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    CHE MALE VI FOA (MARCELLO)! SI CHIUDE LA STAGIONE DELLA RAI SOVRANISTA: IL PIANO DI M5S E PD PER RIMUOVERE IL PRESIDENTE VICINO ALLA LEGA - QUATTRO GLI STRUMENTI: L’ACCESSO AGLI ATTI, LA LEGGE DI RIFORMA DEL 2015 CHE DAREBBE AL NUOVO MINISTRO DELL'ECONOMIA, GUALTIERI LA POSSIBILITA’ DI AZZERARE IL CDA. UN’ALTRA POSSIBILITA’ LA OFFRE IL MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO SE BOCCIASSE IL PIANO INDUSTRIALE DI SALINI. INFINE, LA… - LA STRANA CONVERGENZA DI MAIO-RENZI SULLA RIFORMA "IN STILE BBC" DELLA RAI


     
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    Ilario Lombardo e Michela Tamburrino per “la Stampa”

     

    marcello foa marcello foa

    Da giorni il telefono di Michele Anzaldi non fa che squillare. Grillini e dem gli chiedono quale sia la migliore strategia d' attacco per decapitare, presto e subito, il sovranismo in Viale Mazzini. E lui, il deputato Pd della commissione di Vigilanza Rai, snocciola suggerimenti con un obiettivo dichiarato da cui cominciare: «Mandare via subito Marcello Foa». Il cambiamento del cosiddetto «governo del cambiamento» gialloverde inizia dalla tv pubblica.

     

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    E la stagione precipitosamente chiusa del salvinismo trascina con sé il destino del presidente Foa. Ieri tra i membri della commissione di Vigilanza girava lo screenshot di un tweet che annunciava l' addio al Viminale del figlio Leonardo, membro dello staff di Salvini: «Tra i primi compiti del nuovo governo - chiede Anzaldi - ci sia quello di ristabilire il pieno rispetto delle regole in Rai. Occorre un vero presidente di garanzia, come prevede la legge, per sanare il vulnus della nomina di Foa». Nomina bocciata dalla commissione e poi riproposta «con una seconda votazione che non ha precedenti».

     

    michele anzaldi michele anzaldi

    Per questo il Pd, cioè sempre Anzaldi, ha fatto una richiesta di accesso agli atti per sospetta votazione falsata, negata fino a oggi. Ma adesso il clima è cambiato. E non ci sono più solo i dem a chiedere la testa di Foa.

     

    Dopo un disagio di convivenza durato mesi, anche i 5 Stelle Alberto Airola, Primo Di Nicola, Mirella Liuzzi sono pronti a convergere sulla battaglia anti-sovranista come premessa per una rivoluzione in Rai che potrebbe saldare le intenzioni legislative dei due partiti. Il presidente della Camera Roberto Fico resta l' ispiratore di una legge e a nessuno nel Pd è sfuggito il riferimento esplicito di Luigi Di Maio che dal Colle ha fissato come punto del programma del nuovo governo una «riforma della Rai in stile Bbc». Una formula che è la stessa promessa per anni da Matteo Renzi e contenuta in un ddl dei dem.

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    Ma prima bisogna mandare via Foa. Ci sono tre, forse quattro chance in mano ai giallorossi. L' accesso agli atti è la prima, in attesa di capire anche se il Tar accoglierà il ricorso depositato dalla consigliera Borioni. Ma una via ancora più facile, secondo il Pd, è contenuta nella legge di riforma del 2015, che all' articolo 7 darebbe al nuovo ministro dell' Economia, Roberto Gualtieri, il potere di revoca del presidente in qualità di consigliere, azzerando il Cda.

    RITA BORIONI RITA BORIONI

     

    La terza possibilità, invece, la offre il ministero dello Sviluppo economico se bocciasse il piano industriale Fabrizio Salini. Amministratore delegato della Rai e presidente si erano fatti vedere assieme al Lido di Venezia, in totale concerto di vedute. Foa per ora ostenta massima tranquillità. A quanti lo interrogano sulle sue mosse a venire dice che si sente di essere un ottimo presidente di garanzia, che prende atto del cambio di maggioranza e che e nella sua persona si potrebbe ravvisare anche una sorta di salvaguardia per quella che oggi è minoranza (leggi Lega).

     

    fabrizio salini foto di bacco fabrizio salini foto di bacco

    Eppure le varie anime della Rai si affrontano già da adesso in nome della discontinuità. E mentre una parte della sinistra interna pende per un cauto attendismo, l' altra scalpita. La prima chiede di lasciare Foa depotenziato fino a quando non sarà completata la squadra di governo, sostanzialmente per capire chi occuperà la casella di sottosegretario con deleghe alle Telecomunicazioni che nei fatti guiderà il rapporto con la Rai.

     

    L' ala più battagliera spera in un' altra soluzione, per cacciarlo. La quarta e la più estrema: trovare un consigliere del Cda che al prossimo consiglio, il 12 settembre, presenti una mozione di sfiducia da votare contro il presidente adducendo motivi di scarsa copertura del proprio lavoro, anche internazionale.

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