giuseppe conte e ursula von der leyen a bruxelles
DAGONEWS
La furia di Ursula von der Leyen nei confronti di Conte è solo l'ultimo degli schiaffi in faccia ricevuti dal premier in questi giorni. A Bruxelles chi deve disinnescare la bomba di Ungheria e Polonia lavora notte e giorno e se l'Italia avesse almeno presentato il piano degli investimenti in un tempo congruo, sarebbe più facile mettere Orban davanti a un fatto compiuto. Invece il governo italiano ci ha messo del suo a ritardare la partenza del Next Generation EU.
giuseppe conte rocco casalino emmanuel macron
Macron aveva pronto un ''piano B'' da presentare ieri pomeriggio all'incontro virtuale tra i 27 leader dell'Unione che si sono parlati in videoconferenza. Il summit però è durato solo mezz'ora, e il presidente francese ha tenuto nel cassetto la sua rabbia contro i due paesi. Il suo punto è proprio questo: possono due paesi, neanche così centrali nell'architettura europea ed entrati tra gli ultimi, bloccare un piano che serve alla ripresa degli altri 25?
CONTE MERKEL SANCHEZ MACRON
Scriveva ieri la ''Stampa'':
Ecco il piano di Macron: se qualcuno continua a bloccare, noi andiamo avanti solo con chi ci sta. Si tratta di un progetto tutt’altro che facile da mettere in pratica. E che certamente non può essere adottato in tempi brevi. Da un punto di vista puramente teorico ci sarebbero due strade: quella intergovernativa – che porterebbe all’istituzione di un Recovery Fund con una struttura simile a quella del Mes – e quella comunitaria, attraverso una cooperazione rafforzata tra i Paesi disposti ad aderire su base volontaria. (…) Al momento la minaccia francese sembra più un bluff per provare a mettere Varsavia e Budapest con le spalle al muro.
salvini orban
In tutto questo, la statura politica di Conte, se mai ne ha davvero avuta una, ne esce pesantemente ridimensionata. Cosa è cambiato? È finito il pericolo Salvini. La paura sovranista che percorreva l'Europa l'estate scorsa quando, pur di non rischiare un governo del Capitone, Bruxelles ha benedetto il secondo governo Conte, è storia del passato. Trump ha perso le elezioni, la pandemia ha indebolito leader che vivono della piazza e della campagna elettorale permanente, e soprattutto c'è stato lo strappo di Berlusconi che si è staccato da Matteo e Giorgia per puntellare la maggioranza.
SALVINI MELONI BERLUSCONI
Che non è una semplice manovra dell’eminenza azzurrina Gianni Letta seduto al tavolo con i peones di Forza Italia, ma un'operazione politica benedetta da Merkel e compagnia con l'assenso di Pd e 5 Stelle. Togliendo una delle gambe, il tavolo del centrodestra balla, anzi crolla. E garantisce a Merkel, Macron e Ursula che in questa legislatura non ci potrà essere un governo alternativo in mano agli anti-europeisti.
Senza il bau-bau Salvini, Conte non serve più, e può essere tranquillamente sostituito. Per questo il premier si sta sbattendo per non avere l'ingresso formale di Forza Italia in maggioranza, per questo oggi il ''Fatto Quotidiano'' ricomincia a bombardare su Silvio come ai vecchi tempi e come non stava più facendo.
di maio zingaretti conte
Altri schiaffi per Conte in queste settimane sono arrivati da Di Maio, che ora torna a fare il capo politico dei grillini e ce l'ha a morte con il premier. Sia per motivi personali (è Giggino che lo ha proposto come "candidato ministro" e poi Presidente del Consiglio), sia pwer motivi politici (all’inizio della sua avventura si consigliava con l’ex bibitaro del San Paolo, oggi parla solo con Gualtieri e Zingaretti). La tanto sospirata telefonata di Biden è arrivata solo con l'intercessione dell’amerikano Guerini; aggiungere il mancato invito di Macron al tavolo sul terrorismo europeo, infine il calcio dell’asino è arrivato dalla sua stessa maggioranza per la storia della fondazione cyber dell'intelligence.
di maio guerini
A proposito, altra pedata: il piddino Borghi, che siede nel Copasir, sta per presentare un disegno di legge che riforma i servizi, in cui c'è la norma che introduce l'obbligo dell'autorità delegata. In poche parole, Conte non potrebbe tenere per sé la delega ai servizi ma dovrebbe nominare un sottosegretario (come un tempo furono Letta e Minniti) cui affidare l'incarico molto delicato.
Angelo Tofalo, sottosegretario alla Difesa del M5S
I 5 Stelle hanno poi sconfessato Tofalo, ex sottosegretario uscito dalla Link che era l'unico a sapere del progetto di fondazione cyber. Mentre il pasticcio sulla norma stralciata dalla legge di bilancio ha fatto slittare le nomine dei vicedirettori dei servizi che andavano fatte questa settimana.
Che ne sarà alla fine di Conte? Tutto dipende da due fattori: Mattarella e la pandemia. Il presidente della Repubblica tiene in vita il suo governo con la bombola d’ossigeno, mentre il numero di contagi e di morti – è macabro ma è così – garantisce al premier la sopravvivenza politica. Finché dura l'emergenza sanitaria, il Colle non scioglierà mai le Camere, né forzerà la mano per un cambio a Palazzo Chigi.
giuseppe conte sergio mattarella
Ma se a giugno la situazione dovesse di nuovo stabilizzarsi, per la bella stagione e per il vaccino, e alle elezioni amministrative il Pd dovesse uscire ringalluzzito, le cose potrebbero cambiare di nuovo per gli ultimi due anni di legislatura. Non sarà facile fare mosse azzardate perché ad agosto inizia il semestre bianco di Mattarella. Che non potrà sciogliere le Camere ma potrebbe comunque prendere atto che questa stessa maggioranza, magari sostenuta da Berlusconi, intende cambiare leader.
conte mattarella sergio mattarella parla con dario franceschini e nicola zingaretti