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HEZBOLLAH, IL RAID ISRAELIANO A DAMASCO SARÀ PUNITO
(ANSA-AFP) - Hezbollah, il movimento filo-iraniano in Libano ha affermato stasera che Israele pagherà per il raid israeliano contro l'ambasciata d'Iran a Damasco. "Certamente, questo crimine non passerà senza che il nemico sia oggetto di punizione e vendetta", ha detto il 'Partito di Dio' in un comunicato.
MOSCA, 'RIUNIONE CONSIGLIO SICUREZZA ONU SU RAID ISRAELE'
mohammad reza zahedi
(ANSA) - Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu terrà oggi una riunione aperta, richiesta da Mosca, sull'attacco israeliano al consolato iraniano a Damasco: lo ha annunciato il primo vice rappresentante permanente russo presso l'Onu, Dmitry Polyansky, come riporta la Tass. "Gli iraniani si sono rivolti al Consiglio di Sicurezza dell'Onu per condannare questa azione. A seguito della loro lettera, abbiamo richiesto un briefing aperto del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. La presidenza maltese l'ha fissato per le 15:00 ora di New York (le 21:00 in Italia, ndr) del 2 aprile", ha affermato Polyansky sui social media.
ONG, SALGONO A 11 I MORTI NEL RAID ISRAELIANO A DAMASCO
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(ANSA-AFP) - L'Osservatorio siriano per i diritti umani ha affermato che il bilancio delle vittime dell'attacco aereo contro l'edificio annesso dell'ambasciata iraniana a Damasco - ampiamente attribuito a Israele - è salito a 11. "Il bilancio delle vittime degli attacchi israeliani all'edificio annesso all'ambasciata iraniana è salito a 11: otto iraniani, due siriani e un libanese - tutti combattenti, nessun civile", ha affermato Rami Abdel Rahman, che dirige l'Osservatorio con sede in Gran Bretagna. L'osservatorio aveva precedentemente detto che ci sarebbero stati otto morti
Nyt, raid a Damasco contro incontro segreto 007 Iran-Jihad
(ANSA) - L'attacco ad un edificio del consolato iraniano a Damasco aveva nel mirino un "incontro segreto" tra alti funzionari dell'intelligence iraniana della Forza Quds e alti funzionari della Jihad islamica, che si erano riuniti lì per discutere della guerra a Gaza. Lo scrive il New York Times, citando un membro delle Guardie rivoluzionarie iraniane.
TEHERAN UMILIATA STUDIA LA VENDETTA MA C’È IL RISCHIO DI GUERRA REGIONALE
Estratto dell’articolo di Daniele Raineri per “la Repubblica”
L’uccisione del generale iraniano Mohammad Reza Zahedi, a Damasco, è per alcuni versi un fatto normale e per altri un fatto straordinario – e riguarda quello che sta succedendo nella Striscia di Gaza.
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[…] Zahedi è l’undicesimo ufficiale dei Guardiani della rivoluzione iraniana localizzato in Siria e ucciso da Israele a partire dal 7 ottobre, al quale vanno aggiunti altri sei uomini senza nome dei Guardiani […]. E la maggioranza di questi bombardamenti israeliani per decapitare la catena di comando iraniana in Siria è avvenuta a Mezze, il quartiere della capitale Damasco che fa da base operativa per gli iraniani – assieme all’aeroporto internazionale – e ospita anche l’edificio colpito ieri.
[…] Israele bombarda gli iraniani in Siria perché vuole evitare che lo Stato confinante diventi, con la compiacenza del dittatore Bashar el Assad, una piattaforma per lanciare attacchi contro le città israeliane da distanza ravvicinata.
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Ci sono però fatti straordinari. Zahedi è il comandante iraniano più alto in grado a essere ucciso dal gennaio 2020, quando un drone americano colpì il generale Qassem Suleimani sulla strada dell’aeroporto di Baghdad. È stato ucciso in pieno giorno durante una riunione strategica in territorio dell’Iran – perché l’edificio distrutto era su terreno dell’ambasciata a Damasco, quindi per la legge internazionale sul suolo iraniano.
All’incontro erano presenti anche il generale iraniano Hossein Aminullah, il suo vice per gestire i dossier Siria e Libano, e il generale iraniano HajRahimi, che dirigeva le operazioni in Palestina. E secondo alcuni canali delle milizie filoiraniane, c’erano anche rappresentanti di fazioni palestinesi per decidere che cosa fare nei territori palestinesi.
qassem soleimani
L’Iran […] ha preso la decisione strategica di non aiutare il gruppo palestinese nelle ore e nei giorni successivi all’attacco del 7 ottobre, e non ha gettato le sue milizie in una guerra totale al fianco di Hamas. Fu anzi l’Amministrazione Biden a fare pressione sul governo di Benjamin Netanyahu perché non aprisse un secondo fronte in Libano oltre a quello di Gaza. È chiaro però che Teheran intende sfruttare a modo suo la situazione nella Striscia e in Cisgiordania.
C’è il problema della reazione. L’Iran non può permettersi di reagire – perché se bombardasse invia diretta bersagli in Israele darebbe il via a un’escalation imprevedibile, che è quello che ha voluto evitare fino a oggi. Ma non può nemmeno permettersi di non reagire, perché sarebbe un segnale di estrema debolezza.
Vladimir Putin Ali Khamenei Ebrahim Raisi
Quando fu ucciso Suleimani nel gennaio 2020, i militari iraniani risposero con il bombardamento delle basi americane in Iraq per una notte soltanto e fu quasi un’operazione coreografata e senza vittime, in modo che ciascuna parte si potesse ritenere soddisfatta. Ma è escluso che possano coordinarsi con Israele per fare il bis di quello che fecero quella notte.
Le milizie filoiraniane lanciano uno stillicidio di operazioni minori ogni giorno contro obiettivi israeliani o che sono considerati legati a interessi israeliani: succede ogni poche ore al confine libanese, dove il gruppo Hezbollah spara missili e mortai […] e succede tutte le settimane nel Mar Rosso […].
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Se le milizie filo iraniane colpiscono ogni giorno, come si fa a capire che cosa è rappresaglia per il bombardamento israeliano a Damasco e che cosa non lo è? [… ]Messo davanti alla scelta fra escalation e umiliazione, l’Iran per ora prende tempo e dice che la vendetta arriverà al momento e nel luogo giusto, una formula usata anche in passato per dire che non sarà immediata.
JAWAD HASSAN TAWIL CON QASSEM SOLEIMANI ali khamenei
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