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salvatore baiardo a non e larena 2
Chi è davvero Salvatore Baiardo? E cosa vuole ottenere? Subito dopo l’arresto di Matteo Messina Denaro ha cominciato a circolare l’intervento a “Non è l’Arena” dell’ex tuttofare dei fratelli Graviano condannato per calunnia, falso e favoreggiamento. Successivamente, in un altro intervento nella trasmissione di Giletti, Baiardo ha detto che l’ultimo dei Corleonesi sta per morire e che il conduttore di La7, facendolo parlare, «sta rischiando molto». Eppure sono molti i dubbi sulla bontà delle sue dichiarazioni. E soprattutto sul suo vero obiettivo. L’ex magistrato e senatore del Movimento 5 Stelle Roberto Scarpinato ha detto che è il portavoce della mafia: «Parla in tv e annuncia che Matteo Messina Denaro verrà arrestato. E nonostante questo lui resta dov’era. C’è qualcosa che non va».
MESSINA DENARO
Il lodo Graviano
salvatore baiardo a non e larena
Un altro ex giudice oggi sul Fatto Quotidiano è ancora più specifico. Giancarlo Caselli nota che Baiardo parla in maniera stranamente minimizzatrice dei delitti di Filippo e Giuseppe Graviano. La sua tesi per i due all’ergastolo per vari delitti di mafia è che siano «dei bravi ragazzi che da giovani magari hanno fatto delle fesserie. Ma poi volevano cambiare vita trasferendosi al Nord. Tanto è vero che nel 1994 sono stati arrestati a Milano». Ma questo, ricorda l’ex magistrato, contrasta con tutte le ricostruzioni sugli anni della guerra di Cosa Nostra allo Stato. Gaspare Spatuzza, già killer di Brancaccio e collaboratore di giustizia, ricorda di aver incontrato Graviano latitante nel bar Doney a Roma pochi giorni prima dell’attentato dello stadio Olimpico. All’epoca Graviano disse a Spatuzza che era necessario compiere l’attentato contro i carabinieri allo stadio perché si doveva dare “il colpo di grazia”. E “aveva un’aria gioiosa”. Perché disse «che avevamo ottenuto tutto quel che cercavamo grazie a delle persone serie che avevano portato avanti la cosa», per cui «c’eravamo messi il paese nelle mani».
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La carriera di un gelataio
Nella sua ultima apparizione tv Baiardo ha anche raccontato di aver visto nel 1992 o nel 1993 una copia dell’agenda rossa di Paolo Borsellino. E ha detto di voler querelare chi lo ha chiamato “pentito“. Perché evidentemente considera diffamatoria l’etichetta. Anche se è stato grazie al pentitismo che lo Stato italiano ha colpito in più occasioni i capi della mafia.
Ed è riuscito a conoscerne metodi, ramificazioni, affari e omicidi. Lirio Abbate su Repubblica aggiunge che Baiardo è anche cugino di Cesare Lupo, prestanome dei boss palermitani. Ed è sempre stato dalla parte dei fedelissimi di Totò Riina. Tanto che, per coprirli, ha reso ai giudici dichiarazioni false o reticenti. Mentre la sua attività in tv, secondo il giornalista d’inchiesta, sembra essere una partita da giocare in favore proprio dei Graviano. A dicembre Filippo ha visto respingersi la richiesta di lasciare il 41-bis.
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Baiardo e Ciancimino
giuseppe graviano
Mentre “Madre Natura” (lo pseudonimo che si è scelto Giuseppe) conosce da sempre il modo di dispensare silenzi e mezze verità. Di Baiardo ha detto in carcere che è soltanto un gelataio che però aveva investito i frutti di una grande vincita ad Omegna. Ma anche che il vizio del gioco lo stava rovinando e che per questo il suo matrimonio era in crisi. Tanto che lui stesso, amico premuroso, ha deciso ai tempi di trasferirsi vicino a lui per tenerlo d’occhio.
Alla fine Abbate paragona Baiardo alla figura di Massimo Ciancimino. Il figlio dell’ex sindaco di Palermo raccontava mescolanze di cose vere e false ai magistrati. E alla fine è finito in carcere per calunnia. Ma Riina odiava Ciancimino: «Se io sono il capo della mafia, lui queste rivelazioni le sta facendo per soldi», diceva. I Graviano invece non avranno certo molto da ridire su quel che dice Baiardo di loro. Quei bravi ragazzi.
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