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    CHE FA LORENZETTO DI NOTTE? LE PULCI AI GIORNALI - "LA STAMPA", SEZIONE CULTURA (ÇA VA SANS DIRE): "A UN ANNO DALLA MORTE DI MICHELE MURGIA..."; IL GENDER DILAGA, ANZI HA GIÀ VINTO - IL "CORRIERE DELLA SERA" RICORDA MARIA BIANCA CITA SIRONI, CHE DURANTE LA SECONDA GUERRA MONDIALE DECISE DI STUDIARE GEOLOGIA, DOVE C’ERANO SOLO DUE ISCRITTI: LEI E "UN PRETE CHE INSEGNAVA AL CIMITERO DI VENEGONO". LINGUE MORTE? - "LIBERO": "INDOSSA CROCIFISSO / UCCISO A CALCI". NON SAPEVAMO CHE DA SIMBOLO CRISTIANO FOSSE DIVENTATO UN PRÊT-À-PORTER. AL MASSIMO SI PORTA...


     
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    “Pulci di notte” di Stefano Lorenzetto (http://www.stefanolorenzetto.it/pulci.htm

    pubblicato da “Italia Oggi”

     

    la stampa, michele murgia la stampa, michele murgia

    Titolo dal sito della Stampa, sezione Cultura (ça va sans dire): «A un anno dalla morte di Michele Murgia, il ricordo in piazza a Roma: “Ci ha insegnato a non stare zitte”». Il gender dilaga, anzi ha già vinto.

     

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    Il Corriere della Sera ricorda la geologa e paleontologa Maria Bianca Cita Sironi, «morta nella sua Milano, dov’era nata quasi un secolo fa (il 12 settembre avrebbe compiuto cent’anni)». E specifica che durante la Seconda guerra mondiale decise di studiare geologia nella allora neonata facoltà milanese, dove c’erano solo due iscritti: lei e «un prete, don Cosano, che insegnava al cimitero di Venegono». Lingue classiche o lingue morte?

     

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    marco travaglio giorgia meloni marco travaglio giorgia meloni

    Marco Travaglio, direttore del Fatto Quotidiano, nel suo editoriale in prima pagina: «Meloni e Colosimo (che nel 1980 avevano rispettivamente 3 e meno 6 anni)». Qualcosa non torna all’anagrafe o in aritmetica.

     

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    Dalla rubrica Nostre informazioni dell’Osservatore Romano: «Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza Sua Eccellenza Monsignor Douglas Regattieri, Vescovo di Cesena-Sarsina (Italia), con il Reverendo Don Mauro Maccarinelli, O.S.B., Abate dell’Abbazia di Santa Maria del Monte in Cesena».

     

    libero, indossa crocifisso libero, indossa crocifisso

    «O.S.B.» sta per «Ordine di San Benedetto» e, da quando esso esiste, il titolo di abati e monaci fedeli alla regola «Ora et labora» è quello di dom (da dominus, signore), non di don, come usa per parroci e curati. Che non lo sappiano direttore e redattori dell’Osservatore Romano ci pare già deprimente. Ma che lo ignorino addirittura nella segreteria di Stato vaticana, la quale fornisce al giornale l’austera rubrica Nostre informazioni, è un segno dei tempi.

     

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    Sulla Repubblica, Marco Lignana si occupa del ragazzino oggetto di perverse attenzioni da parte del sacerdote pedofilo arrestato a Genova: «Le analisi mediche alle quali è stato subito sottoposto l’allora dodicenne, una volta che Procura e carabinieri hanno scoperto della sieropositività del prete, ha dato esito negativo». Complimenti per la concordanza.

     

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    DONALD TRUMP - KAMALA HARRIS DONALD TRUMP - KAMALA HARRIS

    Titolo dal sito del Tempo: «Elezioni Usa, la media dei sondaggi ribalta tutto: come va la scorsa tra Trump e Harris». Una rapida scorsa. Sperando che non si trasformi in una scossa. In attesa che diventi una corsa.

     

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    Titolo dalla prima pagina di Libero: «Indossa crocifisso / Ucciso a calci». Non sapevamo che da simbolo cristiano fosse diventato un prêt-à-porter. (Si può «indossare un abito elegante; indossare l’uniforme, la tonaca», dice Lo Zingarelli 2025. Un crocifisso si porta, che significa «avere indosso»).

     

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    gianni agnelli con anita ekberg gianni agnelli con anita ekberg

    Matilde Amorosi scrive su Nuovo: «Sullo sfondo c’è l’empatia nata tra Marella e Jackie per il loro comune destino di mogli tradite. Altrettanto chiacchierata è la relazione di Agnelli con Anita Ekberg, simbolo della dolce vita e musa di Federico Fellini. Non ci sono prove fotografiche della storia fra l’attrice e l’Avvocato». Amorosi dimentica la celeberrima foto scattata da un paparazzo il 2 febbraio 1959 che ritrae Gianni Agnelli mentre esce con Anita Ekberg dall’Hostaria dell’Orso di Roma, tuttora disponibile nell’archivio Keystone/Getty images.

     

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    Gustoso errore, autoreferenziale, nel supplemento culturale Domenica del Sole 24 Ore, fra gli addetti ai lavori chiamato «domenicale». Nel sommario di un articolo del cardinale Gianfranco Ravasi, il frate domenicano autore del libro di cui il colto e facondo prelato discetta, e che si chiama Xavier Loppinet, diventa infatti «teologo domenicale». Ma il porporato ci mette anche del suo quando scrive «all’ombra della Gloria del Bernini».

     

    il tempo, la scorsa il tempo, la scorsa

    Un’immagine del tutto impropria, perché la Gloria dello straordinario artista, sovrastante la Cattedra di san Pietro, è una grande vetrata, sia pure d’alabastro, che raffigura la colomba dello Spirito Santo e filtra la luce, soprattutto quando il sole tramonta, essendo l’abside della basilica rivolta a occidente. Naturalmente non può, perciò, fare l’ombra immaginata da Ravasi.

     

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    «Pier Silvio scuote la destra», è il titolone di prima pagina della Repubblica. Nel sommario del titolo di pagina 2 si legge: «Alla presentazione dei palinsesti Mediaset, Piersilvio parla di politica». Nella didascalia accanto: «Pier Silvio, 55 anni». Berlusconi junior uno e trino, come suo padre.

     

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    Corsivo di Massimo Sideri sul Corriere della Sera: «La Cina nazionalizzerà le terre rare, gli elementi chimici con cui funziona sostanzialmente qualunque tecnologia (da quella per le rinnovabili, ai semiconduttori, i magneti e i motori ibridi) e che Pechino controlla a livello mondiale la maggioranza delle miniere conosciute». La proposizione avrebbe richiesto un di cui, ci pare, non e che.

    pier silvio berlusconi pier silvio berlusconi

     

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    A proposito dell’antisemitismo di Alcide De Gasperi descritto da Augusto Sartorelli in un libro edito di recente, sul Corriere del Trentino interviene Renzo Fracalossi, «autore, regista ed esperto di storia ebraica», il quale evoca l’«affayre Dreyfuss». Record notevole: Fracalossi sbaglia due parole su due, perché doveva scrivere «affaire Dreyfus».

     

    Stefano Lorenzetto Stefano Lorenzetto

    E meno male che l’«esperto di storia ebraica» non si dichiara anche francesista, visto che dimostra di ignorare il cognome corretto del protagonista di un caso celeberrimo come quello che sconvolse l’opinione pubblica francese tra il 1894 e il 1906: il capitano Alfred Dreyfus, ebreo alsaziano.

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