Alessio Lana per il "Corriere della Sera"
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Dai Beatles ai Queen, dagli Oasis ad Adele, è difficile trovare un artista inglese che non sia passato per il Cavern Club, lo storico locale di Liverpool che rischia di chiudere per il Covid.
Inaugurato nel 1957 come jazz club ispirato ai locali sotterranei parigini, dal lockdown sta perdendo 30mila sterline a settimana, i suoi 20 dipendenti sono stati lasciati a casa e il sindaco di Liverpool, Joe Anderson, ha chiesto aiuto al governo: «La prospettiva di perdere un gioiello nazionale come il Cavern è uno scenario orribile per tutti, che siano fan dei Beatles o amanti della musica e prima ancora per coloro la cui esistenza dipende dal locale».
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I Fab Four sono da sempre il punto di riferimento del Cavern. John Lennon suonò in questo scantinato al 10 di Mathew Street già dal 1957 con i suoi Quarrymen, raggiunto l'anno seguente da Paul McCartney. Il 21 febbraio 1961 arriva la prima esibizione dei Beatles (senza Ringo Starr, alla batteria c'era Pete Best) a cui ne seguiranno altre 292 in due anni. Ed è qui che i Fab Four furono scoperti da Brian Epstein anche se in realtà il Cavern odierno è diverso da quello del passato.
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Negli anni ha chiuso e riaperto più volte, cambiando il civico ma non la via. La versione attuale copre il 70 per cento dell'area originaria e lo spazio per i live è stato ricostruito usando alcuni dei mattoni storici. Una storia che dopo 63 anni però potrebbe essere giunta al capolinea. Del locale potrebbe rimanere solo la statua di John Lennon, all'esterno, che dal '97 saluta gli 800mila visitatori l'anno di questo tempio del rock.
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