Massimo Basile per “la Repubblica” - Estratti
ARIANE TABATABAI 44
Un ulteriore mistero ieri ha infittito la trama del caso dei documenti segreti sull’imminente attacco di Israele all’Iran comparsi online domenica sera. Ieri diversi media hanno indicato il nome della persona ritenuta responsabile di aver diffuso i file segreti: Ariane Tabatabai, politologa iraniano-americana, capo dello staff del vice segretario alla Difesa per le operazioni speciali. Il suo nome era stato indicato prima da Sky News Arabic e successivamente dal Jerusalem Post.
Figlia di un filosofo iraniano, Tabatabai si presenta in effetti la talpa perfetta: ha lavorato con think tank di primo piano, tra cui Rand Corporation e German Marshall Fund, ed è stata coinvolta nei negoziati sul nucleare con l’Iran, da cui è uscita per contrasti sulla linea da seguire. Come dirigente ha accesso a informazioni riservate, e per questo era spuntato il suo nome. A settembre dell’anno scorso la politologa era finita nella bufera, dopo essere risultata legata al ministero degli esteri iraniano. Alcuni rappresentanti del Congresso ne avevano chiesto l’ allontanamento.
ARIANE TABATABAI 44
La Difesa si è vista costretta a smentire in serata: «Tabatabai non è oggetto d’interesse dell’indagine Fbi», ha detto il portavoce, il generale Pat Ryder. Niente svolta, ma il mistero resta, perché la fuga di notizie c’è stata. E tutte le piste sono ancora aperte perchè non è ancora chiaro se si tratti di spionaggio, hackeraggio o di una mossa (solitaria?) per boicottare l’attacco israeliano.
I documenti, datati 15 e 16 ottobre, erano finiti online dopo essere stati postati sull’account Telegram Middle East Spectator legato all’Iran. Erano stati definiti “top secret” e a conoscenza solo degli Stati Uniti e degli alleati del gruppo “Five Eyes”, Australia, Canada, Nuova Zelanda e Regno Unito. Uno dei file, compilati dall’agenzia di intelligence geospaziale e contenenti immagini raccolte dai satelliti spia Usa, indicava i movimenti di Israele per trasportare le munizioni. Un altro, attribuito alla National Security Agency, citava esercitazioni missilistiche delle forze israeliane in vista di un attacco all’Iran.
ARIANE TABATABAI 44
L’account Telegram ha dichiarato che «non era a conoscenza di documenti riservati americani» e che «non c’era nessun legame con le fonti, che noi riteniamo sia una gola profonda all’interno del dipartimento di Difesa». Non sono tanto i contenuti a preoccupare Washington, ma il fatto che siano stati diffusi, avvelenando i rapporti, già tesi, con Israele.
Lo speaker della Camera, Mike Johnson, ha parlato di «episodio sconcertante». Donald Trump ha attaccato l’amministrazione democratica: «Israele non si fiderà più a condividere dati, come biasimarli».