vincere un’elezione».

    Cloro al clero Cloro al clero

     

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    Titolo dalla prima pagina del Giornale: «De Mita, alfiere sudista della Dcr che voleva un centro comunista». Qualcosa di simile alla Ddr, insomma.

     

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    Sul Fatto Quotidiano, Massimo Fini parla del delitto Calabresi e se la prende con Adriano Sofri, «che rimane comunque il leader carismatico di Lotta Continua, una delle tante lobbie che continuano a imperversare nel nostro Paese».

    MASSIMO FINI MASSIMO FINI

     

    La lobbia (plurale lobbie) è un «cappello maschile di feltro morbido con la calotta segnata da una infossatura sul senso della lunghezza, e la tesa più o meno larga» (Lo Zingarelli 2022). Forse Fini intendeva usare il plurale inglese di lobby, nel qual caso doveva scrivere lobbies (benché il plurale di lobby in italiano resti invariato, come previsto per tutte le parole straniere registrate nel nostro vocabolario).

     

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    Il Riformista e le disuglianze Il Riformista e le disuglianze

    L’Ansa informa che McDonald’s lascia la Russia, che il suo posto sarà preso da Zio Vanja e che il marchio americano non verrà più utilizzato. «La catena, però, non si discosterà un granché dallo stile dei Big Mac», aggiunge l’agenzia.

     

    «Un indizio arriva dal marchio: una B gialla, che nell’alfabeto cirillico corrisponde alla V di Vanja, su sfondo rosso, un marchio che roteato di 90 gradi somiglia molto alla “M” del fast food americano». Roteiamo gli occhi: un marchio tutt’al più può essere ruotato.

     

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    Titolo da Verità & Affari: «Cercasi scavatori a 1.500 euro al mese per la rete del futuro. Ma non si trovano». Per lo stesso stipendio non si trovano più nemmeno giornalisti che sappiano scrivere cercansi.

     

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    mcdonald's russia mcdonald's russia

    Didascalia da 7, supplemento del Corriere della Sera: «La copertina di Agnus Dei, l’inchiesta firmata da Lucetta Scaraffia con Franca Giansoldati e Anna Foa sugli abusi sessuali del cloro in Italia pubblicata da Solferino». Bentornati anni Settanta. (Per la cronaca, lo slogan «Cloro al clero» comparve per la prima volta sul Corriere il 30 marzo 1977, in un servizio a firma di Antonio Padellaro riguardante i «22 tra attentati e pestaggi» subiti da Comunione e liberazione nei primi tre mesi di quell’anno.

     

    GAD LERNER LA7 GAD LERNER LA7

    L’espressione minacciosa richiamava il disastro ambientale accaduto nel luglio 1976 all’Icmesa di Seveso, da cui si sprigionò una nube tossica di tetracloro-dibenzo-diossina che provocò malattie dermatologiche nella popolazione del circondario, fra le quali la cloracne).

     

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    Sul Fatto Quotidiano, Gad Lerner striglia (senza nominarlo) Aldo Grasso, che sulla prima pagina del Corriere della Sera ha riservato «un trattamento singolarmente astioso» a un gruppo di intellettuali cari al Movimento 5 stelle.

    aldo grasso aldo grasso

     

    «Trattasi», osserva ironico Lerner, «di perdigiorno come Zagrebelsky, Mancuso, Urbinati, Barca, Tridico... e perfino un premio Nobel come l’economista Stieglitz». Si chiama Joseph Stiglitz, come ha scritto correttamente Grasso. Bastava copiare, ma serve talento.

     

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    Franco Adriano su Italia Oggi: «Sonacchiato ed Eni, con l’ad Descalzi, firmeranno un memorandum d’intesa per sviluppi di campi a gas e idrogeno verde in Algeria». Ah, i correttori ortografici! (Sonatrach è la compagnia energetica statale algerina).

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    Titolo a tutta pagina dal Riformista: «La guerra c’era anche prima: la guerra mondiale delle disuglianze». E sì che avete l’editore e la redazione a Napoli, guaglió!

     

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    Conclusione di un editoriale di Francesco Maria Del Vigo, vicedirettore del Giornale, intitolato «Se Blanco palpeggiato non indigna le femministe»: «Posto che questa è una polemica facilmente archiviabile alla zona anatomica esplorata dalla scalmanata fan e che le molestie vere sono ben altra cosa...». Faceva prima a scrivere che è una polemica del cazzo.

     

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    Sommario dal Fatto Quotidiano: «Consumiamo due pianeti e mezzo l’anno: buona parte per le guerre». I famosi altri mondi.

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