Estratto dell’articolo di Francesca Basso per il “Corriere della Sera”
ocean viking migranti
[…] Per capire cosa aspettarsi dal Consiglio Affari esteri che si tiene oggi a Bruxelles bisogna ricordarsi che la guerra in Ucraina è ancora in corso […] E questo sarà il cuore della riunione dei ministri degli Affari esteri dei 27 Paesi Ue, come hanno spiegato diverse fonti al Corriere.
[…] In questa fase lo sforzo della Commissione è di invitare gli Stati membri al coordinamento e alla cooperazione. I salvataggi in mare sono regolati dal diritto internazionale […] quindi l'esecutivo comunitario non ha voce in capitolo, non sta a lui indicare quale sia il porto sicuro più vicino. Di sua competenza sono invece le politiche legate all'asilo. Il 20 settembre di due anni fa la Commissione ha proposto un nuovo patto sulla migrazione e l'asilo che è ancora sotto negoziato perché gli Stati non riescono a mettersi d'accordo.
humanity 1 a catania
Per poter rivedere le regole è necessario che tutti, i Paesi in prima linea sul Mediterraneo (Italia, Grecia, Malta, Cipro e Spagna), come quelli dell'Est, a partire dalla Polonia, che stanno gestendo i flussi degli sfollati dalla guerra in Ucraina, insieme ai protagonisti dei movimenti secondari (il fenomeno dei migranti che si spostano dal Paese di primo ingresso per andare a chiedere asilo in un altro Stato Ue) come Francia, Germania, Olanda e Belgio, trovino soluzioni condivise.
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Un piccolo passo avanti era stato raggiunto nel Consiglio Affari interni del 22 giugno scorso quando gli Stati Ue si sono accordati sulle posizioni negoziali, da tenere con il Parlamento Ue, sul regolamento Eurodac (la banca dati con le impronte digitali dei migranti irregolari e dei richiedenti asilo registrati negli Stati Ue) e sul regolamento sugli accertamenti per rafforzare il controllo delle persone alle frontiere esterne.
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Contestualmente 21 Stati membri e Paesi associati avevano confermato l'adesione al meccanismo volontario di solidarietà sotto forma di ricollocazioni o contributi finanziari. È il meccanismo al quale la Francia ha deciso di non aderire più. Il timore ora, osservano a Bruxelles, è che tutto venga rimesso in discussione. Sulla dimensione esterna - intese e aiuti con i Paesi di provenienza e di transito - anche l'ex premier Draghi aveva sollecitato un intervento della Commissione, ottenendo che fosse incluso nelle conclusioni di ben tre Consigli europei. La presidenza ceca deciderà in settimana se convocare per fine mese una riunione straordinaria a livello di ministri o solo tecnico. È già in programma un Consiglio Affari interni l'8 dicembre e il 15 e 16 dicembre si incontreranno i leader Ue.
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