• Dagospia

    ELKANN NON ABBAIA E NON MORDE - CHE SUCCEDERÀ A FCA? DOPO LE AVANCES DI PEUGEOT, IL TITOLO GUADAGNA IL 2% IN BORSA, MA I DUBBI SUL FUTURO DEL MARCHIO SONO TANTI – SEMBRA DI ESSERE TORNATI AL 2008, MA MARCHIONNE NON C’È PIÙ – I CINESI, I COREANI, I FRANCESI: L’ALTERNATIVA È TRA UNA FUSIONE O LA SVENDITA DI UN MARCHIO COME FIAT O ALFA PER BUTTARSI SOLO SUL LUSSO


     
    Guarda la fotogallery

    Pierluigi Bonora per “il Giornale”

     

    mike manley john elkann mike manley john elkann

    Fondersi? Vendere? Spezzettare? Tanti gli interrogativi per il presidente di Fca, John Elkann, impegnato a disegnare il futuro del gruppo. Il compito è arduo vista anche la trasformazione in corso di un settore alle prese con pesanti investimenti su ambiente, servizi e guida autonoma, e i nuovi protagonisti dell' hi-tech pronti a prendersi la scena. Il futuro di Fca occupa in questi giorni le pagine di Wall Street Journal e Financial Times.

     

    fiat a ginevra 2019 alfa romeo fiat a ginevra 2019 alfa romeo

    È il caso economico-finanziario del momento, soprattutto dopo le forti avances nei confronti del Lingotto da parte di Psa. Prima l' ad Carlos Tavares e poi l' azionista Robert Peugeot si sono detti pronti a ragionare su uno scambio azionario, trovando a quanto sembra un muro. Ma perché Parigi, per ben due volte, ha parlato a Fca attraverso i media? C' è stato un contatto diretto con Elkann?

     

    mike manley a ginevra mike manley a ginevra

    Ha prevalso il timore, oltre alle perplessità su governance e convenienza, che si sarebbe dovuto, giocoforza, rivedere l' attività produttiva in Italia? È come se il presidente di Fca fosse tornato al 2008, quando con Sergio Marchionne era alla ricerca di una soluzione per il gruppo, poi trovata grazie al colpo su Chrysler. E se dopo la nascita di Fca al suo fianco c' era Marchionne, con il quale però i manager degli altri gruppi avevano una certa difficoltà a dialogare, ora Elkann si avvale di consulenti tra le principali banche d' affari.

     

    manley marchionne manley marchionne

    Un partner cinese? Se ne parla da tempo. E Geely, che controlla Volvo e ha il 9,7% di Daimler, si è già fatta avanti. Ma l' opzione Pechino presenta non poche difficoltà, sia dal punto di vista finanziario sia da quello istituzionale: ci vuole il beneplacito di Pechino e quello di Washington, entrambi impegnati in un braccio di ferro sul fronte degli scambi commerciali.

     

    Geely Cina Geely Cina

    I coreani? La carta Hyundai? Marchionne ha sempre detto che i coreani non amano comprare. E allora? Cedere alcuni gioielli della corona, come Fiat e Alfa Romeo, per tenere Jeep e Maserati, creando, con Ferrari, un nuovo polo premium e del lusso? In gennaio, inoltre, Elkann avrebbe cercato di mettersi in contatto con Mary Barra, numero uno di Gm. E come con Marchionne, più volte in passato, dal Renaissance center di Detroit, sarebbe arrivato un no, thanks.

    mike manley john elkann mike manley john elkann

     

    A tutto questo bisogna aggiungere timori e interessi che gravitano attorno a un' ipotesi cessione o fusione, sia tra il management, che con il nuovo corso sarebbe oggetto di revisione, sia alla voce consulenze e commissioni che perderebbero improvvisamente un cliente importante. Insomma, a rendere ancora più complessa a Elkann la ricerca di un partner, ci sarebbero anche non poche variabili.

     

    Secondo Roberto Russo, ad di Assiteca Sim, «l' unica strada possibile, per sacrificare Fca dal proprio portafoglio, è quella di una cessione dell' intera partecipazione a un valore non inferiore a 6 volte gli utili attesi nel 2019, al netto degli oltre 8 miliardi attuali di liquidità, corrispondente a un prezzo per azione non inferiore a 25 euro. E probabilmente l' affare lo farebbero ancora i compratori.

     

    mike manley john elkann mike manley john elkann

    Il ragionamento di Exor è probabilmente sintetizzabile in un pensiero: vendita sì, fusione no». «La capitalizzazione attuale di Fca - precisa Russo - è di circa 20,2 miliardi da cui va sottratta una liquidità netta di oltre 8 miliardi (1,9 di cassa al 31 dicembre 2018 più 6,2 dalla vendita di Marelli).

     

    Il valore d' impresa è così di circa 12 miliardi che, confrontato con un utile netto atteso nel 2019 di oltre 5 miliardi, permetterebbe a chi dovesse acquistare tutta Fca ai prezzi attuali di rientrare dall' investimento in poco più di due anni. Ecco allora che i potenziali predatori (Psa) provano a bussare alla porta di Exor proponendo l' opzione carta contro carta, immaginando di fondere al proprio interno l' enorme valore inespresso dalle attuali quotazioni di Fca senza pagare un euro». In Borsa, ieri passo avanti del Lingotto (+2% a 13,03 euro) e bene anche Exor (+1,85% a 57,20 euro).

    Guarda la fotogallery


    ultimi Dagoreport