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    “IO E LUI INSIEME? COME LA RUSSA CHE POMICIA CON SCHLEIN” – CHECCO ZALONE E FRANCESCO DE GREGORI SHOW ALLE TERME DI CARACALLA NEL PRIMO DEI DUE CONCERTI ROMANI - IL COMICO: "VOLEVO DARE IL MIO BRANO 'IMMIGRATO' A VANNACCI PER LA CAMPAGNA ELETTORALE. L’HA RIFIUTATO. HA SCELTO 'GENERALE' DI DE GREGORI E L’HA PURE PAGATA” – LA BATTUTA SU BERGOGLIO: “IN ‘CULU PIATTU’ HO MESSO BLACK FACE, CATCALLING E BODY SHAMING. PENSAVO DI ESSERE LA PERSONA PIÙ SCORRETTA D'ITALIA... VABBÉ  POI C'È STATO IL PAPA” – VIDEO


     
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    Sandra Cesarale per corriere.it - Estratti

    CHECCO ZALONE E FRANCESCO DE GREGORI CHECCO ZALONE E FRANCESCO DE GREGORI

     

    Non dice una parola Francesco De Gregori sulla Lega che ha fatto sentire la sua Generale durante il comizio elettorale a Milano con Salvini e Vannacci. Ma ci pensa Checco Zalone a lanciare una stoccata, alla sua maniera, quando il cantautore romano non è sul palco.

     

    E prima di intonare Immigrato dice: «La volevo dare a Vannacci per la campagna elettorale. L’ha rifiutata. Ha scelto Generale di De Gregori e l’ha pure pagata. Io gliel’avrei offerta gratis». E, alla fine, anche Francesco, accanto alla vocalist della band,  si mette a cantare il ritornello: «Immigrato, quanti spiccioli t'avrò già dato/ Immigrato, mi prosciughi tutto il fatturato».   

     

     

    CHECCO ZALONE E FRANCESCO DE GREGORI CHECCO ZALONE E FRANCESCO DE GREGORI

     

    Scene da un concerto. Le Terme di Caracalla, mercoledì 5 giugno,  hanno ospitato la prima delle due date romane (le uniche finora in programma in tutt'Italia) di «De Gregori- Zalone piano, voce (e band)». Si replica domenica 9 giugno.  Biglietti esauriti, 4500 spettatori per ogni serata. Due ore di live con 29 canzoni in scaletta, tra quelle di De Gregori, soprattutto le meno note, quelle di Zalone e le cover contenute nell’album Pastiche, inciso dall'insolito duo e pubblicato lo scorso aprile. 

     

     

     

    Il cantautore intellettuale - lo hanno ribattezzato il Principe, ma lui non ama la definizione - e il comico e regista campione d'incassi al botteghino. Apparentemente una coppia male assortita. Checco ci scherza: «Zalone e De Gregori sullo stesso palco è come vedere La Russa che pomicia con Schlein. Non è una cosa bella, ma eccezionale sì». «Eccezionali tutti e due: sia La Russa che Schlein», ribatte De Gregori.

     

    CHECCO ZALONE E FRANCESCO DE GREGORI CHECCO ZALONE E FRANCESCO DE GREGORI

    Risate nell'arena. È un gioco, un divertimento per i due amici che però scorre benissimo. La coppia è affiata e si diverte e i ruoli sono bene definiti. Zalone suona il pianoforte, come un consumato musicista, quando serve canta e spara battute a raffica. De Gregori, con cappellino e occhiali, guida la  musica dove vuole lui.

     

     

    L'inizio è tutto per Zalone che al pianoforte attacca Deborah’s theme di Morricone. Poi canta Piano bar  e, alla fine, rivolto a De Gregori: «Sfatiamo il mito che era dedicata a Venditti, anche perché il pianista che ti ha ispirato era più bravo di lui».  «Questo è un pezzo di storia italiana», dice De Gregori prima del Cuoco di Salò. Zalone: «Ca..o, non scendiamo nei particolari». Però  nell'intro accenna agli accordi di Bella ciao e termina la canzone con poche note dell’Inno di Mameli.

     

     

    CHECCO ZALONE E FRANCESCO DE GREGORI CHECCO ZALONE E FRANCESCO DE GREGORI

    De Gregori si diverte, sta al gioco, dice al pubblico di comprare il loro album («La musica leggera è talmente indifesa che anche i consigli per gli acquisti sono leciti»). Nella canzone di Zalone, Alejandro, compaiono citazioni a Pablo. «I talebani di De Gregori - dice Francesco - non saranno felici, ma a me stasera non me ne frega». Non si sottrae al duetto sulle note degli Uomini sessuali. Canta Storia di Pinocchio di Nino Manfredi e ricorda quando l'attore la incise davanti a lui, che era «un giovane di bottega. Me la porto dietro con affetto per quei tempi e per Nino Manfredi che era un grande attore».

     

     

    A metà serata Zalone lascia il palco al «Maestro», come lo chiama lui («Vado, ho un concerto con Vecchioni») che con la band propone una manciata di canzoni fra le meno note. Sento il fischio del vapore è un omaggio a Giovanna Marini, scomparsa l'8 maggio. Poi è il turno di Zalone («Perché anche io ho scritto canzoni all'altezza di questi capolavori»). Introduce Culu piattu su una ragazza brasiliana e il suo (inesistente) lato b: «In una sola canzone ho messo black face, catcalling e body shaming. Pensavo di essere la persona più scorretta d'Italia... vabbé  poi c'è stato il Papa».

    Francesco De Gregori Checco Zalone - foto di Daniele Barraco Francesco De Gregori Checco Zalone - foto di Daniele Barraco Francesco De Gregori Checco Zalone - foto di Daniele Barraco Francesco De Gregori Checco Zalone - foto di Daniele Barraco checco zalone checco zalone CHECCO ZALONE E FRANCESCO DE GREGORI CHECCO ZALONE E FRANCESCO DE GREGORI CHECCO ZALONE E FRANCESCO DE GREGORI CHECCO ZALONE E FRANCESCO DE GREGORI Francesco De Gregori Checco Zalone - foto di Daniele Barraco Francesco De Gregori Checco Zalone - foto di Daniele Barraco

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