Giancarlo Dotto per “Diva & donna”
platinette
“Pronto, eccomi, sono tutto tuo!”. Altro che grassone depresso che si guarda e si schifa allo specchio, Maurizio Coruzzi, Mauro per tutti noi, alias Platinette, è più che mai Platinette di questi tempi, nella sua versione più smaniosa, creativa, persino morigerata. Che canta e fa ginnastica, mezz’ora la mattina e mezz’ora la sera, schizzando affannata e allegra nel resto della giornata da una tastiera a una radio e uno studio televisivo.
Più che mai beata del ritrovato feeling con Maria de Filippi, al fianco dell’amica Ornella Vanoni, una con cui ancora oggi andrebbe a spaccare le vetrine di Milano. La radiosa Platinette di queste ore, sì con qualche aiutino sparso, farmaci e carezze, ha preso a calci il potenziale suicida Mauro di ieri, lo stesso che annunciava allo sbigottito Marco Liorni: “Mi spiace tanto, ma quest’anno non potrò essere dei vostri, ho un brutto male, devo combatterlo”.
platinette al maurizio costanzo show puntata del 25 aprile 2019 7
Il “brutto male” è la bulimia, il programma disertato è “Italia sì” su Raiuno, seconda edizione. Sembrava una dichiarazione di resa, era in realtà un inizio. L’ennesimo nella vita spericolata e molto turbata di Maurizio Mauro in arte Platinette. “Non ce la potevo fare. Otto mesi di quella spola tra Milano Roma, tutte le settimane. L’ho detto a Liorni: a 64 anni devo prima rimettere a posto le mie fondamenta, poi magari ci rivedremo”.
Ospite fissa invece da Maria de Filippi nel suo nuovo programma “Amici Celebrities”, dove sembri al top del tuo benessere psicofisico.
platinette
“Con Maria, come con Maurizio, vado a ruota libera. Loro due hanno una meravigliosa assenza di pregiudizi. Mi sento libero di non mentire, di essere me stesso fino in fondo. E poi, la musica per me è ossigeno puro”.
Tu e la Vanoni gomito a gomito, una coppia esilarante tra avanspettacolo e cabaret futurista.
“Siamo due vecchie rimbambite. In realtà, la Vanoni è stata una sorpresa. Una delle poche star con un pensiero. Chirurgica nei giudizi, con un’inaspettata severità. Stiamo parlando di una donna che ha fatto 85 anni in questi giorni”.
Anagramma combinato di Maurizio, tuo nome all’anagrafe, e Platinette: “Alimentate ozi turpi”.
“Magnifico! Premonitore. In effetti, di ozi turpi si tratta per quanto mi riguarda”.
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Dimmi del “brutto male”.
“Si crede che i mangiatori compulsivi siano dei gaudenti. Falso. La bulimia, sottolineo, è una patologia. Non è gola. Parliamo di un male di natura irrisolvibile. La sai la storia di quella donna americana?”
Ricordamela.
“Quasi 300 chili. Non c’è stato verso nemmeno di operarla. Continuava a mangiare poco prima dell’intervento. Aiutata dal marito e dalle figlie. Sai cos’è? Questa si stava ammazzando”.
Il film di Marco Ferreri “La grande abbuffata” racconta bene questo darsi la morte mangiando fino a scoppiare.
PLATINETTE
“Lì c’è un aspetto ludico. Il cibo come espressione di una depravazione corale. Il bulimico è un ammalato solitario. Mangi tanto, in solitudine, nascondi le tracce del tuo vizio. Non puoi andare fuori e farti vedere”.
Mangi qualunque cosa famelicamente.
“La velocità del mangiatore compulsivo precede l’impulso del cervello. Il concetto è: prima magno, poi, forse, smetto, ma solo quando davvero non ci sta più niente in corpo”.
Ti metti mai le dita in gola per liberarti del troppo cibo?
“Neanche morta. Mi fa senso. Io mi riempio il più possibile per trovare quell’attimo di pace in cui non avere più l’ossessione del cibo. Il pensiero fisso. L’attimo che precede il pensiero di che cosa mangerai dopo”.
Ti fai aiutare da qualcuno?
platinette
“Un bravo psichiatra mi dà una mano con i farmaci. L’analisi alla mia età lascia il tempo che trova. L’ho fatta decine di volte. So bene cosa ha scatenato il mio problema. Voglio solo uscire chimicamente da questo stato di autopunizione”.
Conseguenze smodate di quel delirio chiamato amore?
“Conseguenze del rifiuto successivo al mio primo grande innamoramento. Lui che mi butta fuori dal suo Maggiolino in corsa. Diciotto anni io e diciotto lui”.
Intendi dire che ti butta fuori dalla macchina in corsa alla lettera?
“Alla lettera. Eravamo al Lido di Classe, sopra Milano Marittima. Abbiamo una discussione. Questo apre la portiera e mi scaraventa in un fosso urlandomi: “Io non sarò mai come te!”. Voleva dire: non sarò mai un frocio come te”.
platinette
Una specie di nazista…
“Ma no, solo uno che aveva paura di sé e di quello che rappresentavo per lui. Un ragazzo fragile”.
L’hai più incontrato?
“Abita ancora oggi a cinquanta metri da me, ma non mi parla. Eravamo compagni di classe. Finita questa storia, secondo lui mai cominciata, quello stronzo mi umilia regalandomi un libro di Andrè Gide sull’omosessualità. Era il suo testamento regalo”.
Mai desiderato di vendicarti?
“Era bello come il sole, intelligente, ambizioso ma incattivito con la vita. Finì a fare il boscaiolo in Canada. Ingrassato come un otre, tornò ancora più incazzato. Oggi vive in solitudine a Parma nelle casette popolari di Mussolini”.
platinette
Parte tutto da qui, da quel corpo rifiutato e scaraventato dalla macchina in corsa.
“Parte da questa vacanza insieme in cui affrontiamo anche le prime esperienze di sesso. Fu la prima volta che ingrassai smodatamente. Quasi cinquanta chili ”.
Capita a tutti di sentirsi rifiutati, senza per questo avere una reazione abnorme.
“In realtà non è lui l’origine. Lui s’è trovato in mezzo a questo turbine della mia vita. Io e lui stavamo con due ragazze amiche che non sapevano della nostra storia e mai l’avrebbero immaginato”.
Eri un eterosessuale che stava scoprendo la sua omosessualità?
“Ho avuto in tutto un paio di fidanzatine scolastiche. L’ultima è un ex tecnico di radiologia da poco in pensione. Rimase incinta di me. Eravamo due ragazzini. Un dramma”.
renato zero con platinette photo andrea arriga
Cosa vi siete inventati?
“Non c’era ancora la legge sull’aborto. Mi rivolsi alla radicale Adele Faccio, che ci salvò. Ci suggerì una clinica a Firenze. Era l’anno della maturità. A seguire, lei cominciò ad avanzare pretese di coppia”.
E tu?
“Io scopro l’altro mio mondo. Svelo le carte. Lei viene a vedermi una sera con le amiche in un locale dove debuttavo come Platinette, che allora si chiamava Oscar Selvaggia. Avevo il garofanino verde e presentavo il mio spettacolino: “Olè olè, inizia il défilé”.
E lei, la tua ex?
“Rideva come una bestia. Abbiamo continuato per un po’ a sentirci. Poi si sposa con un medico, hanno un figlio e un anno a Natale mi fa: “Perdonami, dobbiamo finirla qui, mio marito non apprezza che ci sentiamo”.
mara e platinette
Dovevi essere cancellata dalla loro vita.
“Non voleva ombre. Proposi a Maria di combinare un incontro con la mia ex fidanzata per una puntata di “C’è Posta per te”. Maria era gasatissima. Ci abbiamo provato, ma non c’è stato verso di raggiungerla, né di parlarci”..
L’eventuale paternità sarebbe stata un argine alle tue pulsioni autodistruttive?
“Non credo. Ho sempre guardato con invidia e diffidenza le coppie con figli e cani. Sarei stato un bravo padre e anche un bravo soldato, ma avrei dovuto rinunciare a me stesso. Il peso della responsabilità mi avrebbe snaturato”.
Raccontami la scena. Torni a casa, reduce dal tuo circo, i tuoi stordimenti, le gratificazioni, entri in casa da solo e…?
platinette
“Scatta una forma di sopportazione. Il vuoto per me, piuttosto che il nulla, è una compagnia. È meglio avere un ossessione che non avere neanche quella. Che essere un lobotomizzato”.
In pratica?
“Mi cucino mezzo chilo di pasta con una tonnellata di salsa e mi faccio un litro di Coca-Cola”
Una persona in casa con cui darsi reciproco sostegno?
compleanno barbara durso foto platinette 4
“Non ho una storia da anni. Non amo la vita in comune. Le nozze dello stesso sesso mi fanno senso, mi sembrano una triste parodia delle coppie etero. Il mio vuoto è l’occasione per generare creatività. Creare oggi è la mia compagnia”.
Che esclude il resto?
“Certo non favorisce i rapporti, allontana gli intenzionati. Ma poi, dimmi, a chi cavolo posso piacere oggi? Solo a degli psicopatici”.
L’ultimo…
“Un chirurgo estetico di Parma. Un pezzo d’uomo di 2 metri. Aveva una doppia vita. La famiglia a casa e con me a Courmayeur in hotel lussuosi. Io, signora borghese anni ’70, con il set di perle. Gli piacevano i ciccioni. Sposò una nefrologa più grassa di me. È diventato lui stesso più grasso di me”.
platinette grazia di michele
Altre storie?
“Quella antecedente al chirurgo con un giornalista di Torino, un pezzo grosso della Stampa che firmava con tanto di foto. Ha sposato una mia amica, anche lei cicciona”.
E adesso?
“Con la mia rimessa in forma, la vita è tornata a piacermi. Mi basta la compagnia del creare, del fare e me ne sbatto un po’ del lavoro”.
Testimonianze di affetto?
“Tantissime. Quella di Patty Pravo la più apprezzata. Fu la mia prima intervista da praticante giornalista. Da allora si è creato questo legame. Affinità e problemi comuni. Mi ha consigliato come affrontare il mio male”.
platinette mauro coruzzi si rapa
Dillo anche a noi.
“Una specie di rituale magico. Un mantra che ti si pianta nella testa. Mauro mangia a causa del troppo amore. Nicoletta mi ha consigliato: scrivi una lettera a tua madre. “Sei stata troppo con me”. Vai fuori, all’aperto, all’aria, bruci quella lettera e finalmente farai pace con questo ricordo”.
L’hai fatto?
platinette
“Ancora no”.
Somigli sempre di più a Paolo Mieli.
“Dici? Penso di somigliare di più a Lindsay Kemp. La stessa testa pelata, lo stesso trucco”.