huawei
1 – DI MAIO RASSICURA GLI USA MA SUL PATTO ITALIA -CINA ROMA È PRONTA ALLA FIRMA
Ilario Lombardo per “la Stampa”
(…) Un mese a spasso con Alessandro Di Battista, sulle barricate con i gilet gialli, la posa chavista sul Venezuela, infine il flirt commerciale con la Cina. In un pugno di settimane Di Maio ha sgualcito l' immagine che a fatica si era costruito dalle parti di Washington, quando si presentò agli americani, nel novembre 2017, come il possibile futuro candidato premier.
LUIGI DI MAIO E ALESSANDRO DI BATTISTA INCONTRANO I VERTICI DEI GILET GIALLI
(…) Matteo Salvini dice: «A me basta che venga tutelato l' interesse nazionale soprattutto quando si parla di telecomunicazioni e dati sensibili». Il punto, però, è che gli avevano chiesto dell' accordo italo-cinese, non di Huawei. E così la prima immediata preoccupazione di Di Maio diventa quella di separare i dossier. Il ministero dello Sviluppo economico è costretto a far sapere che «Il Memorandum of Understanding tra Italia e Cina non comprende alcun accordo sul 5G».
luigi di maio e matteo salvini
(…) Di Maio lo ribadirà a fine mese: «La Nato resta la nostra casa naturale». Il grillino vedrà investitori americani e in agenda sono già previsti colloqui con giganti come Amazon, Google e Facebook. Ma difenderà l' accordo con Pechino, «Un mercato da enormi profitti. Sarebbe da ciechi non considerare che c' è una parte di mondo che cresce a livelli esponenziali. Chiederemo regole chiare e diremo alla Cina che il nostro Made in Italy non si tocca». Prima però il vicepremier dovrà spiegare come e quando sarà pagata alla Lockheed la tranche mancante sugli F35: «Onoreremo tutto il fatturato ereditato dallo scorso governo. Il programma però sarà ridiscusso, come abbiamo sempre detto». Il M5S, è la posizione del leader, «resta critico ma l' Itali a ha anche bisogno di una difesa aerea per il mantenimento della sicurezza interna».
2 – LA LEGA CON IL COLLE E MOAVERO: TLC FUORI DALL’INTESA CON PECHINO
Alberto Gentili per “il Messaggero”
giuseppe conte luigi di maio e la card per il reddito di cittadinanza
Non è un caso che Luigi Di Maio, dopo le nuove bordate di Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti, sia corso a precisare: «Il Memorandum of understanding tra Italia e Cina non comprende alcun accordo inerente la tecnologia del 5G». È questo, infatti, il punto più sensibile e critico dei nuovi rapporti tra Roma e Pechino. Tanto critico e sensibile, che oggi pomeriggio il premier Giuseppe Conte è chiamato a illustrare la questione al Copasir, il comitato parlamentare sui Servizi segreti. Ed entro quindici giorni anche Di Maio verrà ascoltato.
La richiesta per entrambi è, e sarà, essenzialmente una: quali misure ha adottato o prenderà il governo per garantire la sicurezza nel settore delle telecomunicazioni. La questione è l' accesso della cinese Huawei alla sperimentazione delle nuove frequenze 5G in Italia. Una porta aperta, sui dati e le informazioni sensibili dell' Occidente, che ha fatto scattare l' allarme rosso a Washington.
LUIGI DI MAIO IN CINA
Tant' è, che venerdì 16 febbraio l' ambasciatore americano Lewis Eisemberg bussò al portone di palazzo Chigi per incontrare Di Maio. Al vicepremier italiano, l' emissario di Donald Trump, chiese di fermarsi. E spiegò che per legge tutte le aziende cinesi sono obbligate a fornire al governo di Pechino «qualsiasi informazione richiesta» e dunque anche «i dati sensibili» in rete 5G in uso da Huawei.
Quel giorno, esattamente come ieri, il vicepremier grillino rispose garantendo che presso il suo ministero è stato istituito il Centro di valutazione e certificazione nazionale «per la verifica delle condizioni di sicurezza e dell' assenza di vulnerabilità di prodotti, apparati, e sistemi destinati ad essere utilizzati per il funzionamento di reti, servizi e infrastrutture strategiche, nonché di ogni altro operatore per cui sussiste un interesse nazionale». Come dire: a Huawei sarà impedita ogni forma di spionaggio.
L' ALLARME
matteo salvini come donald trump 1
Il problema è che con il passare dei giorni, soprattutto dopo la notizia che il 22 marzo (in occasione della visita in Italia del presidente cinese Xi Jinping) Conte firmerà il memorandum per la Nuova via della seta («Belt & road initiative), la questione si è fatta ancora più complessa. Trump ha continuato a mandare avvertimenti. L' Unione europea ha chiesto a Conte di non portare l' Italia da sola al confronto con Pechino.
michele geraci giuseppe conte giorgetti aquilanti
Sergio Mattarella e il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, hanno sollecitato un supplemento di cautela e di riflessione nell' ultima riunione del Consiglio supremo di difesa. In più, dopo la trasferta di Giorgetti negli States, anche Salvini e lo stesso sottosegretario alla presidenza del Consiglio, non fanno passare giorno senza lanciare un altolà: «Il trattamento dei dati sensibili è un tema di sicurezza e interesse nazionale», ha ribadito ieri Salvini.
giancarlo giorgetti matteo salvini
E Giorgetti, sollecitando un potenziamento della golden share, ha chiarito la questione: «Il Memorandum of understanding potrà migliorare le relazioni economiche e commerciali» con la Cina, «ma non potrà assolutamente andare oltre questo confine, contenendo impegni che possano creare interferenze di ordine strategico per il consolidato posizionamento del Paese» nell' Alleanza atlantica.
La reazione dei 5Stelle è stata stizzita. I grillini hanno accusato i due esponenti leghisti di essere «Bastian contrari dello sviluppo». Ma poco dopo è arrivata la brusca frenata di palazzo Chigi.
Conte - con l' evidente collaborazione di Moavero e la moral suasion del Quirinale - in una nota ha garantito che la «possibile» firma del memorandum avverrà «nel rispetto delle normative europee, nazionali e internazionali».
xi jinping
Non solo, oltre a ribadire che l' adesione alla Nuova via della seta «non ridisegna il quadro dei rapporti politici e la collocazione euro atlantica» dell' Italia, il premier ha promesso: «Nella collaborazione con la Cina, come con ogni altro Paese, poniamo massima attenzione alla difesa dei nostri interessi nazionali, alla protezione delle infrastrutture strategiche, incluse quelle delle telecomunicazioni, e quindi alla sicurezza cibernetica». Il segno (e la conferma) che il memorandum non conterrà aperture a Pechino sul fronte delle tlc. Da capire se basterà.
3 – SALVINI VUOL FARE L' AMERIKANO E LA LEGA SI SPACCA SULLA CINA
Wanda Marra per “il Fatto Quotidiano”
Un altro voto parlamentare per risolvere l'ennesima spaccatura nel governo gialloverde è all' orizzonte. Stavolta, la materia del contendere è il Memorandum d' Intesa sulla Via della Seta con la Cina, che il governo italiano dovrebbe firmare il 22 marzo con il presidente Xi Jinping, in visita in Italia. Con i Cinque Stelle nettamente a favore e la Lega tentata dal no, con qualche divisione al suo interno.
GIORGETTI A NEW YORK
Pareva cosa fatta, con il nostro Paese che si candidava a essere il primo del G7 a siglare l' accordo. Ci ha lavorato il ministero dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio in primis, durante la sua visita in Cina. E a Palazzo Chigi stanno finalizzando il negoziato, dopo che il premier Giuseppe Conte ha annunciato che anche lui sarà a Pechino al secondo summit sulla Via della Seta.
Ma la Lega appare più sensibile ai richiami degli States e di Donald Trump, che - attraverso il portavoce del Consiglio per la Sicurezza nazionale, Garrett Marquis - hanno dato un vero altolà all' Italia. A quel punto, si è mobilitato prima di tutto Giancarlo Giorgetti, che è appena tornato dagli Usa.
E ha iniziato un lavoro di relazione e di persuasione dentro il Carroccio, per spiegare che un accordo bilaterale con la Cina potrebbe essere più dannoso che utile. Per dire, sarebbe stato lui a ispirare il tweet di domenica del sottosegretario leghista alla Difesa, Raffaele Volpi: "Vanno privilegiati, dando stabilità e continuità, i rapporti con gli alleati storici condividendo amichevoli prospettive e opzioni @GMarquis45".
giuseppe conte 4
Ieri il sottosegretario a Palazzo Chigi, dopo il Consiglio federale del partito, ha detto: "Il Memorandum dovrà sicuramente contenere nobili intenti per migliorare relazioni economiche e commerciali tra Italia e Cina, ma non impegni che possano creare interferenze di ordine strategico per il consolidato posizionamento del Paese". Dichiarazione in stile giorgettiano, che però lascia trapelare tutte le perplessità del sottosegretario.
Un altro che sta seguendo attentamente il lavoro sul dossier è Guglielmo Picchi, sottosegretario agli Esteri, ma anche uno dei "ponti" storici tra Lega e Usa. Anche per lui un tweet prudente, ma esplicito: "Ogni decisione di politica commerciale è una decisione di politica estera. Questo è ancor più vero per #MoUwithChina. Cautela e approfondimento prima di tutto. Timeo danaos et dona ferentes".
giuseppe conte donald trump 9
Matteo Salvini, in origine su posizioni più laiche, ieri alla fine ha fatto una dichiarazione in linea: "Se si tratta di aiutare imprese italiane a investire all' estero, noi siamo disponibili a ragionare con chiunque. Se si tratta di colonizzare l' Italia e le sue imprese da parte di potenze straniere, evidentemente no". Il timore è che l' accordo serva in realtà a consegnare l' Italia alla Cina, sotto forma di privilegi commerciali dubbi. Si prende tempo. E i Cinque Stelle hanno buon gioco a far notare che la Lega è divisa. A dirlo è Stefano Buffagni all' Huffington Post: "Sulla Via della Seta è la Lega a spaccarsi.
Buffagni
È stato un loro sottosegretario, Geraci, a essere tra gli attori principali dell' intesa. Possibile che non abbia informato i vertici di quel che si stava scrivendo?". Michele Geraci è sottosegretario allo Sviluppo economico ma anche Edoardo Rixi, viceministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, è favorevole.
Ora si tratta di capire quale sarà il punto di caduta. In particolare, la polemica politica riguarda il 5G . E se il Mise assicura che non fa parte del Memorandum, ai piani alti della Lega chi l' ha letto fa notare che anche le "telecomunicazioni" sono comprese tra le materie di cui tratta.
Fonti di Palazzo Chigi assicurano che viceversa il 5G non fa parte dell' accordo e ci tengono a dire che il negoziato si pone all' interno della normativa Ue e delle linee della strategia Ue-Cina.
RIXI SALVINI
L' iniziativa "non vale a ridisegnare il quadro dei rapporti politici e la collocazione euro atlantica del nostro Paese", si chiarisce ma "il governo italiano è interessato a tutte le iniziative dirette a sviluppare infrastrutture per la connettività euro-asiatica, quale volano per la crescita economica e lo sviluppo sostenibile".
Oggi Conte è atteso al Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, il Copasir, per parlare della Rete 5G . Con ogni probabilità, verrà dunque affrontato il tema della sicurezza delle telecomunicazioni anche alla luce dei timori espressi dagli Stati Uniti sui colossi cinesi delle telecomunicazioni - Huawei e Zte - scesi in campo per lo sviluppo delle infrastrutture su cui viaggerà la tecnologia 5G .