Paolo Tomaselli per il “Corriere della Sera”
max allegri
Anche stavolta, il salto di qualità sarà per la prossima volta. E forse uno tra José Mourinho e Massimiliano Allegri ha ragione, dato che domani sera si sfideranno all'Olimpico dopo l'ennesima delusione. Ma Milan e Napoli hanno appena dato una lezione a Roma e Juve nonostante le tantissime assenze, mettendo in questo modo ancora più in evidenza i limiti di gioco e organizzazione delle due avversarie ai margini della zona Champions, con 8 e 7 punti in meno rispetto alle discusse versioni di Fonseca e Pirlo.
mourinho
No, non erano queste le aspettative quando la scorsa estate Allegri e Mourinho, i due tecnici più vincenti e non a caso più pagati del campionato, si sono presentati alla partenza. Il primo, al grande ritorno a Torino dopo l'esonero di due stagioni prima, ha firmato un quadriennale da 7 milioni netti più bonus; il secondo, tornato in A a undici anni di distanza dal triplete interista, ha un triennale da 7 netti più bonus.
MORATA ALLEGRI
La lunghezza dei progetti fa capire che il cammino è appena cominciato, ma all'inizio del girone di ritorno Max e José continuano a fare i conti con gli stessi problemi, senza lasciare intravvedere una soluzione, una svolta o qualcosa della loro antica luccicanza. Dovevano essere gli uomini in più, ma finora, a parte l'entusiasmo riportato da Mou a Roma, sembrano gli uomini in meno.
mourinho
E a volte non si scorge nemmeno tutta questa voglia di trovarla, una risposta ai problemi sul campo: Juventus e Roma sono due squadre che pressano poco e male, che non si muovono quasi mai come un organismo unico, lasciando quindi distanze eccessive tra i giocatori e tra i reparti. Due squadre esposte al vento della partita, che danno la sensazione di essere governate dalla estemporaneità, senza i grandi campioni che possono risolvere due serate di fila.
MASSIMILIANO ALLEGRI
La situazione romanista è peggiorata dalla fragilità difensiva e domani Mou dovrà fare a meno anche di Mancini e Karsdorp squalificati, mentre Allegri ritrova Chiellini, reduce dal Covid: la Juve ha migliorato la fase arretrata, ma si schiaccia sempre di più davanti alla propria area con una passività ingiustificata, finendo per soffrire la migliore circolazione del pallone dell'avversario, come ha fatto il Napoli con 8 assenti, ma come hanno fatto anche Empoli e Sassuolo, vittoriosi allo Stadium.
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Ripartire in contropiede in queste condizioni è complicato e lo stesso Chiesa con i suoi sprint fenomenali viaggia spesso in solitaria: l'eventuale arrivo di Icardi sembra poco funzionale alla Juve attuale, che ha il peggior attacco dal 1999, con 28 gol. Se il campo piange, ci sono le telecamere dove esprimere la frustrazione, scaricando le responsabilità sui propri calciatori e sugli arbitraggi, con Mou specialista della materia, non sempre a torto ovviamente. Ma se è un (vecchio) modo per distogliere l'attenzione dai problemi delle loro squadre, ormai funziona poco.
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