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    CHI HA AMMAZZATO "DIABOLIK"? C’È UNA PISTA CHE PORTA ALL’ASSE TRA CASAMONICA E ALBANESI – QUEI VERTICI NEL PARCO IN CUI E’ STATO UCCISO PISCITELLI CHE POTREBBE AVERE PESTATO I PIEDI ALLA PERSONA “SBAGLIATA”. E NELLA GEOGRAFIA CRIMINALE ROMANA, ORFANA DI MICHELE SENESE... – INTANTO GAUDENZI, ‘LO ZOPPO’, L'UOMO CHE RITIENE DI ESSERE A CONOSCENZA DEI MANDANTI, INSISTE SULLA PISTA DELL’ORO: “UN BAMBINO AFRICANO ERA STATO SEQUESTRATO PERCHÉ…”


     
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    Foto di Ferdinando Mezzelani per Dagospia

    Alessia Marani per “il Messaggero”

     

    bruciata la panchina dove fu ucciso diabolik bruciata la panchina dove fu ucciso diabolik

    Davide Barberis, il personal trainer dell’Infernetto arrestato martedì dall’Antidroga della Squadra Mobile aveva contatti molto stretti con gli albanesi amici di Diabolik. In particolare con Dorian (“Dori”) Petoku, il quarantenne nipote di Arben Zogu, “Ricky”, leader della batteria di Ponte Milvio al soldo dei napoletani di Senese e di cui Dori, stando agli inquirenti, aveva preso il posto dopo l’arresto dello zio (in un blitz contro i “nuovi” casalesi ad Acilia).Con Petoku, Diabolik aveva sicuramente una cosa in comune: il dover tutelare i suoi affari, qualunque essi fossero, rendendo inaccessibile e indecifrabile ilcontenuto dei suoi tre telefonini, tutti rinvenuti dopo l’omicidio ma muti di fronteagli inquirenti.

     

    fabrizio piscitelli diabolik 9 fabrizio piscitelli diabolik 9

    «UNO CHE PRENDE E SPARA»

    Telefoni criptati dello stesso tipo erano in dotazione anche a elementi di spiccodellamala romana, come Salvatore Casamonica (arrestato dai carabinieri nel luglio 2018) di cui si riforniva proprio tramite Petoku. Una circostanza emersa dalle attività investigative della Guardia di Finanza nell’ambito dell’operazione Brasile low cost che, a gennaio, ha spedito in carcere Dori e il montenegrino Tomislav Pavlovic,un passato come paracadutista, pilota di elicotteri, nonché rapinatore. Proprio parlando di quest’ultimo con Brugia, Massimo Carminati, lo descriveva come un soggetto «brutto forte», «che prende la pistola e  spara».

     

    IL SISTEMA

    Nel febbraio 2018, in un summit al caffè Trussardi di Milano Casamonica incontra un infiltrato della Finanza, “lo svizzero”, per organizzare l’arrivo a Roma di 7 tonnellate di cocaina dal Sudamerica; al suo fianco appaiono Petoku e Pavlovic, una «triade», scrive il pm,che forma «un vero e proprio sodalizio, stabile edotato di mezzi d’avanguardia».

    in ricordo di diabolik foto mezzelani gmt 18 in ricordo di diabolik foto mezzelani gmt 18

     

    Casamonica, nell’occasione, infatti, consegna allo svizzero un telefono cellulare criptato con premura di illustrargliene le caratteristiche: «Nessuno può entrare nel nostro sistema...perché è a uso  militare...se tu lo accendi qua èun telefononormale... invece tu lo devi accendere così per usare il nostro sistema... adesso possiamo dirci quello che vogliamo, nessuno controlla, non è rintracciabile niente... impossibile. Questo telefono si paga 1500euroogniseimesi.. i messaggi si cancellano dopo 7 giorni in automatico... io con questo parlo in tutto il mondo (...) non puoi lavorare se non hai questi telefoni...». Il telefono fornito allo svizzero era un dispositivo modello  BQAquaris, utilizzato - riportano gli inquirenti -dalle organizzazioni criminali più agguerrite in quanto ritenuto sicuro per via di una  modifica apportata alkernel (fulcrodelsistemaoperativo).

    fabrizio piscitelli diabolik 4 fabrizio piscitelli diabolik 4

     

    Attraverso una particolare combinazione di tasti si attiva un sistema operativo parallelo dal quale poi si  accedeauna chat crittografata nascosta. In alcunicasida questi apparecchi vengonorimossi fotocamera,microfonoeportaUsb;nonèpossibile associare la sim all’account e un allarme anti-intrusione controllache i filenonsianomanomessi. Insomma,un telefono  comequelli trovati inusoaDiabolik.

     

    SUMMIT A GROTTAFERRATA

    in ricordo di diabolik foto mezzelani gmt 17 in ricordo di diabolik foto mezzelani gmt 17

    Ma chi li riforniva al sodalizio? Ci pensava l’albanese, come risulta chiaro da un precedente incontro, avvenuto il 12 dicembre 2017 a Grottaferrata (lacittàdiFabrizioPiscitelli) in cui Casamonica, Dori, “il francese” (un altro uomo sotto copertura),un non meglio identificato Massimiliano e un ulteriore soggetto rimasto agli atti sconosciuto, concordano il piano per l’arrivo dellostupefacente. Una riunione stabilita da tempo, la cui preparazione era sfuggita ai radar degli investigatori, segno che era stata organizzata con sistemi alternativi a quelli tradizionali.

    Registratodalleambientali,Casamonica chiedeva più volte a Petoku se gli avesse portato un telefono: «A Do’ ciao! M’hai portato il telefono?». «No perché lo devo andare a prende domani però...».

    funerali fabrizio piscitelli diabolik 7 funerali fabrizio piscitelli diabolik 7

     

    Le frequentazioni degli slavi con Casamonica, non erano occasionali. Il 12 aprile 2017 sia Pavlovic che Salvatore vengono geolocalizzati in un’area molto prossima (se non la stessa) al parco degli Acquedotti, il luogo dove Diabolik è stato ucciso, probabilmente attirato in trappola da una persona di fiducia la cui identità resta “criptata” nei telefonini. Chi ha ammazzato Diabolik?

     

    In questo thriller che arrovella gli inquirenti c’è una pista che porta a screzi insuperabili. Piscitelli che è descritto come «uno che se aveva i cinque minuti andava fuori di testa ed era prepotente», potrebbe avere pestato i piedi alla persona “sbagliata”. E nella geografia criminale romana, orfana di Michele Senese condannato a due ergastoli, non avrebbe più avuto paracaduti.

    fabrizio piscitelli diabolik 7 fabrizio piscitelli diabolik 7

     

    2 - GAUDENZI E IL TRAFFICO DI ORO: «RAPITO ANCHE UN BAMBINO»

    Giuseppe Scarpa per “il Messaggero”

     

    «Un bambino africano era stato sequestrato perché non stavano consegnando l'oro», è Fabio Gaudenzi, soprannominato lo Zoppo, che parla agli investigatori. È l'uomo che ritiene di essere a conoscenza dei mandanti dell'omicidio Diabolik. Una versione, però, tutta da riscontrare da parte dei pm. Ad ogni modo lo Zoppo, nel suo interrogatorio del 9 settembre, aggiunge un dettaglio perché, questo il senso della sua rivelazione, il gruppo di persone che hanno organizzato il contrabbando di metallo prezioso sono disposti a tutto: sequestrare un bambino e quindi capaci anche ad uccidere. Pertanto avrebbero la forza di eliminare uno come Fabrizio Piscitelli, assassinato con un colpo di pistola alla nuca il 7 agosto al parco degli Acquedotti.

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    IL SEQUESTRO

    Ma andiamo con ordine, per ricostruire quella che è una vicenda intricata e su cui gli inquirenti hanno diversi dubbi. In pratica Gaudenzi spiega che, nei giorni in cui si stava concludendo l'affare, è l'estate del 2014, qualche cosa va storto. Perciò, il gruppo che doveva comprare l'oro, decide di forzare la mano. Sequestrare un bambino di 9 mesi, figlio di un notabile africano, per farsi consegnare il metallo prezioso. Il blitz produce il suo effetto perché - sempre stando a quanto affermato dallo Zoppo - i 300 chilogrammi di oro grezzo vengono consegnati e il bimbo, dopo una settimana, è di nuovo tra le braccia della madre.

     

    L'IMBROGLIO

    Dopodiché Gaudenzi viene tagliato fuori dall'affare. Viene lasciato in un mare di guai, dopo essersi esposto con personaggi, suoi amici neofascista, del calibro di Massimo Carminati, Riccardo Brugia e i fratelli Bracci. A loro, infatti, erano stati chiesti i soldi per finanziare parte della spedizione. Il viaggio era stato lungo e dispendioso: 4 mesi in giro per il Burundi, Congo, Kenya a bordo di un jet privato e un investimento intorno al milione e mezzo di euro.

    FABRIZIO PISCITELLI DIABOLIK FABRIZIO PISCITELLI DIABOLIK

     

    Intanto, nei cinque anni che passano dal viaggio africano, fino al due settembre scorso, giorno in cui Gaudenzi decide di voler parlare con gli inquirenti, accade di tutto. Deflagra l'inchiesta mondo di mezzo che trascina a fondo Carminati e Brugia, con sentenze per associazione a delinquere di stampo mafioso. Nella rete dei carabinieri del Ros finisce Gaudenzi che incassa una pena per usura a due anni e otto mesi, proprio per i soldi (una piccola parte) prestati a strozzo a uno dei registi del contrabbando di oro, Filippo Maria Macchi.

     

    Lo Zoppo, nel frattempo, deve scontare anche un obbligo di dimora a Roma. Una misura che gli impedisce di andare a cercare gli autori dell'imbroglio, tra cui Macchi. È in mezzo alle difficoltà che Gaudenzi, sempre secondo la sua versione, si rivolge ai due amici camerati. Il primo è Maurizio Terminali, il secondo Piscitelli. Terminali trova Macchi a Siena e poi lo comunica allo Zoppo. Salvo poi morire a fine giugno per un'overdose, ma Gaudenzi crede sia stato ammazzato.

     

    Fabrizio Piscitelli Diabolik Foto Mezzelani GMT Fabrizio Piscitelli Diabolik Foto Mezzelani GMT

    Entra in gioco allora Diabolik che si mette sulle tracce dell'uomo e lo trova ad Anzio. Dopo poco viene assassinato. Le sue parole sono ora al vaglio degli inquirenti che dovranno stabilirne l'attendibilità o peggio capire se si tratta di deposizioni volte a depistare le indagini. Infatti il video che ha postato su YouTube Gaudenzi, il due settembre, a tratti è poco chiaro, come se volesse inviare dei messaggi a qualcuno.

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    Il cadavere di Fabrizio Diabolik Piscitelli Diabolik Foto Mezzelani GMT Il cadavere di Fabrizio Diabolik Piscitelli Diabolik Foto Mezzelani GMT fabrizio piscitelli diabolik 8 fabrizio piscitelli diabolik 8 ARRESTO DI SALVATORE CASAMONICA ARRESTO DI SALVATORE CASAMONICA fabrizio piscitelli diabolik 6 fabrizio piscitelli diabolik 6 fabrizio piscitelli diabolik 3 fabrizio piscitelli diabolik 3 fabio gaudenzi fabio gaudenzi fabio gaudenzi fabio gaudenzi fabio gaudenzi fabio gaudenzi fabrizio piscitelli diabolik 11 fabrizio piscitelli diabolik 11

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