Lorenzo Cremonesi per www.corriere.it
BOMBARDAMENTI A KHERSON
La serie più grave di razzi grad è caduta nei quartieri occidentali di Kherson alle sette di mattina. Esplosioni secche, con i vetri che tremano, e il latrare di un cane probabilmente ferito. Così i russi vogliono marcare il primo mese dal ritiro della città l’11 novembre. Ancora non sappiamo se vi siano vittime o il loro numero. Altre esplosioni erano avvenute ieri sera tardi e verso le tre di notte. Ieri nel tardo pomeriggio era anche tornata a mancare la corrente elettrica che adesso è ripristinata a singhiozzo, manca l’acqua.
soldato ucraino a kherson
«Chi decide di restare gioca a mosca cieca con la fortuna. L’intera area urbana è nel raggio dei cannoni russi. E loro sparano a casaccio: a chi capita, capita», dicono i vigili del fuoco nel tendone del soccorso civile allestito nel mezzo della piazza principale. Da almeno due settimane ormai cercano di convincere i pochi civili rimasti ad abbandonare Kherson, ma dei 330.000 originari ce ne sono ancora 80.000 e non si possono abbandonare alle mercé delle cannonate russe. Così, si adattano, sono addestrati: quando giunge il sibilo delle granate si gettano a terra, stando «più piatti possibile».
Per riparare il sistema elettrico danneggiato dai droni lanciati dall’esercito russo la notte scorsa su Odessa e la regione potrebbero volerci fino a due o tre mesi: «Se si ha l’opportunità di lasciare temporaneamente la città e le zone rimaste senza corrente, allora vale la pena farlo»: è il messaggio ai residenti lanciato dal Dipartimento dei sistemi energetici della regione di Odessa dopo la comunicazione dell’operatore elettrico statale Dtek che ha avvertito dei tempi lunghi per il ripristino della corrente. Lo riportano i media ucraini.«Odessa e quasi l’intera regione rimangono senza elettricità», ha affermato Dtek in una nota.
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