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    “CHI È DANTE FERRETTI? UN MEGALOMANE” – I PRIMI 80 ANNI DELLO SCENOGRAFO CHE HA PORTATO LA PROVINCIA ITALIANA A HOLLYWOOD: “SONO CRESCIUTO IN UNA POVERTÀ DIGNITOSA, PAPÀ MI VOLEVA FALEGNAME. DOPO LA MATURITA' MI SONO TRASFERITO A ROMA DOVE HO LAVORATO CON PASOLINI A CUI DAVO DEL LEI. MI TRASCINÒ IN CAPPADOCIA DOVE LA CALLAS CANTAVA PER IL SUO CANE. COSA MI MANCA DI FELLINI? LE BUGIE” – LA NOTTE IN CUI DORMÌ SULL’AEREO DI SCORSESE ACCANTO A NAOMI CAMPBELL E…


     
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    Estratto dell'articolo di Valerio Cappelli per il “Corriere della Sera”

     

    dante ferretti pasolini dante ferretti pasolini

    Andiamo a caccia di ricordi, aneddoti e immagini con Dante Ferretti. […] È scanzonato e ironico. […] E ha una saggezza contadina, quest’uomo tenace e umile che ha portato la provincia italiana a Hollywood. Quando le parole si gonfiano, il grande scenografo sminuisce, devia, taglia corto.

     

    Arrivò a Roma a 17 anni, inseguendo il suo sogno: il cinema. I suoi angeli custodi si chiamano Pasolini, Fellini, Scorsese. […] «I premi sono esattamente come i miei anni, 80». Li ha compiuti ieri.

     

    dante ferretti dante ferretti

    Com’è entrato il cinema nella sua vita?

    «Da ragazzino rubavo i soldi dalle tasche di papà e andavo a vedere un film dopo l’altro.

    Siccome a scuola mi rimandavano ogni anno a settembre, mio padre vedeva il mio futuro accanto a lui nella sua falegnameria di Macerata (sono cresciuto in una povertà dignitosa); però gli strappai la promessa che se mi avessero promosso alla maturità mi avrebbe mandato a Roma a studiare alle Belle Arti».

    […]

    Dopo poco incontrò Pier Paolo Pasolini.

    «Ero aiuto scenografo di Luigi Scaccianoce nel Vangelo secondo Matteo , solo che Luigi seguiva più progetti insieme e alla fine Pasolini (con cui feci tutti i suoi film, dandoci del lei), manco ci parlava. Così per Edipo re diede a me tutto il lavoro, anche se come titolare figurava Luigi; al momento di ritirare il Nastro d’Argento nemmeno mi nominò. Una mattina tornai di corsa a casa perché volevo andare al mare a Fregene e mi ero dimenticato il costume. Squillò il telefono, era Renzo Rossellini, produceva Medea: Fai la valigia, fra tre ore ti passo a prendere e andiamo in Cappadocia.

    dante ferretti fellini dante ferretti fellini

     

    A fare che? Pasolini ti vuole per Medea. E dov’è la Cappadocia? Preparati e basta. Ricordo Maria Callas che la sera cantava per il suo cagnolino. Arrivato sul set, Pasolini mi disse di preparare il carretto che avrebbe dovuto guidare la Callas, domani ti darò il copione, aggiunse. Inventai qualcosa con stoffa, pelle e cuoio. Pasolini mi ha insegnato la spiritualità. […]».

     

    E poi?

    «Scaccianoce mi richiamò per Satyricon di Fellini […] Mi chiamava Dantino, mi diceva guarda che tu devi lavorare per me. La ringrazio ma perché mi vuole rovinare, risposi, mi dia dieci anni di esperienza. Una notte, a Cinecittà, sotto un lampione, io uscivo dal set di Todo modo e lui da Casanova . Mi disse, dieci anni sono passati. Con Fellini ho fatto i suoi ultimi sei film».

     

    dante ferretti dante ferretti

    Sono vere le leggende dei 67 set per Le avventure del barone di Münchhausen di Terry Gilliam?

    «Il budget si gonfiò fino a raddoppiare, 46 milioni di dollari, e quando finirono i soldi feci costruire la mongolfiera con la biancheria intima issata da una gru […] Uno dei grandi flop della storia del cinema è un capolavoro di fantasia e visionarietà: fu la mia prima nomination agli Oscar».

     

    […] Scorsese la chiamò...

    «[…] per L’età dell’innocenza . Ho lavorato nove volte con lui. La major di Hollywood MGM mi fece volare sul suo aereo privato: enorme, a bordo c’erano un ristorante e il figlio di Sinatra che suonava. Avevamo letti al posto delle poltroncine, con delle tende per la privacy. Accanto a me intravedevo la sagoma nera di una modella. Quando aprì la tenda feci un salto e mi dissi: ho dormito accanto a Naomi Campbell».

     

    dante ferretti SCORSESE dante ferretti SCORSESE

    […]

    Chi è Dante Ferretti?

    «Un megalomane. Realizzo architetture mastodontiche. Sono il contrario dello scultore, che scava e toglie: io, aggiungo. Ma nel nostro lavoro dobbiamo fare degli errori, se è tutto troppo perfetto, sembra finto».

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    Cosa le manca di Fellini?

    «Le bugie».

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