Un mondo distopico in cui l’unico cenone di Natale tra non congiunti sarà nella casa del Grande fratello.
— Selvaggia Lucarelli (@stanzaselvaggia) November 14, 2020
NATALE SU SKYPE: IL VIRUPANETTONE DI GALLI
Andrea Amata per nicolaporro.it
cenone natale
Il direttore della struttura malattie infettive dell’ospedale Luigi Sacco di Milano, Massimo Galli, intervenendo alla trasmissione televisiva Mattino Cinque per erudire i telespettatori sulle misure da adottare per mitigare la diffusione del coronavirus, ha formulato la “brillante” raccomandazione su come gestire le prossime feste natalizie: «Sarebbe meglio passarle su Skype – ha affermato – ci ritroviamo in questa situazione terribile per colpa di un Ferragosto sciagurato”.
cenone natale
Per Galli il Natale andrebbe vissuto in remoto, una sorta di webchristmas, simulando la magia della natività che affonda le sue radici nel fascino immarcescibile della tradizione. È deprimente immaginare di riprodurre il clima natalizio in un collegamento a distanza con persone a volte anche sole la cui solitudine è amplificata dall’atmosfera scintillante del Natale, che esorta alla condivisione di prossimità. Invece, no! Per il presenzialista dei palinsesti televisivi, il prof. Galli, dovremmo rinunciare alla condivisione in presenza con gli affetti più cari per aderire ad una sorta di affettuosità surrogata dall’interazione virtuale. Galli è un fautore oltranzista del lockdown, invocandone la decretazione sin dal principio del mese di settembre e con la sua assidua presenza televisiva, anche nelle ore antimeridiane, recapita un messaggio gravato di catastrofismo.
cenone natale
Il virologo, che dall’esordio del virus ha occupato in modo permanente giornali e Tv, ha spiegato, ai microfoni del programma mattutino di Canale 5, che: «Se vogliamo uscirne per Pasqua i regali dovrebbero essere acquistati esclusivamente su Internet, il cenone dovrebbe avvenire in gruppi ristretti magari collegandosi in videochiamata. Dobbiamo aver pazienza, tutelare gli anziani e farci gli auguri il più possibile a distanza». Chissenefrega dei commercianti che da marzo sono immersi in una crisi economica spaventosa e aspettano le festività per ottenere un minimo di respiro per le loro asfissiate attività. Per Galli occorre privilegiare le piattaforme on line delle grandi multinazionali come Amazon e ignorare il grido di dolore pronunciato da mesi dai venditori al dettaglio che dal Natale potrebbero scorgere un barlume di luce dopo mesi di buio pesto.
COVID, CHE NATALE SARÀ?
Monica Guerzoni per corriere.it
CENONE DI NATALE
Quaranta giorni sono un tempo infinito per prevedere che Natale sarà, eppure il dossier dei cenoni e dei veglioni già preoccupa e interroga il governo. Giuseppe Conte ne ha parlato in diverse occasioni, rivelando la filosofia con cui intende affrontare le feste natalizie.
galli
L’idea che trapela dai piani alti del governo è che, con prudenza e in sintonia con le altri capitali europee, «qualche allentamento ci sarà». Si potrà cenare e pranzare insieme la Vigilia e il 25 dicembre, ma con «pochi intimi» e rispettando le regole, mascherine e distanze. E se la curva del virus si sarà finalmente appiattita, finirà il coprifuoco dalle 22 alle 5: la misura che l’inquilino di Palazzo Chigi soffre più di ogni altra.
Il Dpcm potrà contenere una raccomandazione sul numero massimo di persone a tavola, ma l’idea di decidere per decreto se gli italiani debbano festeggiare con i parenti di primo o secondo grado, Conte proprio non la considera. Non immagina «baci e abbracci, cenoni e tombolate», però una settimana fa sul Corrieresi è augurato che il Natale porti «un po’ di serenità» e che l’economia «potrà marciare a pieno regime». Un auspicio che ha poi ribadito su Facebook, quando ha risposto alla lettera di Tommaso, 5 anni, con la trovata dell’«autocertificazione» che consentirà a Babbo Natale di «distribuire regali a tutti i bambini».
«Non sarà liberi tutti»
Il regalo che Conte aspettava è il calo dell’indice Rt all’1,4%. «Non vuol dire che siamo fuori pericolo, ma che le misure stanno iniziando a produrre i loro effetti», ha commentato dialogando con Landini alla Cgil.
conte franceschini
L’avvocato è soddisfatto e non solo perché la prima frenata del virus coincide con la sua risalita nei sondaggi. Il sollievo è dovuto alla convinzione che il sistema dell’Italia divisa per fasce di rischio stia funzionando e abbia evitato quel lockdown generalizzato per il quale parte del governo si era spesa. In vista del nuovo Dpcm, da scrivere entro il 3 dicembre, il braccio di ferro con i rigoristi è destinato a ripartire. Per il ministro Roberto Speranza è troppo presto per valutare regole e allentamenti: «Discussione surreale».
Ma il suo consigliere Walter Ricciardi boccia assembramenti e «cenoni aperti». Raccontano che, in riunione con i capidelegazione, Dario Franceschini abbia ammonito i colleghi: «Anche se la curva scende, bisognerà fare un discorso chiaro. Tra messe, tavolate e negozi pieni è il periodo perfetto per far crescere il virus. Se rimuoviamo tutte le misure rischiamo di ripetere Ferragosto».
Scienziati come Crisanti, Galli e Ippolito temono che il Natale diventi un’autostrada verso la terza ondata e il ministro Francesco Boccia condivide l’allarme: «Passeremo le feste con il nucleo familiare più stretto». La cautela è d’obbligo e Conte ha già in testa lo slogan: «Non sarà un liberi tutti». Evitare misure più restrittive è possibile, purché dicembre non diventi «una catarsi liberatoria», in cui «ci abbracciamo e ci dedichiamo allo shopping forsennato».
giuseppe conte dario franceschini
Per non deludere le aspettative degli italiani Conte cerca una formula che consenta «di non mortificare affetti e consumi», senza far correre rischi al Paese. Ci ha provato ieri, quando ha detto che il Natale non è solo scambio di doni, ma anche «raccoglimento spirituale, che con tante persone non viene troppo bene». Parole che hanno scatenato le ironie della destra.