Giuseppe D'Amato per "il Messaggero"
Chernobyl
Il mostro, sepolto sotto ai resti del reattore numero 4 della centrale atomica di Chernobyl, torna a far paura: all'improvviso sono ricominciate le reazioni di fissione nucleare. Tra gli scienziati c'è qualcuno che teme addirittura nuovi rilasci di radioattività nell'ambiente circostante.
La situazione è monitorata con estrema attenzione. I sensori, che controllano le masse di combustibile di uranio rimaste all'interno delle stanze del seminterrato del reattore esploso il 26 aprile 1986, segnalano infatti da tempo livelli crescenti di neutroni, per fortuna al momento in aumento lento. Il che significa che il processo di fissione, utilizzato per produrre energia nucleare, è in corso.
Chernobyl
Gli esperti locali sono preoccupati: il loro primo obiettivo è evitare fughe radioattive verso l'esterno. Il secondo è capire se serva intervenire subito oppure tale attività finirà da sola. Il rischio, però, di una tragedia come quella di 35 anni fa - la maggiore nucleare civile dell'umanità -, viene al momento escluso dal mondo scientifico.
Tuttavia, «vi sono grandi dubbi sul da farsi - ha precisato Maksim Saveliev dell'Istituto per i problemi di sicurezza delle centrali nucleari di Kiev non possiamo escludere un futuro incidente». Nell'immediatezza il pericolo è circoscritto.
Chernobyl reattore
IL SARCOFAGO Il processo di fissione, è stato chiarito, sta avvenendo in una zona inaccessibile, identificata come stanza 305/2. In quella notte terribile dell'aprile dell'86, quando saltò tutto in aria durante un esperimento di routine, le barre di uranio usate come combustibile, il loro rivestimento e le barre di grafite si trasformarono in una specie di lava che precipitò nella cantina dell'ingresso del reattore.
Chernobyl
Questa massa radioattiva, con l'aggiunta della sabbia utilizzata dai cosiddetti liquidatori per spegnere l'incendio nucleare, si è pietrificata. Il Sarcofago, eretto l'anno dopo su di essa, è servito a ricoprire anche i resti del reattore esploso e a tentare di isolarli dall'acqua piovana. Lo scopo era quello di evitare la fissione del nucleo dell'uranio.
Le crepe, apertesi col passare degli anni nella struttura di cemento ed acciaio, hanno reso indispensabile la costruzione di un secondo edificio, terminato nel novembre 2016. Una delle ipotesi al vaglio degli scienziati è che, al contrario, con l'asciugarsi della massa pietrificata siano diventati più facili gli scontri tra neutroni e atomi di uranio.
altalene con pneumatici, pripyat 2002
Se così fosse, la reazione di fissione potrebbe - teoricamente - accelerare anche esponenzialmente, arrivando a rilasciare energia nucleare in modo non controllato. Ma ci vorranno anni e al massimo, stando ad alcuni esperti, una nuova esplosione sarebbe limitata al nuovo sarcofago con la propagazione di microparticelle.
Secondo lo scienziato britannico Neil Hyatt, che ha provato a semplificare per il grande pubblico, adesso laggiù è come «se ci fossero dei tizzoni in un barbecue».
CONVIVERE CON IL MOSTRO Convivere con il mostro atomico è un fatto normale per gli ucraini, ma, secondo un recente sondaggio, solo il 52% di loro conosce l'esatta data della tragedia atomica. Quest'anno si è ricordato il 35esimo anniversario dell'apocalisse nucleare, ed è tornato ad essere popolare un video in cui si osserva quello che resta della settima turbina del reattore 4.
aula, villaggio di shipelicki, 1995
In quell'ambiente vi si può stare pochi secondi per le radiazioni. Uno studio scientifico, appena pubblicato, ha stabilito che i figli dei liquidatori, coloro che spensero l'incendio, non hanno subito mutazioni del DNA. Prima del Covid l'area chiusa intorno alla centrale attraeva ogni anno migliaia di turisti.
ruota panoramica, pripyat 2007