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Un fenomeno in crescita che conquista sempre più giovani, soprattutto nei rapporti omosessuali maschili. Un trend che spaventa e fa riflettere quello del “chem sex”, il modo di concepire l’attività sessuale con l’utilizzo di sostanze psicoattive sintetiche (“chems”) allo scopo di modulare e amplificare le sensazioni. Su questo sfondo nasce l’idea interattiva proposta da Asa Onlus - Associazione Solidarietà Aids: un’app per cercare di affrontare il problema.
Tecnologia a supporto della salute
Come spiega Alessandra Bianchi, psicologa di Asa Onlus: «Sia noi psicologi sia i medici che collaborano con noi si sono resi conto nelle rispettive attività ambulatoriali come questo trend stia emergendo in modo preponderante. Purtroppo dire “non fatelo” non è più sufficiente per contenere il problema. Dobbiamo trovare strade alternative per diminuire i danni».
Da qui l’idea di creare un’app aperta a tutti dove reperire informazioni in merito alle possibili interazioni tra sostanze d’abuso, con un’ulteriore sezione dedicata alle interazioni con i farmaci, per esempio le terapie antiretrovirali. «Siamo in fase di progettazione, ma possiamo dire che prevediamo anche la creazione di una sezione interattiva (chat) e di una linea telefonica dedicata per consulenze ad hoc e counselling».
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«Chems»: molto usati, poco conosciuti
«I “chems” vengono spesso assunti con alcol, cannabis e cocaina, ma anche con farmaci (psicofarmaci, antiretrovirali, terapie per il cuore) - spiega Michele Lanza, responsabile del progetto -. Questo comporta interazioni e un aumento dei rischi». Da un lato abbiamo un aumento degli effetti “desiderati”: il sentirsi pieni di energia e di forza, tipico della cocaina; lo sperimentare sensazioni e stati di coscienza nuovi con gli allucinogeni; il generico senso di relax o l’euforia che caratterizza la cannabis. Dall’altro, il sommarsi di effetti farmacologici crea un aumento della tossicità.
Questo perché i “chems” agiscono sul sistema nervoso centrale stimolandolo, nel caso degli amfetaminosimili, ma anche deprimendolo, come il GHL/GHB e la chetamina. «Tra gli amfetaminosimili più utilizzati troviamo la metamfetamina (Crystal, Crystal Meth, Ice, Yaba), il mefedrone (Miao, Drone, Spice E, White magic) fino alla MDMA (Ecstasy) - spiega Lanza -. Questi stimolanti riducono il senso di stanchezza, dando l’impressione di un’aumentata potenza sessuale. In particolare, l’Ecstasy viene assunta per la sua capacità di aumentare l’accettazione di sé e godere maggiormente delle stimolazioni sensoriali».
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Ma l’effetto sul sistema nervoso centrale crea l’inghippo con la conseguenza di rischi per la salute. «La metamfetamina è fortemente tossica, l’assunzione di MDMA o Ecstasy comporta soprattutto un’eccessiva attività psichica, l’innalzamento della temperatura corporea, il senso di grande sete e il rischio di assumere troppi liquidi». Il problema è che l’effetto sulla psiche non sempre è prevedibile:
«I “chems” possono scatenare l’aggravamento di malattie mentali sconosciute all’utilizzatore fino ad allora». La chetamina, per esempio, ha un’azione dissociativa e può condurre a una situazione di alterazione della coscienza, conosciuta come K-hole.
metanfetamina prediletta nei festini chemsex
Le interazioni con i farmaci
Un ulteriore rischio è legato alle interazioni tra “chems” e farmaci. Un esempio è il G, nome che raggruppa il GHL e il GHB, il cui effetto è quello di esaltare il piacere sessuale. «Dosaggi euforizzanti per alcuni possono essere fortemente sedativi per altri, fino a portare al coma.
Inoltre si può avere perdita della memoria a breve termine, con l’effetto di non aver coscienza nell’esporsi a comportamenti ad alto rischio - approfondisce Lanza -. Non solo, il G ha una maggior durata d’azione in alcuni pazienti in terapia antiretrovirale (HAART) che assumono farmaci come il Ritonavir e il Cobicistat: questi ultimi bloccano l’attività di enzimi coinvolti anche nell’eliminazione del G».
il chemsex puo portare ad overdose e probelmi mentali
I “chems” possono interagire con antidepressivi, antipsicotici, ansiolitici e antidolorifici centrali, data la sovrapposizione di attività a livello del sistema nervoso centrale. «Le interazioni più frequenti avvengono però con alcol e cocaina - conclude Lanza -. Per questo si dovrebbero evitare i “chems party”, in cui i chems vengono mescolati a bevande alcoliche e cocaina. Gli effetti di queste associazioni sono molto maggiori rispetto alla pericolosità delle sostanze prese singolarmente, già di per sé elevata».
il chemsex dura anche giorni