DAGONEWS
Che succede dopo il voto in Emilia-Romagna? Se vince Bonaccini, ovvio, non succede quasi niente: il governo si rafforza, Zingaretti arriva al congresso da trionfatore, e il Conte-bis ha buone possibilità di arrancare felice fino al 2022, anno fatidico del ricambio al Quirinale.
giuseppe conte nicola zingaretti 1
Se invece dovesse andare male per il Pd, con Salvini che s'ingroppa una lonza e si fa le docce col lambrusco, allora lo scenario diventa parecchio ingarbugliato. Le dimissioni di Zingaretti sarebbero molto probabili, non solo per la sconfitta elettorale, ma per lo sgretolarsi del modello politico immaginato in tandem con l'eterno Bettini, ovvero lui segretario del Pd con Giuseppe Conte candidato premier di un'alleanza stabile coi grillini.
Zinga il governo coi 5 Stelle non lo voleva fare, ma più di tutto non vuole fare il premier (troppe ansie), e il suo obiettivo congressuale è cambiare lo statuto per slegare il ruolo di segretario da quello di candidato a Palazzo Chigi. Però c'è anche una fronda tra i gruppi parlamentari e nella direzione nazionale che soffre la gestione troppo ''romanocentrica'' (sempre Bettini) del partito, e che non si strapperebbe i vestiti in caso di dimissioni del segretario.
Bettini e Zingaretti
La stessa fronda farebbe di tutto per mantenere in vita il governo: con questa legge elettorale, i risultati per il Pd sarebbero drammatici. E questa è l'assicurazione sulla vita del governo: finché non sarà cambiato il sistema elettorale, non si potrebbe votare, soprattutto dopo la bocciatura da parte della Consulta dei referendum salviniani. Anche i grillini, senza capo e senza direzione, non potrebbero affrontare elezioni in primavera.
Insomma, la domanda resta sempre quella: in caso di sconfitta alle elezioni, chi implode prima? Di Maio con le dimissioni ha di fatto disinnescato gli incazzados del movimento. Le dimissioni di Zinga non sarebbero per forza la fine del Pd governativo. E i poteri ''esterni'' il messaggio l'hanno già mandato: dovete resistere, e fare di tutto per impedire a Salvini di arrivare al potere. La linea resta quella: sopravvivere a tutti i costi.
il confronto tra stefano bonaccini e lucia borgonzoni a cartabianca