Maria Teresa Cometto per L'Economia - il Corriere della Sera
paul singer
Un avvoltoio dagli artigli implacabili, un pirata della finanza.
Ma con il cuore tenero. Paul Singer non ama essere definito così.
Ma è una buona sintesi del suo attivismo sia come gestore di hedge fund sia come paladino di buone cause.
Spietato negli affari, ha messo in ginocchio governi e aziende quotate con le sue strategie speculative, guadagnando il 13,5% l' anno con il suo fondo Elliott management. Ma ha anche sottoscritto la campagna Giving pledge lanciata dai miliardari Bill Gates e Warren Buffett, cioè la «promessa di donare» oltre metà della propria ricchezza - pari oggi a 2,6 miliardi di dollari - per «affrontare le sfide più difficili della società». Ora il gestore di Elliott ha in mano il futuro del Milan: ha in pegno le azioni della squadra di calcio a garanzia del prestito di 303 milioni di euro accordato al cinese Yonghong Li per comprarla e rilanciarla.
Yonghong Li Marco Fassone
Un' operazione in cui Singer ha messo a frutto non solo il suo know-how finanziario, ma anche la sua passione per il calcio. Singer è infatti un tifoso accanito dell' Arsenal: lo si può trovare nei bar dell' Upper west side di Manhattan, dove vive, a guardare le partite della Premier league inglese; e a volte vola a Londra per veder giocare l' Arsenal dal vivo, con il figlio Gordon, che gestisce l' ufficio di Elliott nella capitale britannica.
Paul Singer
Di calcio quindi se ne intende (l' altra sua passione è la musica: suona il piano nel complesso rock&roll di famiglia, con un figlio alla chitarra, l' altro alla batteria e il genero al sassofono). E i nuovi dirigenti rossoneri dovranno render conto della loro gestione in incontri periodici con un comitato di verifica creato dallo stesso Singer. Il suo secondo figlio, Andrew, fa il dottore ed è la causa dell' impegno non finanziario in cui Singer ha speso più energie: il supporto della comunità Lgbt (Lesbiche, gay, bisessuali e transessuali) e in particolare la battaglia per legalizzare il matrimonio fra persone dello stesso sesso. Singer ha investito oltre 10 milioni di dollari su questi temi, da quando nel 1998 il figlio Andrew gli ha rivelato di essere gay.
Si è poi sposato con il suo partner nel 2009 in Massachusetts. «All' inizio era qualcosa che andava oltre la mia comprensione -- ha spiegato il gestore al Forum economico mondiale di Davos tre anni fa -. Ma dopo una serie di conversazioni con mio figlio ho imparato molto sulla sessualità e sono diventato molto entusiasta dei suoi sforzi per fermare le discriminazioni».
Paul Singer
Ci sono voluti 17 anni per arrivare alla sentenza della Corte suprema che ha legalizzato i matrimoni gay negli Usa. E 15 anni per vincere la battaglia più famosa di Singer, quella contro il governo argentino per il rimborso delle obbligazioni su cui il fondo Elliott aveva investito. Ma il tempo non è un problema per il gestore americano. «Pazienza e persistenza sono i suoi segni caratteristici», sottolinea Jon Pollock, co-responsabile del fondo Elliott. E un altro gestore di hedge fund che conosce bene Singer, Daniel Loeb di Third point, aggiunge: «E' intenso e tenace, focalizzato sui risultati allo stesso modo nella battaglia sui Tango bond o in favore dei matrimoni gay».
L' epica controversia con il governo di Buenos Aires è il miglior esempio della strategia che ha decretato il successo di Elliott e gli ha meritato la fama di fondo avvoltoio: comprare per pochi centesimi i titoli obbligazionari emessi da entità in crisi e poi cercare di recuperare il massimo del loro valore, con tutti i mezzi comprese lunghe battaglie legali.
Elliott aveva comprato con un forte sconto i Tango bond, che nel 2001 hanno fatto default, quando il governo argentino ha smesso di pagare gli interessi ai creditori e dichiarato che non avrebbe rimborsato il prestito.
paul singer
Poi l' Argentina ha proposto un rimborso parziale a cui hanno aderito quasi tutti i sottoscrittori dei bond, compresi molti risparmiatori italiani, ma non Elliott, che ha continuato a lottare nei tribunali fino alla vittoria dell' anno scorso, quando il nuovo governo argentino ha rimborsato 2,4 miliardi di dollari al fondo, l' equivalente di un guadagno di almeno dieci volte la cifra investita.
Il gestore di Elliott si muove a suo agio nei tribunali grazie alla sua formazione da avvocato d' affari. Nato 72 anni fa nel New Jersey, da una casalinga e un padre che aveva una farmacia a New York, Singer si è prima laureato in Psicologia alla University of Rochester (1966), poi in Legge alla prestigiosa Harvard law school (1969). Il suo primo lavoro è stato nell' ufficio legale della investment bank Donaldson, Lufkin & Jenrette a New York. Ma nel 1977 si è messo in proprio fondando Elliott management con 1,3 milioni di dollari affidatigli da amici e familiari.
paul singer
«Faccio solo rispettare la legge e le mie battaglie legali aiutano a evitare che leader statali irresponsabili usino male o, peggio, rubino i soldi che vengono loro prestati», è la difesa tipica di Singer dalle accuse di essere uno speculatore senza pietà.
«I governi che scelgono di non pagare i loro debiti - ha spiegato Singer - fanno del male alla loro gente e alle loro economie rendendo l' investimento nei loro Paesi più rischioso e problematico». In 40 anni di attività, il fondo Elliott ne ha avuti solo due in rosso, il 1998 e il 2008.
Paul Singer
Oggi gestisce 32,8 miliardi di dollari e a testimonianza della sua popolarità, mentre molti altri hedge fund hanno recentemente perso clienti a causa delle loro modeste performance e degli alti costi, quando lo scorso maggio Singer ha riaperto il fondo a nuovi investitori ha raccolto 5 miliardi di dollari in 24 ore. Gli serviranno per finanziare le numerose battaglie aperte in tutto il mondo, una anche in Italia, contro i giapponesi di Hitachi, che hanno comprato dall' ex Finmeccanica il 60% di Ansaldo Sts e il 100% di Ansaldo Breda.
Secondo Singer l' operazione è stata fatta in un modo che danneggia gli azionisti di minoranza della società di segnalamento ferroviario Ansaldo Sts, fra i quali c' è anche Elliott. Un campo dove Singer ha avuto finora meno fortuna è la politica. Repubblicano da sempre, ha finanziato le campagne presidenziali di Rudy Giuliani nel 2007, Mitt Romney nel 2012, Marco Rubio nel 2015, tutte perse.
Ha sostenuto anche il movimento #NeverTrump contro la candidatura di Donald Trump, ma poi si è riconciliato con il nuovo presidente, finanziando la festa della sua inaugurazione. Resta però scettico della sua capacità di rilanciare l' economia Usa ed è preoccupato per le alte valutazioni raggiunte da Wall Street.
RUBIO SINGER PAUL SINGER PAUL SINGER Paul Singer