Antonio Grizzuti per “la Verità”
riforma ue copyright online
La riforma del copyright non s' ha da fare, almeno per il momento. Il Parlamento europeo, riunito ieri in sessione plenaria, ha infatti respinto l' avvio del mandato negoziale che verosimilmente avrebbe finito per confermare il testo approvato lo scorso 20 giugno in commissione Affari giuridici.
L' esito della consultazione era appeso a un filo, come alla vigilia del voto avevano riferito alla Verità fonti impegnate a seguire da vicino gli sviluppi della vicenda. E in effetti, aldilà dell' esito sulla carta piuttosto netto (318 contrari, 278 favorevoli, 31 astenuti), il voto ha letteralmente spaccato i gruppi parlamentari.
parlamento europeo
Divisi in due i socialdemocratici (82 contrari, 80 favorevoli) e l' Europa delle nazioni e delle libertà (14 a 14). Decisamente contrari Europa della libertà e della democrazia diretta (a cui aderisce il M5s), Conservatori e riformisti, Sinistra europea e i Verdi. In bilico l' Alde, mentre ha votato in larga parte a favore il Partito popolare europeo.
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Per quanto riguarda gli eurodeputati italiani, dalla parte del «sì» una larga fetta della delegazione del Partito democratico a Strasburgo. Tra gli altri, Simona Bonafé, Mercedes Bresso, Roberto Gualtieri, Pina Picierno e David Sassoli. Tra le fila del Ppe italiano, spicca l' assenso di Elisabetta Gardini e Giovanni La Via.
Dopo il voto, il relatore Axel Voss si è dichiarato dispiaciuto che «la maggioranza dei deputati non abbia sostenuto la posizione che io e la commissione giuridica abbiamo preparato». «Ma ciò», ha proseguito Voss, «fa parte del processo democratico.
simona bonafe
Torneremo sul tema a settembre con un ulteriore valutazione per cercare di rispondere alle preoccupazioni dei cittadini, aggiornando nel contempo le norme sul diritto d' autore per il moderno ambiente digitale». Nervoso il commento di Antonio Tajani, presidente del Parlamento europeo, che ha invitato a «non interferire con il lavoro del Parlamento» e a «non diffondere informazioni false e demagogiche».
Tajani
«Il Parlamento europeo deciderà liberamente la sua posizione in merito alla legge europea sul copyright con l' obiettivo di proteggere l' interesse di tutti i cittadini», ha aggiunto Tajani. Piccata anche la dichiarazione di Andrus Ansip, vicepresidente al mercato unico digitale della Commissione Ue, che su Twitter ha scritto «ora finiamola con gli slogan delle lobby e cominciamo a cercare soluzioni».
L' esito del voto rappresenta «un vero peccato per chi aveva pensato di imbavagliare la libera circolazione delle idee e delle informazioni», dice l' eurodeputato Ignazio Corrao (M5s-Efdd) alla Verità.
ANDRUS ANSIP
In effetti per gli euroburocrati la partita era già data per vinta dopo l' ok ottenuto in commissione Juri. E invece adesso tocca ripartire daccapo.
Nelle ultime settimane la rete si è mobilitata nei modi più vari per scongiurare l' approvazione della direttiva. La petizione lanciata su Change.org dal comitato «Save the internet» nel momento in cui scriviamo è arrivata a sfiorare le 900.000 firme.
Ma probabilmente il fattore decisivo per la vittoria del «no» è stata la clamorosa decisione, presa in segno di protesta nella notte tra lunedì e martedì, di oscurare la versione italiana di Wikipedia. «Wikimedia Italia accoglie con estremo favore la decisione del Parlamento europeo di non accettare l' attuale testo della direttiva sul copyright», recita una nota dell' associazione che si occupa nel nostro Paese della promozione e della diffusione della cultura libera.
WIKIPEDIA COPYRIGHT
«Siamo lieti che l' azione di protesta a cui si è unita con forza la comunità di Wikipedia non sia stata vana e che la voce dei volontari attivi» sia stata «ascoltata dagli eurodeputati». Come spiega alla Verità il portavoce di Wikimedia Italia, Maurizio Codogno, l' obiettivo da qui a settembre è «proseguire nel dialogo con tutte le forze politiche che vorranno ascoltarci per inserire nel nuovo testo la libertà di panorama (cioè il diritto di scattare fotografie di edifici, opere e luoghi pubblici senza infrangere il diritto d' autore) e stralciare l' articolo 13».
Ques' ultimo prevede l' obbligo per tutte le piattaforme che consentono il caricamento di contenuti di verificare prima dell' upload che il materiale non violi il diritto d' autore.
CHANGE.ORG PETIZIONE COPYRIGHT
«Adesso si apre una nuova partita», dichiara alla Verità l' eurodeputata Isabella Adinolfi (M5s-Efdd). «Noi non arretriamo di un millimetro e daremo battaglia anche in quell' occasione. Ripresenteremo i nostri emendamenti che mirano a eliminare i due articoli più controversi della direttiva, cioè l' 11 (il corrispettivo per gli editori in caso di condivisione di un link o di un' anteprima, ndr) e il 13».
«Nel frattempo», conclude la Adinolfi, «in coordinamento con il ministro Luigi Di Maio, la battaglia verrà portata avanti anche in seno al Consiglio. Nessuno può pensare di mettere il bavaglio alla rete».