Marco Bresolin per “La Stampa”
sebastian kurz
Con una mossa a sorpresa, il gruppo dei Paesi Frugali oggi giocherà d'anticipo e darà ufficialmente il calcio d'inizio a una delle partite più delicate dei prossimi mesi - o forse anni - della politica europea: la riforma del Patto di Stabilità.
In occasione delle riunioni informali dell'Eurogruppo/Ecofin in programma a Lubiana, in Slovenia, il governo austriaco ha raccolto attorno a sé una coalizione di otto Paesi pronti al braccio di ferro con l'Italia, la Francia e gli altri Stati del Sud sulla modifica delle regole di bilancio.
paolo gentiloni valdis dombrovskis
Il messaggio è chiaro: «Il Trattato sul funzionamento dell'Ue obbliga tutti gli Stati membri a evitare e a correggere i deficit eccessivi». Il documento - che sarà pubblicato questa mattina e che La Stampa ha visionato in anteprima - si intitola «Una visione comune sul futuro del Patto di Stabilità e Crescita» ed è stato sottoscritto anche dai ministri delle Finanze di Finlandia, Paesi Bassi, Danimarca, Lettonia, Slovacchia, Svezia e Repubblica Ceca.
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Alcuni passaggi puntano dritti all'Italia, anche se il nostro Paese non viene citato esplicitamente: «Misure di bilancio senza precedenti hanno aiutato a combattere i notevoli effetti economici negativi della crisi, ma al tempo stesso hanno danneggiato la sostenibilità delle finanze pubbliche in molti Paesi. In particolare quelli in cui tali misure hanno creato un onere permanente sui bilanci e dove il livello del debito pubblico era già alto prima».
SEBASTIAN KURZ PAOLO GENTILONI.
Gli otto ministri spiegano che non c'è un "no" a priori alla revisione delle regole di bilancio, ma a patto che questo serva a renderle più trasparenti, di più facile applicazione e non comprometta la sostenibilità dei conti pubblici. Però avvertono che difficilmente la riforma del Patto sarà conclusa prima del ripristino delle vecchie regole.
«La qualità - si conclude il documento - è più importante della velocità». L'obiettivo di Italia e Francia, invece, è proprio quello di accelerare al fine di trovare un'intesa entro la fine del prossimo anno, in modo da evitare il ritorno dei rigidi vincoli di bilancio nel gennaio del 2023. Il grande assente nel dibattito, in questa fase, è la Germania, alle prese con la campagna elettorale.
OLAF SCHOLZ ANGELA MERKEL
Dal voto tedesco dipenderà la posizione della principale economia dell'Eurozona. Olaf Scholz, oggi ministro delle Finanze, è il favorito per la cancelleria e dunque le sue posizioni sul tema sono importanti.
Sul tavolo dell'Ecofin arriverà anche uno studio firmato dall'influente think tank bruxellese Bruegel, che ha esaminato la necessità di combinare gli investimenti "green" con la sostenibilità di bilancio.
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Chi conosce Scholz assicura che il ministro è piuttosto in linea con le conclusioni del documento. Dalle parti del ministero del Tesoro italiano, invece, la prima lettura ha fatto storcere il naso. Per l'Italia, la buona notizia è che anche Bruegel riconosce la necessità di una "golden rule" per scorporare gli investimenti "green" dal calcolo del deficit e del debito, come il commissario Paolo Gentiloni proponeva già prima della pandemia. Quella cattiva è che, secondo il think tank, il Patto di Stabilità contiene già sufficiente flessibilità e dunque una modifica delle sue regole potrebbe essere controproducente. La battaglia è solo all'inizio.
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SEBASTIAN KURZ PAOLO GENTILONI