Maria Antonietta Calabrò per https://www.huffingtonpost.it
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La zona delle tre antenne (ad alto rischio di sicurezza già dal 2018 , quando vi furono infatti rapiti 2 cittadini britannici). Un viaggio senza auto blindate ed in più senza scorta (prassi ordinaria in tutta l’Africa subsahariana dove persino civili e aziende che fanno ricorso a gruppi consistenti di contractors). In più, il governo del Congo reclama che il viaggio non era stato notificato alle autorità locali, che affermano in un comunicato ufficiale di non averne mai saputo nulla.
VITTORIO IACOVACCI
Insomma, una missione pericolosa, quella dell’ambasciatore italiano Luca Attanasio, per sovrintendere alla distribuzione di cibo del Programma alimentare mondiale (WFP) ucciso vicino Goma , con il carabiniere unico militare di scorta Vittorio Iacovacci
Questo è il quadro dell’agguato su cui sta lavorando il Ros dei Carabinieri (arrivati ieri sulla scena del crimine) e l’intelligence italiana (AISE) e su cui riferirà domattina alle 9 il ministro degli Esteri, Di Maio, in Aula alla Camera. Un quadro su cui si allunga anche l’ombra di gruppi collegati allo Stato islamico, che secondo alcuni analisti sarebbero pronti al salto internazionale, con un obbiettivi italiani molto appetibile, anche solo come ostaggi, visto tra l’altro l’Italia, tra poco guiderà una delle missioni più importanti della missione NATO, quella in IRAQ.
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Un ambasciatore come vittima. Luca Attanasio è il primo ambasciatore italiano a morire in servizio. In Africa, dopo l’ambasciatore francese che nel 1993 rimase vittima casuale di una sparatoria nello Zaire, solo altri due diplomatici hanno perso la vita in Africa, il nunzio apostolico (ambasciatore del Papa ) Michael Courney nel 2003 in Burundi e l’ambasciatore americano in Libia nel 2012. Secondo una lettera pubblicata dall’Espresso, l’ambasciatore temeva per la sua incolumità e stava per ricevere un’auto blindata.
La zone delle tre antenne . Il luogo dell’assalto, la zona delle tre antenne, è famosa per la presenza di gruppi terroristici e di banditi. Il territorio è contiguo al Parco di Virunga all’interno del quale operano diverse milizie armate che si sono formate a seguito di guerre civili ufficialmente terminate nel 2003.
CONGO - LA MORTE DI LUCA ATTANASIO E VITTORIO IACOVACCI
Il parco , con la sua fitta vegetazione offre protezione alle attività delle varie milizie (traffici illeciti di materie prime, contrabbando, racketing), in una delle zone più ricche del mondo per oro e metalli rari. Uno dei gruppi più pericolosi e più attivo dell’area è quello delle Forze Democratiche Alleate (Allied Democratic Forces - ADF) che il 10 gennaio 2021 hanno ucciso 6 Ranger proprio nello stesso Parco.
In base al primo rapporto dei servizi segreti italiani sull’attacco”, tuttavia il gruppo delle Allied Democratic Forces (ADF), di origine ugandese, recentemente sospettato di adesione al jihadismo, opera di norma in una zona molto più a Nord di Rutshuru (Beni), nel parco di Virunga.
soldati in congo
Le dinamiche dell’evento sembrano evidenziare che gli assalitori fossero a conoscenza del passaggio del convoglio lungo la viaria RN2. Appare probabile che l’evento sia da ricondurre a una delle tre milizie sopracitate e/o forze affini (Hutu ruandesi), che potrebbero aver condotto l’azione a scopo di rapina. Il personale e i mezzi della missione MONUSCO sono un target generalmente pagante. Allo stato, tuttavia, non si può escludere che l’azione sia riconducibile ad elementi ADF, anche in relazione alla presenza di una cellula logistica del gruppo in Goma”.
fdlr foca forze democratiche per la liberazione del ruanda
Sempre secondo gli analisti dei servizi segreti italiani , citati dall’AdnKronos“ , dal 2017, nella parte meridionale del Parco di Virunga (Provincia del Nord Kivu) sono stati registrati circa 1300 incidenti di sicurezza con vittime, oltre 1.280 scontri e quasi 1.000 casi fra sequestri e rapimento ai fini di riscatto.
Nel Paese, inoltre, è emerso, negli ultimi mesi, un crescente dinamismo terroristico dell’Islamic State Central Africa Province (ISCAP), la locale affiliazione del Daesh. Il gruppo avrebbe guadagnato il controllo di alcune zone, stabilendo delle basi operative nelle aree di Rwenzori e Irumu dalle quali lanciare operazioni terroristiche effettuate, sia mediante l’utilizzo di armi e munizioni sequestrate dai militanti a seguito di attacchi realizzati contro le forze militari e di sicurezza congolesi, sia attraverso IED e granate”.
gruppi armati in congo
Lo stato Islamico. In questo contesto, il CESI ( Centro Studi Internazionali, presieduto da Andrea Margelletti) sottolinea l’irruzione dello “Stato islamico nel conflitto”. “Negli ultimi 4 anni è cresciuto esponenzialmente il ruolo dell’Alleanza delle Forze Democratiche, una milizia multietnica (con sostanziali quote Konjo e Amba) un tempo supportata dall’Uganda e dal movimento islamico Tablighi Jamaat. Infatti, a partire dal 2015, l’ADF ha intensificato i proprio contatti con la galassia jihadista internazionale, finché una parte dei suoi combattenti ha deciso di giurare fedeltà al Califfo al-Baghdadi e fondare così una branca locale dello Stato Islamico (Provincia dello Stato Islamico in Africa Centrale, SIAC).
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Ad oggi, appare quasi impossibile distinguere le due organizzazioni, il cui tratto peculiare è la tendenza alla statualizzazione e ad un controllo del territorio capillare ed efficace, addirittura superiore a quello delle stesse istituzioni statali.
Chi era a conoscenza deI viaggio non ufficiale? Un grosso interrogativo avvolge l’ipotesi circa un presunto tentativo di rapimento ai danni dell’ambasciatore finito in tragedia. Infatti, secondo il Cesi sebbene in tutta la Repubblica Democratica del Congo simili episodi non siano rari, nessuna milizia si era mai spinta ad attaccare un target di così alto valore politico.
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“Dunque, al momento, le ipotesi più concrete - continua il Rapporto - conducono a valutare la possibilità di un attacco di una milizia Tutsi a scopo intimidatorio verso MONUSCO (la missione dell’ONU per la stabilizzazione del Congo) oppure di una azione ostile perpetrata dall’ADF / Stato Islamico in Africa Centrale al fine di proseguire il proprio percorso di crescita e “accredito” internazionale. Infatti, sebbene questa branca del Califfato sia una delle più attive ed in espansione nel continente (dal Congo fino al Mozambico), ancora le manca un’azione dalla grande eco mediatica e politico-simbolica. In tal senso, l’attacco al convoglio di MONUSCO rientrerebbe perfettamente in tale strategia”.
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“Le dinamiche dell’evento sembrano evidenziare che gli assalitori fossero a conoscenza del passaggio del convoglio lungo la viaria RN2 “, scrivono i nostri servizi segreti. Nel convoglio era presente anche Rocco Leone , vice Capo del World Food Programme nella Repubblica democratica del Congo, rimasto illeso. Secondo una prima ricostruzione, “a circa 25 chilometri dalla città di Goma, la prima autovettura, sulla quale viaggiavano le vittime, è stata oggetto di colpi di arma da fuoco esplosi da un gruppo armato che avrebbe agito per rapinare il convoglio e/o sequestrare personale dell’ONU”.
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Dopo aver ucciso l’autista, sempre secondo la prima ricostruzione, gli assalitori “hanno aperto il fuoco sugli altri occupanti del veicolo; subito dopo hanno prelevato dal mezzo l’Ambasciatore Attanasio e il carabiniere Iacovacci (probabilmente già feriti), presumibilmente al fine di rapirli e chiedere poi un riscatto in denaro”.
A quel punto, seguendo la ricostruzione dell’Intelligence, un addetto alla sicurezza dell’ONU che viaggiava sulla seconda vettura (non colpita da proiettili) ha intavolato “una trattativa con gli assalitori, chiarendo lo status dei nostri connazionali”.
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Ipotesi conflitto a fuoco tra ranger e rapitori A fornire informazioni ai Ros - almeno sui primi momenti dell’agguato - sara’ anche il racconto di Leone, fortunatamente rimasto illeso anche se in stato di shock. I militari italiani vogliono soprattutto appurare da quali armi siano partiti i proiettili che hanno ucciso: dai rapitori o dai ranger intervenuti contro i rapitori in un secondo momento. Secondo la presidenza congolese i due italiani sono stati entrambi stati uccisi dai loro rapitori, armati di “cinque kalashnikov e un machete”. L’autopsia dei corpi avverrà questa sera, all’arrivo in Italia delle salme, al Policlinico Gemelli.
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