Massimo Brizzi per gazzetta.it
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Un mondiale da trapezista purissimo. La ceralacca arriva in casa: con il 3° posto di Valencia alle spalle di Pedrosa e Zarco, Marc Marquez appone il suo sesto sigillo iridato alla sua giovane carriera, solo 24 anni, vincendo il titolo 2017 con un patema finale. Un brivido, un lungo, frutto di una quasi caduta dopo una staccata mostruosa per superare Zarco, poteva infatti costargli caro. Pochi istanti, però, e la caduta, vera purtroppo, di Dovizioso, mette fine alle speranze iridate del forlivese, consegnando il mondiale a Marquez. Alloro meritato, sudato e consacrato dal confronto con l’eccellente Andrea Dovizioso, generoso e sfortunato, ma a cui va l'onore delle armi.
onore a entrambi — La quarta bottiglia mondiale dello spagnolo in MotoGP viene stappata nell’ultimo appuntamento, spiaggia cui era stato costretto dalla tenacia del forlivese: in patria Marc non fallisce – gli sarebbe bastato un 11° indipendentemente dal risultato di Dovizioso, costretto però a vincere – indossa la maglia iridata. Al secondo match point dopo quello cancellato dal Dovi in Malesia, Marquez raggiunge il suo obiettivo con qualche patema. Traguardo ineccepibile per qualità e doti esibite dal 'Marcziano', assurto a livelli altissimi – forse i maggiori raggiunti dallo spagnolo – nel duello con Dovizioso, che ha elevato rendimento e consapevolezza al punto da costringere il rivale a dare il meglio di sé.
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Applausi al vincitore, campione eccelso e racer sopraffino; onore allo sconfitto, uomo vero e pilota di caratura: entrambi hanno fatto la differenza con le loro moto, dividendosi anche, da luglio in poi e fino a prima di Valencia, le vittorie della seconda parte di stagione. Dimostrazione di come abbiano regolato la concorrenza e meritato di giocarsi l’uno contro l’altro il titolo piloti.
ecco pedrosa — Nell’ultimo atto gloria dunque per Pedrosa, che in una gara complessa, sia per la tensione del duello iridato, sia per la tenuta delle gomme alla distanza, ha la meglio su Zarco e raccoglie la seconda vittoria stagionale. Ai piedi del podio la Suzuki di Rins, che precede Rossi, 5° fra mille difficoltà con una Yamaha che dai test successivi alla gara dovrà immediatamente fare chiarezza sulle scelte del proprio futuro, visto che il rendimento della M1 2016 del team Tech 3, spesso superiore, lasciano interrogativi irrisolti. Buon 6° Iannone.
la gara — Parità di scelte di gomme fra Marquez e Dovizioso, hard-soft, la stessa combinazione di Lorenzo, mentre Zarco e Pirro optano per la doppia soft, Rossi e Vinales per media-soft e Pedrosa per hard-media. Proprio Dani Pedrosa è protagonista al via: al semaforo, infatti scatta bene e si porta in scia al com pagno Marquez che prende la leadership. Ottimale per proteggerne il cammino. Il piano dura due giri, poi Zarco si infila fra le due Honda, mentre Lorenzo e Dovizioso sono al 4° e 5° posto.
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Al 4° giro Zarco va in testa, con Marquez che saggiamente non oppone resistenza, mentre Aleix Espargaro va a terra con l'Aprilia in livrea rossa per sostenere la fondazione RED. Lorenzo fa la sua gara e non lascia strada al compagno, con Iannone e Rossi alle loro spalle. Al 13° giro ricompare la 'mappa 8' di Sepang sul cruscotto di Lorenzo, chiaro input per un lasciapassare. Jorge però non ci sente, Marquez tallona Zarco e a 7 giri lo passa, esagerando. Marc quasi scivola, si rialza alla grande come un gatto e rientra in pista 5°. Un prodigio. O miracolo. Un giro dopo e cade Lorenzo, ancora poco e Dovi è out. Game over per lui. Resta la battaglia fra Perdrosa e Zarco, che arrivano nel'ordine dopo una bella lotta. Marquez è 3° e festeggia. Gloria, emozioni, sportività: applausi per tutti. Sipario.