Mattia Feltri per “La Stampa”
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Nulla c'è come trascorrere un po' di tempo sui social - dove la sentenza tipo è quel fascista mi ha insultato, dovrebbero spezzargli le gambe - per comprendere la storia contemporanea italiana, e in particolare per quale ragione Rocco Casalino sia diventato portavoce del presidente del Consiglio.
La fortuna di Casalino, infatti, risiede nel rappresentare l' utente medio di Facebook, nonostante nell' autobiografia appena pubblicata con Piemme elenchi i titoli di studio, di merito e morali con cui ha scalato le vette delle istituzioni. Ospite di una trasmissione radiofonica, se l' è presa con due giornalisti, uno vivo e l' altro morto. Del giornalista vivo ignoro l' identità, poiché non è stata rivelata, ma sono stati rivelati l' appartenenza al Corriere della Sera e il crimine, d' aver scritto che l' ufficio di Casalino a Palazzo Chigi, grazie all' abbattimento di alcune pareti, era grande quanto un campo da calcetto.
rocco casalino a cartabianca
Casalino smentisce, l' ufficio era come gli altri, forse un metro in più, ma soprattutto si duole di un' offensiva maramaldesca nel giorno in cui lasciava la prestigiosa carica.
Non è forse sciacallaggio?, si chiede. Il giornalista morto è Vittorio Zucconi, il peggiore di tutti, dice Casalino, per l' animosità riversata sui cinque stelle e per la quale nel 2014 fu insignito da Beppe Grillo del premio di Sciacallo dell' anno. Niente male: sciacallo il giornalista vivo siccome attacca Casalino disarmato, e sciacallo il giornalista morto attaccato da Casalino in armi. Dimostrazione pratica che l' uomo buono può essere sciocco, ma quello cattivo non può fare a meno di essere intelligente.
VITTORIO ZUCCONI