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    L'IMPORTANZA DI CHIAMARSI CLINTON - DALLE EMAIL DI WIKILEAKS SI CAPISCE CHE CHELSEA AVEVA UN RUOLO OPERATIVO NELLA FONDAZIONE DI FAMIGLIA, E METTEVA I BASTONI TRA LE RUOTE DEI FURBONI CHE SI SONO ARRICCHITI SPENDENDO IL NOME DI BILL - LA LORO VERSIONE: ''CI SIAMO COMPORTATI BENE. NON È CHE DOVEVAMO AGIRE DIVERSAMENTE PERCHÉ LEI NON HA NIENTE DI MEGLIO DA FARE E DEVE GIUSTIFICARE LA SUA ESISTENZA''. AHIA...


     
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    Giuseppe Sarcina per il Corriere della Sera

    chelsea e bill clinton chelsea e bill clinton

     

    Chelsea sembrava l' unica a preoccuparsi di come andassero le cose nella Fondazione Clinton. Era appena arrivata, nel 2011, quando si rese conto che diversi galoppini, più o meno vicini alla famiglia, si presentavano a nome di Bill per rastrellare consulenze a Londra per conto dei loro clienti. Chelsea, oggi 36 anni, sposata, due figli, studi nella californiana Università di Stanford, alla Columbia di New York e master in Relazioni internazionali nella britannica Oxford, non ha mai accettato un ruolo decorativo. Anzi viveva il suo incarico di consigliera d' amministrazione come un approdo. Determinata, pronta allo scontro se occorre.

    doug band doug band

     

    Le email rubate dai server del partito democratico e pubblicate da WikiLeaks, mostrano, dunque, che Chelsea Clinton non è solo quella giovane donna con un largo sorriso di circostanza eternamente stampato sul viso, che si è vista in tutti questi mesi di campagna elettorale. In tv e nei comizi le sue parole ricorrenti, quasi un manifesto della sua identità pubblica, sono «My mom», mia mamma, pronunciate con il tono della bimba adorante.

    Negli uffici della Fondazione, al riparo dalle telecamere, Chelsea Clinton è un' altra persona. Nel biennio 2011-2012, il suo antagonista principale si chiama Douglas Band, detto «Doug».

     

    È un giovane sveglio, intraprendente, spregiudicato. Ha cominciato come stagista alla Casa Bianca, nel 1995 quando Bill guidava il Paese dallo Studio Ovale. Da allora Band ha sempre seguito l' ex presidente, mettendosi nel frattempo anche in proprio con la società di consulenza Teneo. Il veicolo perfetto per i suoi traffici: contattava grandi aziende per conto della Fondazione Clinton e otteneva un pacchetto completo. Fondi per le attività di beneficenza; discorsi pagati in modo faraonico per Bill Clinton; incarichi per sé o altri partner collegati.

     

    Lo schema ha funzionato per anni, attirando industrie importanti come Coca-Cola o Dow Chemical, tra le altre.

    bill e chelsea al dibattito presidenziale bill e chelsea al dibattito presidenziale

    Chelsea diffidava di «Doug» e dalle email si capisce come si fosse confidata con Hillary, ottenendo una specie di mandato per riportare un po' di ordine nella Fondazione. Affronta, dunque, Band che risponde inviando un memorandum di 13 pagine: un capolavoro di ambiguità.

     

    Il giovane rivendica l' efficacia dello schema: «Abbiamo sollecitato e abbiamo ottenuto, come era appropriato, servizi per il presidente e la sua famiglia, per i suoi viaggi personali, l' ospitalità, le vacanze e cose del genere», si legge in una email di Band.

    hillary con madre dorothy al matrimonio della figlia chelsea hillary con madre dorothy al matrimonio della figlia chelsea

    In sostanza: 69 milioni di dollari per la Fondazione e decine di milioni per le casse personali di Bill e della famiglia Clinton.

     

    In conversazioni con altri interlocutori, Doug pensa di poter sistemare Chelsea con questo ritrattino: «Abbiamo fatto la cosa giusta. Non è che dovevamo agire diversamente solo perché lei non ha niente di meglio da fare e deve giustificare la sua esistenza».

    Chelsea si deve misurare con un ambiente ostile: «Quanto è viziata», quanto è ingenua.

     

    Alla fine, però, è Doug, oggi 44 anni, a lasciare, nell' aprile del 2015. La primogenita dei Clinton, se Hillary sarà eletta presidente, si prepara a diventare la vera numero uno della Fondazione. E dalle email appare chiaro che adesso è lei a trainare e proteggere Bill. Certo, dovrà ristabilire piena credibilità e trasparenza. E dovrà anche spiegare che fine abbiano fatto i soldi procurati da gente come Douglas Band e, soprattutto, quale fosse la contropartita politica promessa alle aziende e a Stati come Arabia Saudita e Qatar.

    CHELSEA CLINTON AL COUNCIL ON FOREIGN RELATIONS CHELSEA CLINTON AL COUNCIL ON FOREIGN RELATIONS

     

     

    chelsea clinton 2 chelsea clinton 2 chelsea clinton chelsea clinton

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