Estratto dell'articolo di Carlo Bertini per “la Stampa”
lorenzo guerini
«Noi subalterni ai 5stelle? Renzi non è adatto a dare lezioni, lui chiamò Berlusconi al Nazareno...». E ancora: «Non chiedo lealtà per me ma per gli elettori delle primarie sì». Ha picchiato duro, Elly Schlein, nella sua relazione alla Direzione del Pd, dove ha lanciato «l'estate militante», con sette mobilitazioni su casa, clima, salari, Autonomia etc. Ma il fatto che alla fine ci sia stato il voto unanime solo su una sintesi della relazione, su queste mobilitazioni condivise da tutti, la dice lunga sull'asprezza della contesa.
Schlein ha menato fendenti senza fare sconti, giocando d'anticipo sulle critiche per la sua partecipazione alla manifestazione dei 5stelle e per la linea definita incerta dalla sua minoranza, nonché per la consuetudine di decidere da sola senza consultarsi.
ELLY SCHLEIN
«C'è stato uno psicodramma sulle comunali, ma da soli non si vince», fa notare a chi l'ha rimbrottata per aver perso. E se gli altri, quelli della minoranza vicina a Bonaccini, non sono da meno, colpisce che anche da sinistra piovano avvisi sul metodo seguito fin qui. «Basta con il logoramento del leader, non funzionerà, io sono qui e ci resto», avverte Schlein. Ma il pezzo forte della sua segreteria, Peppe Provenzano la stoppa: «Non mi sono mai piaciuti i caminetti, ma dobbiamo trovare luoghi dove maturino democraticamente le decisioni. La comunicazione viene dopo la politica. Dobbiamo guardare al mondo fuori da noi, ma la nostra comunità è un patrimonio di cui prenderci cura».
lorenzo guerini foto di bacco
Non a caso Lorenzo Guerini si ricollega alle sue parole e sfrutta l'assist: «Sei stata inutilmente polemica. Nessuno vuole azzopparti, ma chi guida deve farsi carico della complessità dei passaggi», le ribatte. «Fare degli strappi sì, ma bisogna preoccuparsi che tutta la comunità poi li segua», le consiglia il presidente del Copasir. Con una rasoiata a Renzi, perché «io non farò la fine di allearmi con la destra». Insomma, «mettetevi l'anima in pace, noi il Pd lo abbiamo fondato e non ce ne andiamo», attacca Alessandro Alfieri sulla stessa lunghezza d'onda. «Spero che le critiche a te non siano considerate lesa maestà. Le posizioni sull'Ucraina dei 5stelle sono irricevibili». Dunque sinistra e riformisti marcano il territorio dem. Con durezza.
«Cosa stiamo facendo, qual è la strategia? La pace è sostenere Kiev», la incalza Pina Picierno, vicepresidente del Parlamento europeo. La segretaria risponde alle accuse di voler fare del Pd un movimento, liquidando l'idea di «un partito gassoso, eventuale e fragile: altri hanno seguito questa strada, io vorrei andare in direzione opposta». Poi affronta le contorsioni interne, riassunte dal logo: "Pd diviso": «Guardate, le cose che abbiamo in comune sono 4850, invece si alimenta il filone letterario delle divisioni Pd. Io dico: sentitevi la responsabilità di far emergere un'agenda comune. La gente è stufa dei dibattiti interni, sono un rumore indistinto».
ELLY SCHLEIN
Infine, una sorta di warning, foriero di timori per molti: «Chi vuole cambiare davvero, incontra resistenze forti.
Ma non c'è bisogno di lealtà a me, solo di rispetto per gli elettori delle primarie. Quando mi si chiede quale sia la linea politica, rispondo che di contenuti e proposte noi siamo pieni. Il problema è che a qualcuno questa linea forse non piace, lo ammetta invece di trovare altre scuse. Ma chi cerca un incidente ogni giorno, mi troverà da un'altra parte».
Ma è il rapporto con i grillini il tema cruciale: «La settimana prossima si vota in Molise, dove siamo alleati con i 5stelle: lo eravamo prima della loro manifestazione. Sappiamo che sull'Ucraina ci dividono distanze enormi, ma sul supporto alla precarietà facciamo sforzi comuni».
lorenzo guerini