Estratto dell'articolo di Giovanni Berruti per www.lastampa.it
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Poche ore fa si è tenuta a Los Angeles l’anteprima mondiale di The Flash. Si tratta del nuovo cinecomic della DC Comics, diretto da Andy Muschietti e in uscita nelle sale tra pochissimi giorni. Come da programma, sul red carpet è apparso Ezra Miller. Essendo l’attore protagonista, cosa ci sarebbe di così strano? Si tratta della sua prima uscita pubblica, del suo ritorno sotto i riflettori dopo esser stato oggetto di diverse controversie legali, tra accuse di molestie, violenze e furti. Lo scorso anno è stato addirittura arrestato alle Hawaii per aver colpito una donna con una sedia in testa. Una situazione che ha creato non poco disagio tra i vertici dei DC Studios, che nonostante tutto hanno però deciso di non cancellare l’uscita del film.
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Di recente, è stato infatti annunciato che Miller non avrebbe rilasciato alcuna intervista promozionale, ma che si sarebbe reso disponibile solo agli scatti di rito. Cosa che effettivamente è stata (si è limitato solo a ringraziare pubblicamente i colleghi, prima dell’inizio della proiezione).
«Ezra è focalizzato sulla sua salute mentale, non vuole in alcun modo condizionare l'uscita del film. Desidera che l'attenzione sia concentrata unicamente su The Flash, non su di lui»- ha spiegato una fonte a lui vicina. In merito al futuro cinematografico del «velocista scarlatto», se i DC Studios non hanno ancora preso (apparentemente) una decisione ufficiale […]
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Nei mesi scorsi, una tempesta mediatica ha invece coinvolto i Marvel Studios. A scatenarla la cattiva condotta di un attore, Jonathan Majors, arrestato lo scorso marzo a New York con l’accusa di violenza domestica nei confronti di una donna. Il problema è che il suo è un personaggio centrale nel futuro cinematografico della casa delle idee, trattandosi del villain Kang il Conquistatore.
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Nonostante si sia dichiarato innocente, e il processo è ancora in corso, Majors rischia infatti di perdere il ruolo che si è conquistato con la sua performance nella serie Loki e nel film Ant-Man and the Wasp: Quantumania […]
Per usare una metafora presa in prestito dai fumetti, le accuse di molestie a Hollywood sono come la kryptonite? Secondo quanto successo negli scorsi mesi, la risposta sembra essere affermativa. Ma la realtà è decisamente più complessa. Da sempre, l’industria cinematografica (e non solo) è l’arena di controversie giudiziarie. Sentiamo spesso storie di aggressioni, violenze di ogni tipo. […]
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Nessuno dimentica il calvario subito da Kevin Spacey, licenziato da Netflix e sostituito in corsa nel film di Ridley Scott, Tutti i soldi del mondo. O quello da Woody Allen. Senza tralasciare il processo per diffamazione che ha visto contrapposti Johnny Depp e l’ex moglie Amber Heard, risolto con la vittoria del primo.
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Una cosa è certa, a Hollywood nessuno è indispensabile. Si può tranquillamente promuovere un blockbuster da oltre duecento milioni di dollari, senza contare sull’attore protagonista (The Flash), o sostituire un attore all’ultimo minuto. Le conseguenze non sono importanti. Anzi, paradossalmente, a volte lo scandalo può giovare alla riuscita al botteghino. E magari anche alla riabilitazione del personaggio (guai giudiziari a parte). Prepariamoci al potenziale hashtag #MillerforTheFlash2. Non sarebbe una sorpresa.
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