Emiliano Guanella per "la Stampa"
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Svolta nelle indagini sulla morte del presidente di Haiti Jovenel Moïse; la Fbi ha arrestato a Miami un medico haitiano indicato come mandante dell'omicidio che ha scosso il più povero Paese delle Americhe.
Christian Emmanuel Sanon, 63 anni, risiede da almeno 20 anni in Florida; nella sua casa gli agenti hanno trovato un distintivo falso della Dea, l'agenzia antidroga americana, simile a quello usato per entrare nella residenza di Moïse, armi, bersagli e munizioni. Nel 2011 aveva lanciato una campagna anti- corruzione per il suo Paese, dicendosi disposto a mettersi in gioco per difendere «le ricchezze naturali svendute dai politici disonesti».
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Da allora, però, era rimasto sostanzialmente in sordina. Secondo gli inquirenti sarebbe atterrato un mese fa a Port au Prince a bordo di un aereo privato assieme a 6 dei 28 mercenari colombiani che hanno preso parte al commando responsabile della morte del presidente.
Sono stati gli stessi contractors a fare il nome di Sannon, che gli avrebbe promesso una paga di 2.200 euro al mese, ma hanno chiarito che l'obbiettivo del raid era quello di sequestrare e non uccidere Moïse.
Dietro a Sannon ci sarebbero altri politici di spicco dell'isola, la cui identità, per ora, è top secret. Un tentato colpo di Stato finito male, quindi, anche se la vicenda non è affatto chiarita. Le autorità haitiane stano guidando le indagini assieme ad una delegazione statunitense composta da agenti della Fbi e funzionari del dipartimento di Stato.
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Le riunioni si tengono presso la residenza dell'ambasciatore americano e vi partecipano i tre dirigenti politici che si contengono attualmente il potere; il primo ministro dimissionario Claude Joseph, che si comporta come fosse ancora in carica, il suo successore Ariel Henry e il Capo del Senato Joseph Lambert, nominato presidente ad interim dai nove colleghi senatori, gli unici politici rimasti in carica dopo lo scioglimento del Parlamento ad inizio anno.
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Sono ancora in stato di fermo i responsabili della sicurezza presidenziale, mentre si è appreso che i colombiani lavoravano per una ditta di sicurezza privata fondata da Antonio Intriago, un venezuelano emigrato negli Stati Uniti.
Nicolas Maduro ha accusato Intriago di essere uno stretto collaboratore dell'opposizione venezuelana. Le domande sono ancora tante.
Il partito di Moïse, il Phtk, è lacerato da faide interne, le gang armate che dominano nel Paese non si sentivano sufficientemente protette dal presidente e poi c'è la corruzione dilagante, che fa spesso cambiare di bandiera agli attori in gioco.
arresti per l'omicidio di jovenel moise
"Quale messaggio - si chiede l'analista Aly Acacia sul sito Le Nouveliste - hanno voluto trasmettere gli autori di questo delitto al punto da trasformare in martire un presidente che non godeva di appoggio popolare né della simpatia dei suoi pari ? ". Ad Haiti si dovrebbe votare a fine settembre e questo sarebbe anche il desiderio di Washington, visto che l'amministrazione Biden è restia ad un intervento armato in una situazione così caotica. Al momento, però, a Port au Prince nessuno sa cosa potrà succedere nelle prossime settimane.
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